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Posts written by *Deathena*

view post Posted: 14/8/2017, 11:44 Prodotti Herbalife sono dannosi - Esperienze personali e richieste d'aiuto
Prodotti Herbalife sono dannosi

I Prodotti Herbalife sono dannosi per l’organismo ? Lo dicono i medici.

Slim and Trim Formula #1: se usato per più di due settimane potrebbe causare danni renali anche permanenti.
Slim and Trim Formula #2: avrebbe un effetto lassativo, controindicato ai soggetti con ipertiroidismo subclinico, possibili danni al fegato, e altri problemi.
Slim and Trim Multivitamin and Multimineral Formula #3: sarebbe inutile.
Slim and Trim Linseed Oil Formula #4: non avrebbe effetti dimostrati.
Cell-U-Loss: sarebbe inutile.
Herbal-aloe: sarebbe inutile o forse dannoso.
N.R.G. (Nature’s Raw Guarana): potrebbe fare effetto, ma andrebbe preso in dosi molto più alte di quelle consigliate, e richiederebbe una certa cautela per possibili sensibilità di chi l’assume.
Schizandra Plus: non dovrebbe avere alcun effetto, ma sarebbero opportuni studi per accertarlo.
Tang Kuei: prodotto basato su rimedi della medicina tradizionale cinese, non verificati secondo gli standard occidentali ma comunque presenti nel prodotto in quantità molto inferiore rispetto ai dettami originali.
Cita poi il “Journal of Epathology”, ottobre 2007. Studiati dodici casi di epatite tossica legata all’uso di prodotti Herbalife in Svizzera. Un paziente si dovette sottoporre al trapianto di fegato. Su dieci casi sufficientemente documentati, il nesso causale tra i prodotti Herbalife fu valutato come certo in due casi, probabile in sette, possibile in uno.
Altri dodici casi furono studiati in Israele. In questo caso c’é stata anche una morte, in seguito a complicazioni post intervento.

Insomma: non é una buona idea assumere i prodotti Herbalife. Perlomeno senza sottoporsi ad un adeguato controllo medico.

Il problema é che abbinare questi prodotti ad uno schema di vendita piramidale porta a rischi elevati. Infatti i venditori non sono reclutati in base alle loro competenze, bensì solo per il fatto che pagano per entrare.

Interessante é poi la testimonianza di un ex-supervisore Herbalife: “un distributore dura dai 3 ai 4 mesi”, da cui l’incessante lavoro di chi é coinvolto nella piramide, se non ne esce deve continuamente cercare rimpiazzi ai suoi sottoposti. Si crea quindi un attaccamento alla società che l’ex supervisore definisce simile a quello di Scientology. Fra l’altro, devo dire che ho appena letto un libro di Ron Hubbard e devo dire che in effetti ho notato anch’io un certo parallelismo tra i suoi metodi e quello che abbiamo visto qui su spammit a proposito di sistemi piramidali.

Riassumendo: non é opportuno assumere i prodotti Herbalife senza sentire il parere di un medico di fiducia e non ci pare opportuno nemmeno vendere i prodotti Herbalife, se si vuole fare qualche soldo aggiuntivo. Come per tutti i sistemi piramidali gli unici a guadagnarci sono quelli che stanno in cima.

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Testimonianza:

Io vi voglio raccontare la mia esperienza di herbalife, negativa logicamente, sperando che la mia opinione semplice ma provata sulla mia pelle possa veramente mettere in guardia le persone che si vogliono avvicinare a questo” modo di vivere “.

A casa di un mio stimatissimo amico si comincia a parlare di diete, io sono un 34enne alto 1,85 e peso 125 Kg quindi la cosa mi interessava e mi racconta che un suo conoscente è un rivenditore di herbalife. Interessato mi metto d’accordo con il mio amico Andrea e visto che le vacanze Natalizie sono alle porte decidiamo di iniziare insieme a gennaio. Così fu, venne a casa mia e mi presentò questo signore e la sua consorte. Inzia un cordiale discorso, presentazioni caffè poi finalmente si arriva al dunque. ( vi descrivo questo perchè è di fondamentale importanza, seguite attentamente ) Ci vengono mostrati una marea di prodotti, polveri al gusto cacao, vaniglia, frutti tropicali ecc., questi sono i prodotti base x la dieta, cioè i sotituti dei pasti principali, poi ci fanno vedere the, pillole x assorbire i grassi, prodotti con aloe vera, barrette snack a tutti i gusti e fin qui tutto normale. La mia domanda: ” non è che fanno male alla salute? ” A questa domanda il signore cambia espressione del viso, ” sono prodotti assolutamente naturali che addirittura migliorano la salute con gli ingredienti naturali che contengono si riduce colesterolo e impurità del sangue ” – citato parole testuali- a questo punto questa distinta coppia, vestita come se dovessero andare ad un ballo, mi tira fuori dalla valigetta un fascicolo con testimonianze di dimagrimenti miracolosi, kg mai ripresi poichè questi prodotti modificano il metabolismo. Dopo 2 ore di colloquio pesantuccio ( a me personalmente non vanno a genio le persone molto insistenti e logorroiche ) si arriva al dunque, bisogna fare un’ordine minimo………. Io ed il mio amico Andrea ci siamo guardati in faccia, però visto che era una competizione tra me e lui per chi perdeva più kg, accettammo e facemmo un’ordine in comune del valore di 3000. Ci tengo a precisare che queste due persone non erano e non sono due medici, ma danno consigli senza avere la minima conoscenza in materia.

Attendiamo qualche settimana ed in effetti arriva uno scatolone enorme con i prodotti, toh sorpresa, all’interno troviamo anche dei depliants con ritratte persone con fisico perfetto e sorrisi smaglianti, controlliamo il tutto e ci dividiamo da buoni amici il contenuto. Ammazza quanto sono cari ‘sti beveroni!!!!

Passa il primo mese ed i risultati cominciano a vedersi ( Ci credo, la mattina beverone e una frutta, a pranzo un piattino misero di pasta in bianco con olio e formaggio, cena beverone di altro gusto e tra un pasto e l’altro uno snack schifosissimo ).
Morale? Primo mese quasi 10 kg, forte penserete voi!!! Allora lo pensavo anch’io mi portavo al lavoro una bottiglia di acqua con dentro il fatidico the con ginseng ed altre porcherie non menzionate negli ingredienti, mi sentivo bene a talpunto che un giorno facendo tardi mi dimenticai la bottiglia a casa,che incubo, ero diventato dipendente, mi sentivo cotto come una pera. Nel giro di poco i prodotti fondamentali finirono, telefonai ai due signori e facemmo un’altro ordine, però questa volta ATTENZIONE ATTENZIONE ci venne proposto anche di diventare rivenditori noi stessi, ovviamente non ci interessava, ma se accettavamo i prodotti li avremmo pagati con il 50% di sconto. Ottimo, accettammo solo per lo sconto, ma l’ordine in corso era considerato al 100% ( furbi eh? ).

