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Shiva's eyePosted: 9/1/2010, 01:20

ANTIDEPRESSIVI E SUICIDI



Il 13 dicembre scorso, un comitato consultivo della Food and Drug Administration (FDA), l'Agenzia statunitense di controllo sui farmaci, con sei voti contro di due, ha raccomandato di disporre che sui foglietti degli antidepressivi sia inserito un black-box, il livello massimo di avvertenza per medici e pazienti, sul rischio di suicidio che questi medicinali provocano nei giovani tra i 18 e i 24 anni.

Il Comitato, dopo aver preso in esame 372 studi clinici, per una popolazione coinvolta di quasi 100.000 pazienti adulti, ha ritenuto che il rischio di suicidio connesso all'uso di antidepressivi sia più forte per i giovani adulti fino ai 25 anni. Inoltre, sono stati analizzati 24 studi clinici eseguiti su più di 4.400 bambini e adolescenti: l’analisi degli studi pediatrici ha evidenziato un aumentato rischio di suicidio durante la prima fase di trattamento.

Un'altro studio, coordinato da Ricercatori dell'University of Kuopio (Finlandia), per valutare il rischio di suicidio e la mortalità generale durante trattamento con farmaci antidepressivi in una condizione di vita reale, ha preso in esame 15.390 pazienti che erano stati ospedalizzati a causa di un tentativo di suicidio tra il gennaio 1997 ed il dicembre 2003, in Finlandia. I pazienti non erano affetti da psicosi. L'impiego della Fluoxetina (Prozac) è risultato associato al più basso rischio di suicidio, mentre quello della Venlafaxina (Efexor/Effexor) al più alto. La più bassa mortalità è stata osservata durante l'impiego degli inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina (SSRI), attribuibile ad una riduzione delle morti cardiovascolari e cerebrovascolari. Tra i soggetti che non avevano mai fatto uso dei farmaci antidepressivi, l'impiego corrente dell’antidepressivo è risultato associato ad un sensibile aumento del rischio di tentativo di suicidio, seppur il tasso di mortalità sia più alto nel caso di un uso non regolare dell'antidepressivo.

Non sono state osservate differenze tra i risultati osservati tra i soggetti di età compresa tra 10 e 19 anni e quelli della popolazione generale, ad eccezione di un aumentato rischio di morte con l'uso della Paroxetina (Paxil, in Italia Seroxat).

Secondo un articolo pubblicato nella prima pagina del New York Times, dal titolo “Proof Is Scant on Psychiatric Drug Mix for Young”, circa 1,6 milioni di bambini e adolescenti, di cui 280.000 al di sotto dei 10 anni di età, hanno ricevuto due o più psicofarmaci in combinazione nel solo ultimo anno. Il dott. Thomas R. Insel, direttore dell'Istituto Nazionale di Salute Mentale, dice: “Non esiste alcun solido dato scientifico che giustifichi l'uso spropositato che si fa di queste medicine sugli adolescenti, in particolare sui più giovani, per i quali i dati scientifici a disposizione sono ancora più scarsi”. Tuttavia, i dati esistenti sono sufficienti a mettere in guardia i consumatori circa questi farmaci: uno studio. di quest'anno, del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, riferisce che 25 decessi, di cui 19 bambini, sono collegate all'uso di farmaci contro l'ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder - Disturbo da Deficit d'Attenzione e Iperattività). Gli antipsicotici si sono resi responsabili di almeno 24 decessi.

Il New York Times ha rivelato anche i risultati di un'analisi eseguita dalla Medco Health Solutions: “Dal 2001 al 2005 l'uso di farmaci antipsicotici su bambini e adolescenti è cresciuto del 73%, e tra le ragazze è più che raddoppiato”. L'articolo riferisce anche che: “Gli stimolanti come il Ritalin sono di gran lunga lo psicofarmaco più prescritto ai bambini. Ma spesso i dottori accoppiano gli stimolanti con antidepressivi, antipsicotici e anticonvulsivi, sebbene alcuni di questi farmaci possano causare effetti collaterali molto gravi, sebbene ci sia scarsità di prove sui loro benefici e manchi del tutto l'evidenza su come interagiscano tra di loro ad influenzare lo sviluppo mentale e fisico”.

L'articolo infine rivela come “lo scorso anno la Food and Drug Administration ha richiesto ai produttori di farmaci di stampare sulle loro etichette l'avviso che gli antidepressivi possono causare istinti e comportamenti suicidi in alcuni bambini. Gli anticonvulsivi contengono etichette che mettono in guardia contro i danni a fegato, pancreas e pelle. Gli effetti collaterali degli antipsicotici possono includere rapido aumento di peso, diabete, tic irreversibili e, in pazienti anziani affetti da dementia, il decesso improvviso. Quando questi farmaci vengono usati mescolati, i rischi si combinano”.

Nonostante gli oltre 20 avvisi di cautela sugli psicofarmaci pubblicati negli ultimi due anni, questi vengono prescritti a bambini senza prima eseguire alcun test oggettivo e scientifico - analisi del sangue, TAC del cervello o radiografie - che possa provare la necessità dell'impiego di questi farmaci.

