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Ubar Atlantide nel deserto

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Deathena*
TOPIC_ICON1  view post Posted on 16/1/2011, 08:52




l’Atlantide del deserto


Ubar "dalle colonne alte" era ed è la più favolosa tra le città dell’antica Arabia preislamica, ricordata dal Corano (col nome di Iram) per la sua grandiosità e la superbia dei suoi abitanti. Per questo come Sodoma e Gomorra, fu distrutta da Dio e venne sepolta dalle sabbie, che ne cancellarono le tracce, così che divenne l’Atlantide del deserto. Nel corso dei secoli, molti tentarono senza successo di riportarla alla luce, finché si cominciò a dubitare che fosse mai esistita. Poi negli anni ’80, Nicholas Clapp si imbatte nella sua leggenda: "La ricerca di Ubar aveva un sapore da Mille e una notte, era un groviglio di storie imbastite da studiosi e avventurieri. Ubar, ammesso che esistesse veramente, era ancora lì da scoprire, una città fantasma a cui si arrivava attraverso una strada che si perdeva nelle dune" E’ così che inizia (con successo) la centenaria ricerca di Ubar da parte di Nicholas Clapp; curiosando tra antichi manoscritti dall’anno 1460, Clapp si accorse che un’ amanuense copiando la mappa Tolemaica, aveva confuso l’ 87° meridiano con il 78°!; ed infatti molti avevano cercato l’ Omanum Emporium in un punto dove non c’era altro che deserto. Clapp poi, si rivolse alla NASA e con il suo massimo stupore, dopo aver spiegato la storia, venne subito accontentato. Ubar secondo le leggende era stata distrutta o da un terremoto, o da un’ uragano o da Dio; ma a parte le differenze sulla fine della città, in tutte le leggende si trova il profeta Hud che accusa i suoi concittadini di non avere fede in Dio e prova a convertirli al monoteismo; perché se avessero continuato nella loro vita, Dio li avrebbe distrutti. E così avvenne. Visto che Hud predicava il monoteismo in una città dell’Arabia preislamica, alcuni scrittori ipotizzano che Hud fosse un ebreo. Ma l’importanza di quest’uomo è ancora viva tra la gente dello Yemen, tanto vero che una volta ogni anno si riuniscono presso la sua presunta tomba. Tornando alla storia di Clapp, dopo aver ricevuto i dati dalla NASA, decise, insieme ad altre persone di provare una spedizione alla ricerca di Ubar. La prima spedizione avvenne senza successo nel 1990. L’ anno seguente non fecero nulla a causa della "guerra del golfo"; e approfondendo gli studi, Clapp scoprì che Ubar era il più grabde centro per la raccolta e lo smistamento dell' olibano. Grazie all’ olibano era spiegata la ricchezza degli abitanti di Ubar; basti pensare che questo tipo di incenso era ricercatissimo in Grecia e a Roma per usi celebrativi e funerari e veniva considerato e pagato come fosse oro. L’ olibano cresceva sui vicini monti del Dhofar al confine del Rub’ al-Khali il deserto dell’Arabia. Ma allora, come poteva una città sopravvivere in uno dei deserti più estesi del mondo? La risposta stava nel fatto che Ubar sorgeva nel luogo in cui oggi sorge Shisur; infatti Clapp e la sua squadra si accorsero che le torri dell’odierna città di Shisur erano costruite sopra delle strutture più antiche. E scavando, portarono alla luce la città scomparsa di Ubar in cui si raccoglieva il miglior olibano di tutto il mondo antico. Inoltre scoprirono che la fine della città fu dovuta allo smottamento del terreno causato dal ritiro della falda acquifera. Sulla costa c’era inoltre la città di Ain Humran che era molto simile ad Ubar per costruzione; per questo è facile pensare che Ain Humran fosse un avamposto del popolo di ‘Ad sul mare, da cui veniva spedito l’incenso raccolto sui monti del Dhofar. Mentre da Ubar partivano e arrivavano migliaia di carovane che attraversavano il Rub’ al-Khali. Così finisce la leggenda di Ubar fondata nel 900 a.C. e distrutta nel 400 d.C .



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