Visti i risultati sulla mia persona mi viene proposto di partecipare ad un loro meeting in un lussuoso hotel a Rimini, in marzo ero arrivato a – 20 kg, solamente lì cominciai a capire cosa bolliva nel pentolone, avevo già sentito parlare di multilevel ma non pensavo che fosse una truffa così. Vengo istruito a dovere dai due malandrini, la cosa mi puzzava sempre più visto che io odio queste cose e sono forte di carattere, non mi andava di comportarmi come un manichino.

ARRIVATI AL LUSSUOSO HOTEL….
Macchinoni di tutti i tipi, naturalmente riconoscibili dall’adesivo sfigatissimo sul lunotto a caratteri 10×10 del marchio, persone esaltatissime vestite a festa con spilloni ben in vista, ma dove ero finito??? Ormai ero in ballo ed ho fatto finta di ballare!!!!
Entro e cosa mi trovo? Il mio tutor (quello che mi vendeva i prodotti ) che mi presentava come un trofeo di caccia raccontando la mia storia, naturalmente esaltata da dettagli falsi per rendere entusiasmante il racconto, e preparandomi su quello che sarebbe stato il proseguimento del pomeriggio. Da fare notare come in sottofondo la musica aumentava piano piano, brani del tipo ” YMCA ; MACHO MAN ” ecc., cioè brani che inconsciamente ti danno carica, poi tra la folla nella hole passava un tizio che ti offriva delle pillole herbalife che erano un concentrato di eccitanti mostruosi.
LA COSA MI PIACEVA SEMPRE MENO PERO’….
Tutti a sedere con una tensione incredibile ( io no ) e la folla inneggiava con battito di mani ritmico l’ingresso di uno dei capi, si alza la musica, la canzone dei village people a manetta ed eccolo, le signore urlano, sembrano tutti drogati, questo signore si colloca in alto di fronte a noi come a dimostrare la sua onnipotenza e comincia il suo discorso di elogio ai senior, cioè i venditori che hanno venduto di più e che hanno sotto di loro decine di coglioni, firma assegni di milioni di lire e dal più basso arrivò al vice leader con un assegno di una decina di milioni. Poi le testimonianze( poi ho saputo che molte erano false ) fino ad arrivare a me, io non sapevo niente, il mio tutor aveva informato chi di dovere dei miei risultati, dovetti presentarmi sul palco per raccontare la mia esperienza, cosa dovevo fare? Ancora conoscevo la metà di tutto quel marasma, visto che per tanti hanni ho fatto il DJ in una radio locale non feci per niente una brutta figura facendomi cogliere impreparato. Esaltai la folla ancor di più, alla fine della riunione ragazze bellissime mi si avvicinavano e mi presentavano ad altre persone invitate che dovevano acquistare ancora i prodotti e mi accorsi che con tutti i discorsi erano gli stessi….. Stesse parole, stessi sorrisini, ho capito che tutti erano come robot, avevano subito un vero e proprio lavaggio del cervello….incredibile.
Un ambiente falso, dove tutti fingono di essere amici, oppure lo sono solamente per fare vedere a chi è debole di carattere ed ha poche amicizie che quello è un mondo ” diverso “fatto per loro.
Tornato a casa molto disgustato da questa esperienza ne ho parlato con il mio tutor, lui mi ha detto che il futuro era quello che io dovevo smettere di lavorare e che avevo qualità per raggiungere obbiettivi importanti, lui guadagnava tantissimo a suo dire ( falso naturalmente ) . A maggio raggiunsi quota – 30 kg, non vi dico in prodotti quanto mi è costato, ma qui arriva il bello.

Una mattina come tante stavo lavorando, mi sentivo stranamente nervoso, non riuscivo a trattenermi, ero nervoso con tutti i miei colleghi e sentivo battere le tempie, andai dal medico e ….. sorpresa, la pressione arteriosa era 220/120, rischio totale. Raccontai al medico la dieta che stravo facendo e mi indicò persone che avevano avuto il mio stesso problema con questi prodotti, mi informai su internet e scoprii che erano tutti ingredienti OGM e soprattutto dannosi per l’organismo umano. Qualcuno ho saputo che ci ha lasciato le penne ed alcuni più fortunati hanno avuto conseguenze con esito revesibile ( notizie lette su internet ). Per quanto riguarda me posso dire che dopo esami approfonditi è risultato una aumento del volume della massa cardiaca, penso non dovuta esclusivamente all’assunzione dei prodotti herbalife, ma comunque hanno fatto una bella parte, visto che da giugno ad ora con medicinali per il controllo della pressione il mio cuore è tornato ” quasi ” alla normalità.
Oltretutto i miei 25 kg li ho ripresi immediatamente, ho lasciato perdere immediatamente tutto, adesso sto bene e se decido di fare un’altra dieta mi rivolgo ad un medico e non a due ciarlatani. Per quello che riguarda la parte economica io ed il mio amico eravamo ad un livello che i prodotti dovevamo pagarli al 50% a vita, FALSO, lo sconto del 50% rimane se si paga una cifra annuale ( adesso non ricordo quanto) e naturalmente si deve aprire una partita iva e guarda a caso il mio tutor mi aveva anche indicato un commercialista loro affiliato.
**’sti americani le inventano tutte **!!!!!!
Dopo circa 3 anni mi rivedo in giro il mio tutor, poveretto, finalmente ha terminato di fare herbalife, però certa gente non cambia, nel 2003 è finito in tucker…. poi sapete tutti che è la stessa cosa di herbalife ma vendevano un tubo metallico.
Sapete tutti come è finito tucker ed i suoi tubi , no?
AMICI APRITE GLI OCCHI E NON FATE DEL MALE A VOI STESSI MA SOPRATUTTO NON FATELO A PERSONE CHE SI FIDANO DI VOI.

SALUTI A TUTTI
view post Posted: 13/8/2017, 09:06 Dionidream. LAUTIZI RICCARDO Antennista - Leggi e link utili per tutti
www.bufale.net/home/?s=dionidream

QUESTO SOGGETTO CONTINUA A RUBARE TUTTO E SPACCIARSI PER NATUROPATA

ecco chi e

Antennista Monte Porzio Catone: Lautizi riccardo


Lautizi riccardo
V. del tuscolo. 17
00040 Monte Porzio Catone (RM) - Lazio
Tel: 069448877 - Fax: non disponibile
Percorso | Sito web | Email
Tipologia: Antennisti Monte Porzio Catone
Situata in V. del tuscolo. 17 a Monte Porzio Catone nella Provincia di Roma, l'azienda Lautizi riccardo appartiene al settore 'Antennisti'.Sei il titolare dell'azienda 'Lautizi riccardo'? Aggiorna i dati online della tua azienda!
view post Posted: 12/8/2017, 16:58 Affetta da autismo- ci spiega cosa accade nella sua testa quando qualcuno cerca di incrociare - Malattia mentale e disabilità


Una youtuber affetta da autismo ci spiega cosa accade nella sua testa quando qualcuno cerca di incrociare il suo sguardo.



https://youtu.be/BO2vTOFWOtY



Per una persona affetta da autismo evitare il contatto visivo diretto con qualcun altro non è necessariamente sinonimo di mancanza di interesse, anzi, è un modo per mantenere la concentrazione sul compito da svolgere.