Nonostante l'evidenza scientifica della pericolosità di questi farmaci, il complesso psico-farmaceutico che fà capo a Big Pharma continua a spingere la vendita di questi farmaci potenzialmente fatali a bambini e adolescenti, da soli o in combinazione, che fruttano alle case farmaceutiche profitti di miliardi di euro.


DA: www.laleva.org

P.S quando ero al liceo superiore un mio compagno si suicidò.....era molto depresso e prendeva degli psicofarmaci fortissimi, fu un dolore, anche un altro mio amico sempre nella mia classe prendeva e credo prendi ancora vari psicofarmaci fra cui il prozac...bè spesso a scuola stava male io ero la sua compagna di banco, una sofferenza, vederlo avere brividi, palpitazioni di cuore molo forti, svenimenti, difficoltà di respiro....gli spicofarmaci non servono a molto....non vanno a curare le cause del malessere, ma solo a nasconderlo sempre più....
Spesso penso questo mio amico e spesso ho la paura di ricevere la telefonata che si sia suicidato, dico la verità di ciò che penso..io ho provato ad aiutarlo per vari anni, ma non ci sono riuscita ci sono situazioni più complessa in cui per stare davvero bene non basta l'aiuto di un'amica....ma di sicuro non saranno gli psicofarmaci a risolvere il problema...
Deathena*Posted: 8/1/2010, 21:05
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani


Marketing della pazzia: Ma siamo tutti matti?

una denuncia dell'industria psichiatrico-farmaceutica

Dai creatori del pluri-premiato documentario “Macabri Profitti: La Storia mai raccontata degli psicofarmaci”, questa è la storia dell'associazione fortemente lucrativa tra psichiatria e industria farmaceutica che ha visto nascere un centro di profitto da 80 miliardi di dollari basato su psicofarmaci.

Il documentario “Marketing della pazzia: ma siamo tutti matti?” in formato DVD, con filmati, interviste ad esperti del settore, psichiatri, psicologi e testimonianze da tutto il mondo, raccolte dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Internazionale nel corso degli anni, svela in che modo l'industria psichiatrico-farmaceutica crea disturbi per vendere farmaci, spende miliardi per immetterli sul mercato e quindi trarre profitto da coloro che più hanno bisogno di aiuto.

Si tratta di una storia di avidità, tradimento e vite stroncate.

Il documentario contiene importanti informazioni che possono essere usate per difendere se stessi ed informare gli altri in merito all'aspetto più pericoloso dell'industria psichiatrico-farmaceutica: gli psicofarmaci.

Non si nega che problemi psicologici ed emozionali, perfino una grave angoscia possano influire praticamente su chiunque, ma vuol dire che siamo tutti matti?

Fuorviati da tutti i tentativi di marketing dei farmaci, 100 milioni di persone in tutto il mondo (20 milioni dei quali sono bambini) prendono psicofarmaci, convinti di correggere qualche squilibrio fisico o chimico del corpo, mentre in realtà queste sostanze sono così potenti e pericolose da causare allucinazioni, psicosi, irregolarità cardiache, diabete, ostilità, aggressione, disfunzioni sessuali e suicidio.

La teoria della psichiatria secondo cui uno squilibrio chimico nel cervello causa la malattia mentale è stata inventata per vendere farmaci. Il Dr. Steven Sharfstein, ex presidente dell'Associazione Psichiatrica Americana, ha affermato ai media riguardo le prove dell'esistenza di uno squilibrio chimico nel cervello: “Non ci sono test chiari”. Il Dr. Darshak Sanghavi della Harvard Medical School spiega: “Nonostante termini pseudoscientifici quali “squilibrio chimico”, nessuno sa veramente che cosa causino le malattie mentali”. Il Dr. Mark Graff, anch'egli dell'APA, ha notato che la teoria era: “Probabilmente derivata dall'industria farmaceutica”.

374 “disturbi mentali” riempiono il manuale diagnostico della psichiatria e altri stanno arrivando. Il business sta facendo il boom.
Le compagnie farmaceutiche hanno espanso le proprie liste di psicofarmaci: nel 1966 erano 44 e oggi sono ben 174.
Nonostante l’evidente conflitto d’interessi, gli psichiatri rastrellano ogni anno oltre trecento milioni di miliardi di dollari in aiuti governativi.

Questa campagna di marketing è in pieno svolgimento anche in Italia. Un recente comunicato ANSA (29/12) rivela che ... “Sono circa due milioni, secondo le ultime stime della Società italiana di psichiatria (Sip), gli italiani che accusano disturbi mentali: di questi, circa uno su quattro (mezzo milione di persone) é in trattamento per una psicosi, un disturbo dell'umore o per l'ansia. Spesso, però, la patologia non è diagnosticata o trattata adeguatamente”.

Un'alta percentuale di psicofarmaci viene prescritta da medici generici.

Come può essere successo? Con il marketing, come dichiarato dall'ex rappresentante di farmaci, Michael Oldani: “Consiste nel creare una buona storia che fa uso di termini scientifici per convincere un medico a pensare di fare prescrizioni”.