Heidi Vormer, anche conosciuta come Remrov, artista e autistica sapiente—ovvero una persona affetta da autismo che dimostra doti straordinarie—che vive in Olanda, ha creato un video che fa luce sul perché lei e le persone affette dalla sua stessa patologia non riescono a guardare negli occhi la gente con cui parlano.



Ci sono diverse ragioni, spiega: a lei sembra una cosa "innaturale" e trova difficile valutare per quanto tempo deve guardare qualcuno negli occhi. Con tutte queste preoccupazioni messe insieme, reggere lo sguardo di una persona scatena una sorta di sovraccarico sensoriale, che rende troppo difficile concentrarsi sul contenuto della conversazione.

"Se guardassi qualcuno negli occhi mentre ci parlo, mi perderei tutto quello che sta dicendo," spiega.

Uno studio del 2013 che ha esaminato bambini con e senza autismo ha scoperto che i bambini con un disturbo di tipo autistico hanno più facilmente una capacità ridotta di controllo sui movimenti dei loro occhi. Un altro studio del 2005 ha scoperto che vedere i volti di altra gente scatena una "reazione alla minaccia" nelle persone autistiche, un'altra ragione per cui il contatto visivo diretto può rappresentare una sfida complessa.

Edited by *Deathena* - 26/10/2017, 06:53
view post Posted: 12/8/2017, 16:54 frutta e verdura resistenti agli antibiotici. lo dice O.N.U - Attenzione a ciò che mangiamo
Secondo le Nazioni Unite la resistenza agli antimicrobici sta già chiedendo il conto alla nostra salute e all'economia.



Ogni giorno diventa più chiaro che usiamo troppi antibiotici e a questo punto l'abitudine ci sta costando anche un sacco di soldi.

Qui a New York, le Nazioni Unite sono pronte ad affrontare quella che è diventata una minaccia su scala globale. Il meeting di alto profilo sulla resistenza agli antimicrobici dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, previsto per questi giorni, vuole lanciare un messaggio specifico ai politici: tenete sotto controllo la resistenza agli antimicrobici per il bene dell'umanità e dell'economia.


Stando a un rapporto della World Bank intitolato "Drug-resistant Infections: A Threat to Our Economic Future," le infezioni resistenti ai medicinali stanno causando un danno economico che sfiora il 3.5 percento del prodotto interno lordo globale. I paesi a basso e medio reddito potrebbero perdere fino al 5 percento del proprio PIL. In totale, la perdita economica mondiale potrebbe costarci quasi 100 trilioni di dollari entro il 2050.

Il rapporto mette l'accento sul fatto che, se la resistenza agli antibiotici continua a diffondersi, molti degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite rischiano di fallire. Questi obiettivi includono le missioni per mettere fine alla fame nel mondo, migliorare la nutrizione e la sicurezza alimentare, promuovere un'agricoltura sostenibile e ridurre il divario sociale ed economico tra le nazioni.


L'assemblea generale delle Nazioni Unite si tiene questa settimana a New York.

Parlando della resistenza agli antimicrobici come di una "tragedia per il bene comune," il rapporto sostiene che gli antibiotici sarebbero utilizzati troppo spesso nella sanità, negli allevamenti e nelle acquecolture.

"Gli antimicrobici efficaci sono una risorsa pubblica di grande valore che ha portato benefici enormi all'umanità—e l'erosione di questo bene comporterà costi altrettanto ingenti," si legge sul rapporto. "Quando gli antimicrobici hanno cominciato ad essere utilizzati ampiamente, 70 anni fa, il tasso di morti per infezione è crollato dell'80 percento. Quando i medicinali smetteranno di funzionare per colpa della [resistenza agli antimicrobici], il numero di morti e malati potrebbe raggiungere di nuovo i livelli precedenti l'era degli antimicrobici."


Nell'ipotesi peggiore, un'alta resistenza agli antibiotici potrebbe costringere alla povertà estrema altri 28.3 milioni di persone entro il 2050, e la maggior parte di esse (26.2 milioni) proverrebbero da paesi a basso reddito. Se questo scenario diventa realtà, qualsiasi progresso fatto finora per eliminare la povertà entro il 2030 andrebbe perduto. Già ora, il mondo è sulla strada giusta per raggiungere l'obiettivo di ridurre del 3 percento le persone che vivono in povertà entro meno di 15 anni.

Nell'ipotesi peggiore, un'alta resistenza agli antibiotici potrebbe costringere alla povertà estrema altri 28.3 milioni di persone entro il 2050.

Una maggiore resistenza agli antibiotici porterebbe anche a una riduzione del volume delle esportazioni globali—beni tangibili e servizi venduti tra stati—pari a un valore tra l'1.1 e il 3.8 percento, a seconda della gravità dello scenario. Entro il 2050, il costo globale della sanità salirebbe da 300 miliardi di dollari a oltre un trilione, mentre la produzione di bestiame a livello globale diminuirebbe del 7.5 percento all'anno.

"Le infezioni resistenti ai farmaci, sia negli esseri umani che negli animali, sono in aumento in tutto il mondo," stando a un comunicato stampa della World Bank. "Se [la resistenza agli antimicrobici] si diffonde senza controllo, molte malattie infettive torneranno ad essere incurabili, provocando un'inversione di 100 anni nel progresso fatto dalla della sanità."


I governi di tutto il mondo, incluso quello degli Stati Uniti, possono contribuire già ora ad alleviare il problema: promulgando leggi e norme che servano a ridurre l'uso di antimicrobici negli allevamenti, e l'abuso di prescrizioni mediche per gli antibiotici. Al momento, persino la frutta e la verdura sono ricoperte di antibiotici, come Motherboard ha riportato recentemente. In generale, l'atteggiamento pubblico nei confronti degli antibiotici deve cambiare e accordarsi a nuove leggi governative.
view post Posted: 12/8/2017, 16:50 L'intuito potrebbe essere il nostro superpotere? - Ufostorie
L'intuito potrebbe essere il nostro superpotere?

Gli scienziati militari degli Stati Uniti stanno cercando di capire da dove vengono le intuizioni per creare dei soldati perfetti.



Inside the Science of the Engineered Human di Adam Piore.

Nel 1911, lo psicologo svizzero Édouard Claparède, dopo essersi messo una puntina tra le dita, ha stretto la mano di una paziente affetta da amnesia, pungendola. Il giorno dopo, la donna non ricordava di averlo incontrato, eppure non voleva stringergli la mano.

Gli scienziati ipotizzano da tempo che la mente umana apprenda molte più informazioni rispetto a quelle di cui siamo coscienti. Anche se ci dimentichiamo di esserci fatti male, il nostro corpo ricorda tutto. Da qualche parte nelle profondità della nostra mente, ne possediamo la conoscenza implicita.


Pensate a cosa potremmo ottenere se riuscissimo a quantificare questo genere di conoscenza. Immaginate se riuscissimo a tracciare le attività cerebrali corrispondenti e, in qualche modo, ad addestrarle. Scoperte simili avrebbero rilevanza in una vasta gamma di discipline. A tal proposito, alcune delle ricerche più affascinanti su come inculcare nelle persone quel genere di ricordi inconsci — che normalmente vengono acquisiti solo con l'esperienza — sono finanziate dai militari degli Stati Uniti. Se riuscissero nel loro intento, potrebbero insegnare alle reclute, non solamente ad intuire uno spillo nascosto tra le dita, ma ad avvertire, ad esempio, la presenza di ordigni esplosivi improvvisati nascosti o di soldati talebani in attesa di tendere agguati. Il radar ha salvato innumerevoli vite nella Seconda Guerra Mondiale. L'intuito umano potrebbe essere il sistema radar non ancora sfruttato sui campi di battaglia moderni.

Nel 2009, Joseph Cohn, un ufficiale della Defense Advanced Research Program Agency (DARPA), ha vinto un finanziamento per perseguire il primo passo di questo progetto: realizzare una mappatura neurale delle intuizioni. Cohn, un capitano della Marina con un dottorato di ricerca in neuroscienze, è stato ispirato dalla storia raccontata da un colonnello dei Marine riguardo un sergente che possedeva un "sesto senso" talmente raffinato che tutti lo volevano nella loro truppa.



"Sembrava sapere sempre se era il caso di ritirarsi, o di sparare, prima ancora che succedesse qualsiasi cosa," ha ricordato il colonnello, chiedendo dopo a Cohn: "Puoi fare qualcosa di simile dottore? Puoi rendere le persone in grado di farlo?"

"Sembrava sapere sempre se era il caso di ritirarsi, o di sparare, prima ancora che succedesse qualsiasi cosa."

Cohn ha ascoltato diverse storie del genere — un flusso costante di aneddoti provenienti dall'Iraq e dall'Afghanistan su soldati che chiedevano ad interi convogli di bloccarsi perché avvertivano la presenza di ordigni, oppure che avevano intuizioni simili, poco prima di un'imboscata — anche se spesso non sapevano dire esattamente cosa desse loro quella convinzione. Cohn si è messo così a studiare la letteratura accademica dedicata all'intuito. Tanto gli psicologi, quanto gli economisti comportamentali e i filosofi hanno esaminato il ruolo che giocano nelle nostre decisioni i giudizi basati sulle intuizioni. Cohn era affascinato dal lavoro di Gary Klein, uno psicologo che, per conto dell'esercito, ha studiato come fanno i vigili del fuoco più esperti a valutare rapidamente le azioni da compiere — anche in mezzo a situazioni che lascerebbero chiunque paralizzato dalla paura.

Il buon senso comune porterebbe a pensare che chi si trova in queste situazioni si mette a soppesare più opzioni per poi sceglierne una, usando la logica. Ma Klein ha scoperto che i comandanti esperti considerano quasi sempre una sola opzione. Nel momento in cui vengono a conoscenza della situazione, hanno già deciso. Un qualcosa del tipo "so cosa sta succedendo qui e, per questo, so cosa devo fare," secondo Klein. Il ricercatore ha definito questo processo "pattern matching."



Proprio come il processo di pattern-matching connette una soluzione ad un problema, Klein sosteneva che potesse anche rilevare una serie di variazioni dal punto di vista sensoriale, restituendoci l'intuizione che qualcosa non sta andando per il verso giusto.

Dopo la sua discussione con il Colonnello, Cohn ricorda di avere avuto un'epifania: se l'intuito esistite veramente, deve esserci un modo per identificarlo in tempo reale. "Se si riuscisse a farlo," aveva compreso Cohn, allora si sarebbe potuto veramente "capire il modo di addestrarla."

I giudizi intuitivi, come concordano i ricercatori di tutte le discipline, sono basati su impressioni inconsce e, di solito, sono carichi di emotività. Cohn ha fondato un team per cercare i segnali del cervello che partono dalla corteccia visiva, bypassano le aree del cervello cruciali per il pensiero cosciente razionale, dirigendosi direttamente verso il sistema limbico, la sede delle emozioni.

Per stimolare la produzione di tali segnali, i neuroscienziati dell'Università dell'Oregon hanno mostrato a un gruppo di volontari 150 immagini incomplete di oggetti come sedie e bicchieri impossibili da riconoscere a cui mancavano diverse componenti e 50 immagini composte da pixel generati in maniera casuale. Ai volontari è stato chiesto di indovinare quale delle immagini parziali contenesse un oggetto mentre ne scorrevano due al secondo davanti ai loro occhi.



Il team ha ipotizzato che, se sottoposti a delle informazioni sensoriali limitate, i meccanismi di pattern-matching inconsci del cervello potrebbero discernere la presenza di qualcosa di concreto. Infatti, i partecipanti indovinavano correttamente il 65 per cento delle volte quando le immagini nascondevano un oggetto. Mentre hanno identificato erroneamente la presenza di un oggetto nelle immagini generate in maniera random il 14 per cento delle volte. I ricercatori hanno quindi rilevato le tracce neurali corrispondenti a una corretta supposizione.

In un numero di casi significativo dal punto di vista sperimentale in cui i soggetti intuivano un oggetto correttamente, l'attività cerebrale iniziava a divergere da quella registrata nelle congetture errate 100 millisecondi prima che i volontari apprendessero consciamente che gli era stata presentata una nuova foto. Queste oscillazioni avevano origine nella corteccia visiva e conducevano al sistema limbico. Il cervello, inoltre, generava un secondo modello di oscillazioni più globale, ad una frequenza analoga a quella rilevata quando il cervello connette diverse aree in una nuova rete.

"Ecco quali erano gli indizi delle intuizioni, A: il sistema limbico si attivava, producendo quella sensazione da: 'Wow, sta succedendo qualcosa,'" dice Cohn. "Ma B: anche altre parti del cervello venivano coinvolte per aiutarci a dare un senso a queste informazioni."