Il Vice Presidente del Comitato Silvio De Fanti ha dichiarato: “Nel campo della salute mentale esistono a tutt'oggi pratiche barbariche, violente, che causano degradazione ed umiliazione nelle vittime che le subiscono, in alcuni casi addirittura letali, quali i moderni sistemi di contenzione sia fisica che chimica che non possono continuare ad essere ignorati ma devono essere resi noti e gli si deve porre un freno”.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani - Onlus




Effetti collaterali: un'escalation di violenza
Del 15 Dicembre 2009
L’aumento di suicidi-omicidi e l’aumento di consumo di antidepressivi sono correlati.

L'aggressione avvenuta ai danni del Presidente del Consiglio, da parte di un uomo in cura psichiatrica da 10 anni al Policlinico di Milano è solo la punta dell’iceberg di una sconvolgente situazione di abusi che stanno avvenendo nell’ambito della salute mentale.

Ogni dieci giorni in Italia si compie un suicidio o un omicidio, in aumento rispetto al 2000. E’ quanto rileva l’agenzia di ricerche sociali Eures e molti casi sarebbero dovuti a turbe psichiche.

I problemi psichici sono considerati la causa scatenante, ma un’analisi più profonda svela un’altra verità: molti malati psichici non arrivano a pensare di suicidarsi fino a che non assumono psicofarmaci. Le prove sono tante, e non lasciano più adito a dubbi: l’aumento di suicidi-omicidi e l’aumento di consumo di antidepressivi sono correlati.
Tra il giugno 2008 e il maggio 2009, più di 200.000 prescrizioni di Duloxetina (un antidepressivo) sono state dispensate, e il TGA ( Therapeutic Goods Administration ) ha ricevuto108 segnalazioni di reazioni avverse in cui è sospettata la Duloxetina, tra cui ben 10 casi di ideazione suicidaria (Fonte: Australian Adverse Drug Reactions Bulletin, 2009).

Il 22 Agosto 2003, la società farmaceutica Wyeth ha inviato ai medici Usa una “ Dear Health Care Professional “ , informandoli di un numero crescente di casi di ideazione suicidaria e di autolesionismo tra i bambini e gli adolescenti che stavano assumendo l’antidepressivo Venlafaxina ( in Usa : Effexor ; in Italia : Efexor ).

L’FDA ( Food and Drug Administration - Agenzia americana per gli Alimenti e i Medicinali ) ha informato gli HeathCare Professional di monitorare tutti i pazienti che assumono Chantix ( Vareniclina, in Italia: Champix, un farmaco per la cessazione dell’abitudine al fumo) per gravi sintomi neuropsichiatrici, tra cui: cambiamenti nel comportamento, irrequietezza, umore depresso, ideazione suicidaria e comportamento suicidario (Fonte: FDA, 2008).

Nel sito dell'Agenzia Italiana del Farmaco, tra le ‘FAQ’ (domande frequenti) si legge chiaramente: "Comportamenti correlati a suicidio e ostilità ... sono stati osservati più frequentemente in bambini e adolescenti trattati con antidepressivi, rispetto a quelli trattati col placebo".

Gli stessi ‘bugiardini’ che accompagnano questi farmaci riportano la possibilità di questi tragici effetti collaterali.
Nel febbraio del 1990, l’articolo “Emergence of intense suicidal preoccupation during fluoxetine treatment”, nell’American Journal of Psychiatry evidenziava che l’assunzione di SSRI* può indurre pensieri e tentativi suicidari anche in coloro che prima non avevano tali idee e intenzioni. Questi pensieri spariscono a distanza di due o tre mesi dalla sospensione della terapia.

L'FDA fin dal 2004 ha imposto alle industrie farmaceutiche di aggiungere una black box sulle confezioni di antidepressivi (un riquadro nero di avvertimento), perché potevano causare violenza e pensieri suicidi. Altri enti di farmacovigilanza hanno seguito questo esempio.
Da allora molti altri studi hanno confermato quanto sopra e pericoli similari sono stati identificati anche a seguito dell’assunzione di altri psicofarmaci.

La correlazione tra assunzione di SSRI* e comparsa di idee suicidarie particolarmente intense e violente, così come descritta negli articoli scientifici citati, in persone che prima non avevano mai avuto tali pensieri, la scomparsa di tali ideazioni dopo la sospensione del trattamento con SSRI (in un periodo di due tre mesi dalla sospensione), le affermazioni fatte dagli stessi pazienti in terapia, dovrebbero indurre ad esaminare il problema della causa scatenante dei suicidi con maggiore attenzione.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani si auspica che venga avviata un’inchiesta che accerti se nel processo di autorizzazione di certi psicofarmaci siano stati sottovalutati i rischi correlati e chi ne sia responsabile, e consiglia ai cittadini di avvalersi del proprio diritto al consenso informato sugli effetti collaterali prima di sottoporsi a trattamenti con psicofarmaci.

[*] SSRI = Selective Serotonine Recaptation Inhibitors (Inibitori Selettivi della Ricaptazione di Serotonina) sono psicofarmaci antidepressivi di ultima generazione - i più diffusi.