Nel 2011, Cohn, che all'epoca lavorava presso l'Office of Naval Research, ha vinto 3,85 milioni di dollari per un progetto volto ad addestrare l'intuito. Per guidare il progetto, Cohn ha chiamato Paul Reber, neuroscienziato della Northwestern che ha dedicato la sua carriera a chiarire come funziona l'apprendimento inconscio. Ha studiato cosa accade nel cervello, per esempio, quando costruiamo le nostre esperienze visive inconsce, nei casi in cui i nostri tempi di reazione accelerano in risposta ad un segnale visivo, perché abbiamo appreso inconsciamente un modello e lo stiamo anticipando implicitamente. Quando accade ciò, Reber ha dimostrato che, nella corteccia visiva, la scarica neuronale diventa più raffinata e intensa proprio in una zona del cervello chiamata gangli basali, nota anche per ospitare il genere di memoria motoria che ci consente di andare in bicicletta o suonare la chitarra.

Il vostro intuito sarà accurato solo se la vostra esperienza cumulativa costituisce un campione rappresentativo della realtà.

Ma le intuizioni — la sensazione, ad esempio, che la tua squadra sia in procinto di segnare, o che stia per accadere qualcosa di brutto — non sono sempre corrette. Nel cervello, le connessioni tra gruppi di neuroni sono modellate dalla somma di esperienze cumulative, spiega Reber. Quanto più si è esposti ad un gruppo di stimoli, tanto più è probabile che le zone del cervello che riguardano l'inconscio li riconoscano e rispondano con un'intuizione. Il vostro intuito sarà accurato solo se la vostra esperienza cumulativa costituisce un campione rappresentativo della realtà.



"Se volete ottenere questo strato di apprendimento implicito probabilmente dovete fare qualcosa di simile ad un addestramento," spiega Reber. Ovvero, "passare attraverso qualche centinaio di scenari."

Per contribuire a progettare queste esercitazioni, Reber sta collaborando con la Charles River Associates, una società che progetta, spazi "virtuali" realistici per addestrare i marines. Durante i loro studi, sono riusciti a generare "lampi di intuizione," mostrando a dei soggetti diversi appezzamenti di terreno e chiedendo loro di indovinare quali condividevano tutta una serie di caratteristiche troppo sottili per essere colti dalla mente cosciente. Il passo successivo sarà quello di lavorare su scenari più complessi e realistici.

"Vogliamo vedere se siamo in grado di suscitare gli stessi effetti di intuizione — e che tipo di modifiche e corsi di formazione potremmo progettare per accelerare questo processo," dice Peter Squire, il responsabile del progetto ONR succeduto a Cohn. "Che si tratti di ordigni improvvisati o della presenza di cecchini o terroristi nascosti, potrebbero esistere una serie di schemi regolari che potrebbero essere individuati per essere interrotti."

Quei modelli potrebbero essere qualcosa di sottile, come dei cambiamenti di colore o attività per strada irregolari.

Se avranno successo, i risultati non saranno rilevanti solo per i soldati. Questi tipi di metodi potrebbero essere utilizzati anche per formare gli agenti di borsa, gli atleti e tutti gli altri professionisti che lavorano in ambienti frenetici ad alto rischio. Potrebbe anche aiutare tutti noi a capire meglio quando possiamo ignorare quelle misteriose "sensazioni di pancia" che ci spingono sottilmente a compiere certe azioni — e quando, invece, è meglio prestare loro attenzione.



Body Builders: Inside the Science of the Engineered Human di Adam Piore.
view post Posted: 12/8/2017, 12:25 Un gruppo di scienziati ha creato il primo ibrido tra uomo e maiale - Attualità e verità nascoste
E il mondo ha un sacco di domande.



Un gruppo di scienziati ha creato il primo ibrido tra uomo e maiale



Il mondo della scienza ha appena raggiunto un traguardo significativo, creando in laboratorio il primo esemplare di "chimera" — un organismo dotato di cellule provenienti da due specie diverse — tra l'essere umano e il maiale.

Lo studio, condotto dal Salk Institute della California e pubblicato la settimana scorsa sulla rivista specializzata Cell, si è basato sull'ibridazione di un embrione di maiale con cellule umane, ma nella prima parte dei suoi esperimenti — quelli relativi alla creazione di una chimera tra ratto e topo — ha utilizzato la tecnologia CRISPR-Cas9, un metodo di manipolazione genetica a dir poco pioneristico, che consente di agire sulle sequenze di DNA in totale libertà e che, da qualche anno, si trova al centro dei dibattiti etico-scientifici più accesi.



La ricerca del Salk Institute ha dunque sollevato da un lato l'entusiasmo di una certa parte della comunità scientifica, dall'altro qualche dubbio etico.

Per quanto possa infatti essere presto per immaginare un mondo di mutanti cronenberghiani, non si tratta del primo dibattito di natura etico-morale che le tecnologie di manipolazione genetica sollevano; allo stesso tempo, la meta appena raggiunta rende sempre più concreta l'ipotesi di un futuro biologico fatto di organi umani cresciuti in ospiti animali, una rivoluzione potenzialmente enorme per branche mediche come quella del trapianto d'organi.

"Oltre ad una maggiore conoscenza dell'evoluzione della specie, dell'embriogenesi e delle malattie umane, la complementazione di blastocisti interspecie potrebbe permettere la generazione di organi umani negli animali i cui organi hanno dimensioni, anatomia e fisiologia simili a quelle umane," si legge nell'introduzione della ricerca.


Nell'immagine: a) zigoti di maiale; b) blastocisti di maiale in vitro; c) cellule staminali umane iniettate in una blastocisti di maiale; d) tratto riproduttivo di una scrofa al 28esimo giorno di gravidanza; e) conceptus di 28 giorni dove è possibile vedere embrione, allantoide e sacco amniotico; f) ingrandimento dell'embrione di 28 giorni presente nell'immagine precedente. Immagine via

Lo studio, guidato dagli scienziati Jun Wu e Juan Carlos Izpisua Belmonte, espone i risultati di una serie di esperimenti condotti su blastocisti (una delle prime fasi di sviluppo di un embrione) suine, ibridate con cellule staminali umane. I tipi di cellule staminali utilizzate, si legge nella ricerca, sono stati di tre tipi, distinti tra loro dallo stadio di sviluppo, benché mantenessero in tutti i casi le necessarie caratteristiche di pluripotenza.

Le uniche cellule umane ad attecchire con successo e restare visibili nei tessuti dell'embrione nella fase finale dell'esperimento — a quattro mesi di sviluppo della "chimera" — sono state quelle intermedie, di cui, stando alle parole di Wu, è stata riscontrata una presenza di una su 100.000 cellule.



Gli scienziati hanno condotto inizialmente esperimenti d'ibridazione simili tra ratti e topi utilizzando la tecnologia di manipolazione genetica CRISPR-Cas9, ottenendo risultati decisamente più significativi, e confermando la possibilità di sviluppare organi geneticamente appartenenti a una razza nel corpo dell'altra. "È bene notare," si legge nella ricerca, "che i livelli di chimerismo relativi a tutte le hiPSC [le cellule staminali umane] negli embrioni di maiale erano molto minori confronto alle chimere ratto-topo," questo dato, prosegue il testo, evidenzia il fatto che la distanza evolutiva tra esseri umani e maiali sia più ampia di quella tra ratti e topi.

Le liste internazionali per il trapianto degli organi sono estremamente lunghe, e solo i dati relativi all'Italia per il 2015 contano oltre 9.000 persone in attesa, per un tempo medio previsto di circa tre anni.

Poiché i tempi di crescita di un maiale sono di gran lunga più rapidi rispetto a quelli umani — un maiale diventa adulto in meno di un anno — , è facile intuire perché la possibilità di sviluppare organi altamente compatibili in tempi minori rispetto a quelli attuali sia allettante da un certo punto di vista.

Negli esperimenti del Salk Institute, sono state trovate cellule umane incorporate in svariati organi dell'embrione, tra cui fegato, cuore e reni. Un numero più esiguo si è sviluppato nei precursori dei neuroni, si legge sul Washington Post, "un timore covato dagli esperti di bioetica che paventano la creazione di un animale dotato di coscienza umana o simil-umana."



Questa ipotesi, per quanto ancora lontana, come sottolineano nello stesso articolo gli autori della ricerca, è alla base delle severe norme imposte agli istituti che si occupano di manipolazione genetica, soprattutto dopo l'introduzione della rivoluzionaria tecnologia di editing CRISPR-Cas9.

La chimera ratto-topo è sopravvissuta con successo per un anno, mentre gli esperimenti su quella umano-maiale per ora sono fermi alla fase embrionale. La domanda a cui gli scienziati hanno cercato di rispondere con questo primo esperimento, spiegano loro stessi in un comunicato stampa, era fondamentalmente solo "un sì o no": è possibile mescolare il DNA di un maiale e di un uomo?

Ora che sono giunti a un primo responso positivo, le implicazioni di questa domanda non possono fare altro, nel bene e nel male, che diventare molto più complesse, tanto per la comunità scientifica che per le istituzioni che ne regolano l'operato.


Gli scienziati utilizzano cellule staminali per creare embrioni umani / maiali chimera
Data:
26 gennaio 2017
Fonte:
Cell Press
Sommario:
Gli sforzi dei ricercatori di coltivare i primi embrioni contenenti cellule di esseri umani e maiali si sono dimostrati più impegnativi di quanto previsto, riferiscono in un nuovo studio. Le chimere umane / animali possono offrire approfondimenti sullo sviluppo precoce dell'uomo e l'insorgenza di malattie e fornire una piattaforma realistica di droga. Possono anche un giorno fornire un mezzo per crescere cellule umane, tessuti e organi per la medicina rigenerativa. Per ora, tuttavia, stanno aiutando gli scienziati a capire come crescere e specializzarsi le cellule staminali umane.
view post Posted: 12/8/2017, 12:20 Gli antichi abitanti di Göbekli Tepe amavano intagliare i teschi umani - Archeologia - mistero - viaggiatori del sacro
Gli antichi abitanti di Göbekli Tepe amavano intagliare i teschi umani con strumenti di pietra e decapitare statue.





Göbekli Tepe, una struttura monumentale nel sud della Turchia risalente a oltre 11.000 anni fa, ha interessato archeologi e appassionati fin dall'inizio degli scavi, nei primi anni Novanta. Decorato con dipinti immaginifici che raffigurano animali, persone, e ibridi tra persone e animali, questo antico tempio contiene i megaliti più antichi del mondo.

Se questo non dovesse essere abbastanza, una nuova ricerca pubblicata su Science Advances suggerisce che Göbekli Tepe era sede di un "culto del teschio". Oltre a essere il nome ideale per una band, il culto del teschio è incarnato da una comunità che dà particolare significato ai resti di cranio, e che spesso li modifica trasformandoli in oggetti funzionali come tazze o strumenti da percussione. Questo comportamento ha avuto molte trasformazioni nella storia dell'uomo, ma questo studio marca la prima vera prova osteologica (basata su ossa) di come gli abitanti di Göbekli Tepe trattassero i cadaveri e i loro teschi.


Intagli e buchi su frammenti di teschio. Immagine: Julia Gresky, DAI

Sette frammenti trovati nel sito sono ritenuti provenire da tre individui tra i 20 e i 50 anni, uno dei quali sembrerebbe "più femmina che maschio," sostiene l'autore, anche se è molto difficile provarlo attenendosi ai frammenti. I pezzo sono stati marchiati con intagli profondi, colorazioni ocra e anche un bel buco.

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"Queste profonde incisioni sono davvero eccezionali," ha spiegato Julia Gresky, una paleopatologa dell'Istituto Archeologico tedesco, in un'intervista via Skype con Motherboard. "Forse ci saranno altri ritrovamenti simili, ma per ora si tratta di una scoperta del tutto nuova."

I teschi modificati sono stati recuperati dagli scavi intorno al sito monolitico, misteriosamente riempiti molti millenni dopo la costruzione del complesso. Gresky mi ha detto che potrebbe non essere stato un processo naturale, in cui gli scheletri di animali e umani si sono sparpagliati a causa della pioggia abbondante o di altri agenti atmosferici, oppure la struttura potrebbe essere stata sepolta intenzionalmente. Comunque sia, ci sono alcuni oggetti sparsi intorno a Göbekli Tepe su cui fare altre ricerche, inclusi questi resti di teschi rudimentali intagliati.

Le analisi microscopiche delle ossa rivelano che i marchi sono stati creati da strumenti di pietra, probabilmente poco tempo dopo la morte della persona. Gresky e colleghi suggeriscono due possibili spiegazioni per le modifiche: venerazione degli antenati o "marchio" per ostentazione nei confronti del nemico. I solchi potrebbero essere anche stati usati come "traccia per una corda" da montare sul teschio, ha detto la ricercatrice, e il buco in alto potrebbe essere servito ad appenderlo.

"Forse hanno messo delle piume sul teschio per renderlo più impressionante e poi lo hanno esposto da qualche parte nella struttura," ha detto Gresky. "Al momento si tratta di una speculazione, ma si spera che troveremo più frammenti o addirittura dei corpi sepolti, così sarà più facile capire cosa sia successo in questi edifici monumentali."



Nonostante questa sia la prima prova di culti del teschio a Gobekli Tepe, nella struttura ci sono rappresentazioni artistiche di persone decapitate, perciò non è tanto difficile immaginare che qualcuno lì fosse ossessionato dal cranio.

"Ci sono molti dipinti di teste senza corpo e corpi senza testa nelle sculture e nelle incisioni," mi ha scritto in una email Jens Notroff, un esperto di Göbekli Tepe che fa a sua volta parte dell'Istituto Archeologico Tedesco. (Non era tra gli autori del paper, ma la sua ricerca viene citata.)


Da sinistra a destra: una statua decapitata intenzionalmente, un "latore di regali" che offre una testa umana e un uomo senza testa nel bassorilievo. Immagine: Nico Becker, Dieter Johannes and Klaus Schmidt, Göbekli Tepe Archive, DAI

"Inoltre, abbiamo trovato molte teste appartenenti originariamente a sculture a grandezza naturale, rotte e apparentemente depositate vicino alle colonne del monumento, particolarmente caratteristiche — da qui la correlazione con il 'culto del teschio'," ha aggiunto.

Qualsiasi fosse la ragione per intagliare questi teschi, la loro scoperta è stata collegata a questo famoso sito archeologico e racconta di mondi perduti, pittogrammi vibranti e ossa intagliate.


motherboard.vice.com
view post Posted: 12/8/2017, 12:17 dichiarazioni vere sulle scie chimiche - Attualità e verità nascoste
Chemtrails, Nanoaluminium e Effetti Neurodegenerativi e Neurodevelopmental

Russell L. Blaylock, MD
Visiting Professor Biology
Università Belhaven
Neuroscienze teoriche Ricerca, LLC

Internet è pieno di storie di chemtrails e geoengineering per combattere il riscaldamento globale e fino a poco tempo ho preso queste storie con un granello di sale . Uno dei motivi principali per il mio scetticismo era che raramente ho visto quello che stavano descrivendo nei cieli. Ma negli ultimi anni ho notato un gran numero di questi sentieri e devo ammettere che non sono come i contrails che sono cresciuto vedendo nei cieli. Sono estesi, abbastanza ampie, sono poste in un modello definito e si sviluppano lentamente in nubi artificiali. Di particolare preoccupazione è che ci sono tante dozzine ogni giorno che stracciano i cieli.

La mia preoccupazione principale è che ci sono prove che stanno spruzzando tonnellate di composti di alluminio nanosizzato. È stato dimostrato nella letteratura scientifica e medica che le particelle nanosinte sono infinitamente più reattive e inducono infiammazioni intense in un certo numero di tessuti. Particolare attenzione è l'effetto di queste nanoparticelle sul cervello e sul midollo spinale, poiché una crescente lista di malattie neurodegenerative, tra cui la demenza di Alzheimer, la malattia di Parkinson e la malattia di Lou Gehrig (ALS), sono fortemente correlate all'esposizione all'alluminio ambientale. È stato dimostrato nella letteratura scientifica e medica che le particelle nanosinte sono infinitamente più reattive e inducono infiammazioni intense in un certo numero di tessuti. Particolare attenzione è l'effetto di queste nanoparticelle sul cervello e sul midollo spinale, poiché una crescente lista di malattie neurodegenerative, tra cui la demenza di Alzheimer, la malattia di Parkinson e la malattia di Lou Gehrig (ALS), sono fortemente correlate all'esposizione all'alluminio ambientale. È stato dimostrato nella letteratura scientifica e medica che le particelle nanosinte sono infinitamente più reattive e inducono infiammazioni intense in un certo numero di tessuti. Particolare attenzione è l'effetto di queste nanoparticelle sul cervello e sul midollo spinale, poiché una crescente lista di malattie neurodegenerative, tra cui la demenza di Alzheimer, la malattia di Parkinson e la malattia di Lou Gehrig (ALS), sono fortemente correlate all'esposizione all'alluminio ambientale.

Le nanoparticelle di alluminio non solo sono infinitamente più infiammatorie, ma anche facilmente penetrano nel cervello da una serie di vie, tra cui il sangue e i nervi olfattivi (i nervi odorosi nel naso). Gli studi hanno dimostrato che queste particelle passano lungo i tratti neurali olfattivi, che si collegano direttamente all'area del cervello, che non solo è maggiormente influenzata dalla malattia di Alzheimer, ma anche colpita precoce nel corso della malattia. Ha anche il più alto livello di alluminio cerebrale nei casi di Alzheimer.

Il percorso di esposizione intranasale rende particolarmente pericoloso l'irrorazione di quantità massicce di nanoaluminio nei cieli, in quanto inalato da persone di tutte le età, tra cui bambini e piccoli bambini per molte ore. Sappiamo che le persone anziane hanno la massima reazione a questo alluminio in volo.

Oltre ad inalare il nanoaluminio, tale spruzzatura satura la terra, l'acqua e la vegetazione con alti livelli di alluminio. Normalmente, l'alluminio è poco assorbito dal tratto GI, ma il nanoalumina viene assorbito in quantità molto più elevate. Questo alluminio assorbito è stato dimostrato di essere distribuito ad un certo numero di organi e tessuti tra cui il cervello e il midollo spinale. L'inalazione di questo nanoalumina sospesa con l'ambiente produrrà anche una reazione infiammatoria tremenda all'interno dei polmoni, che costituirà un rischio significativo per i bambini e gli adulti con asma e malattie polmonari.

Prego che i piloti che stanno spruzzando questa sostanza pericolosa capiscano pienamente che stanno distruggendo la vita e la salute delle loro famiglie. Questo vale anche per i nostri funzionari politici. Una volta che il suolo,

Occorre ora adottare delle misure per prevenire un disastro di salute imponente di enormi proporzioni se questo progetto non viene immediatamente fermato. Altrimenti vedremo un aumento esplosivo delle malattie neurodegenerative che si verificano negli adulti e negli anziani in tassi senza precedenti e disordini neurodevelopmentali nei nostri figli. Stiamo già assistendo a un drammatico aumento di questi disturbi neurologici e sta avvenendo in persone più giovani che mai. (Scorri qui sotto i riferimenti per le NUOVE INFORMAZIONI da IAHF .....)

Riferimenti

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Krewski D et al. Salute umana rRevell PA. Gli effetti biologici delle nanoparticelle. Valutazione dei rischi per l'alluminio, l'ossido di alluminio e l'idrossido di alluminio. J Toxicol Environ Health B Crit Rev 2007; 10 (suppl 1): 1-269.
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view post Posted: 12/8/2017, 11:22 biologia sintetica o la biologia "hackerata" - Attualità e verità nascoste
Perché questo batterio hackerato è la grande promessa della biologia programmabile
Michael Byrne

I ricercatori vogliono trasformare le cellule viventi in strumenti di rilevamento biologici e sono partiti dal batterio E.coli.



Si chiama "ribocomputing:" in pratica, vuol dire hackerare una molecola di RNA, il "messaggero" chimico che trasporta istruzioni dal DNA di una cellula al resto di essa. In questo modo, è possibile prendere il controllo dei processi della cellula, in particolare quelli riguardanti la sintesi proteica. Inoltre, si riesce a modificare l'RNA per rispondere a stimoli specifici, offrendo un sistema microbiologico programmato per reagire a determinati input allo stesso modo in cui un computer interno a un'auto potrebbe rispondere a un suo sensore di temperatura.


Anche se la biologia sintetica o la biologia "hackerata" è un ambito di ricerca in rapida crescita, il termine ribocomputing non viene utilizzato molto, limitandosi per lo più ad un singolo studio del 2016. Questo almeno fino alla pubblicazione di un paper su Nature che descrive i circuiti biologici hackerati a base di RNA capaci di attuare quanto descritto: rilevare input e fare sì che i dispositivi cellulari rispondano a quei segnali in modo predefinito. Affascinante ma anche un po' inquietante.

Una parte consistente della ricerca nell'ambito della biologia sintetica comporta l'individuazione di "parti" biologiche da assemblare in bio-circuiti funzionali. Ovvero, blocchi modulari e predefiniti che costituiscano un set di base per la costruzione di dispositivi biologici. Il lato sconveniente dell'approccio modulare, come spiegato nel paper, è che i circuiti risultanti sono molto complessi ed estremamente sensibili al loro ambiente circostante. E, purtroppo, le cellulme biologiche sono ambienti estremamente movimentati.

In questo caso, però, le componenti dei dispositivi sono integrate in modo "naturale" nelle cellule. È l'RNA stesso a venire riprogrammato grazie al cosiddetto Toehold switch. Fondamentalmente, questo interruttore è una nanostruttura di RNA a forma di forcella che viene inserita in una cellula. L'RNA dello switch è in grado di indurre la cellula a creare una proteina specifica ma, in primo luogo, deve rivelarsi compatibile con l'RNA complementare presente naturalmente all'interno della cellula. Quando l'RNA naturale e l'RNA del Toehold switch si incontrano, il secondo entra in azione e la cellula inizia a produrre la proteina prescritta.


"Dopo che abbiamo studiato come usare i Toehold Switch e le molecole di RNA per codificare le operazioni logiche di base — AND, OR e NOT — siamo riusciti a condensare queste funzionalità all'interno di una molecola appositamente progettata che chiamiamo gate RNA," ha dichiarato Alexander Green, uno degli autori dello studio. "L'utilizzo dei gate RNA ha reso i dispositivi di Ribocomputing molto più compatti dal punto di vista genetico e aiutato a scalare i circuiti in modo che le cellule possano prendere decisioni più complesse."

Green e i suoi colleghi sono riusciti ad implementare due gate RNA indipendenti che lavoravano insieme all'interno di una cellula E coli per produrre delle proteine fluorescenti — in altre parole, hanno fatto in modo che le cellule si illuminassero. Non è difficile immaginare che queste cellule possano essere immesse nel corpo come unità di rilevazione, avvertendo i medici alla presenza di cellule tumorali o di qualsiasi altro tipo di malattia.

Secondo lo studio, questa stessa tecnica potrebbe essere estesa oltre ai batteri anche ad altri microrganismi e, forse, oltre la dimensione delle cellule. Inoltre si potrebbe congelare l'RNA hackerato e stamparlo su carta, per implementarci le stesse funzionalità di base. Immaginate delle strisce di carta che funzionano piattaforme di rilevamento dinamiche per la diagnostica medica.

Gli interruttori di guardia forniscono un elevato livello di ortogonalità e possono essere in avanti progettati per fornire una gamma dinamica media superiore a 400. Mostriamo che gli interruttori possono essere integrati nel genoma per regolare i geni endogeni e utilizzarli come sensori che rispondono agli RNA endogeni. Sfruttiamo l'ortogonalità degli interruttori di comando per regolare autonomamente 12 geni e costruire un circuito genetico che valuta la logica AND di 4 input. Gli interruttori di emergenza, con la loro ampia gamma dinamica, ortogonalità e programmabilità,

www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0092867414012896

http://www.sciencedirect.com/science/artic...7414012896#sec4
view post Posted: 12/8/2017, 11:14 The Speed of Hypocrisy: come l'America è diventata dipendente dalla meth legale - Dipendenze
The Speed of Hypocrisy: come l'America è diventata dipendente dalla meth legale
AZ
ALEXANDER ZAITCHIK


L'America sta raggiungendo livelli vertiginosi di consumo di anfetamine, che molto spesso vengono chiamate medicine.



Sono stati scritti moltissimi pezzi su Breaking Bad, eppure nessuno ha colto davvero l'ironia che sta alla base della serie. Nonostante il vanto di tutte le scene realistiche e di tutti i riferimenti culturali, nella serie ormai cult non c'è stato nemmeno un accenno all'aumento della "blu" legale, avvenuto parallelamente nel mondo reale.

Nei cinque anni in cui Heisenberg passava il tempo a sfornare metanfetamine blu, negli Stati Uniti si è verificata un'esplosione reale della produzione e della vendita di pillole color zaffiro e capsule azzurre contenenti meth. Quest'altra "blu", conosciuta con i suoi nomi commerciali Adderall e Vyvanse, ha trovato il suo più grande mercato nelle classi dei licei, come quella in cui insegnava Walter White. Dato che questo speed è prodotto e venduto da aziende farmaceutiche, ovviamente la serie si è concentrata solo sulla meth blu e i suoi consumatori, solitamente mostrati mentre si grattano qualche ferita durante attacchi di tic nervosi, vestiti di stracci che sembrano presi dalle gang di cannibali de La Strada di Cormac McCarthy.


Proprio per la rappresentazione unilaterale dello speed in America, Breaking Bad merita di essere definito il Reefer Madness dei giorni nostri. Il film del 1937 immortalava l'attenzione selettiva della prima guerra alle droghe, in cui il delirio si concentrava sulla marijuana messicana e intanto non veniva detto assolutamente niente sul commercio della Benzedrina, la droga autorizzata della Grande Depressione.

Per capire perché il telefilm della AMC entra così bene nei panni di Reefer Madness, bisogna guardarlo dal punto di vista dei dirigenti delle case farmaceutiche, che sospetto organizzassero party scatenati per guardare tutti insieme Breaking Bad.

Perché così stanno i fatti: se si eliminano le caricature della meth da strada e gli stigma sociali che associamo ad esso, l'attenzione inizia a spostarsi sul marketing delle industrie farmaceutiche, che vende i loro prodotti puri come sicuri e applicabili a sempre più cure. Basterebbe togliere i contrasti in stile Goofus e Gallant tra gli Zombie delle zone degradate e gli Adderall-Aspirazionali della provincia bene, e improvvisamente dovremmo parlare (non senza imbarazzo) della tavola periodica, della dipendenza e di cosa vuol dire essere fatti.

A parte le sostanze usate per tagliarla, la metanfetamina da camper è chimicamente cugina di primo grado di quella farmaceutica. La differenza sta tutta in una molecola del gruppo metilico che fa circolare la meth un po' più velocemente tra sangue e cervello e rende il suo effetto un po' più forte. Dopodiché la meth diventa velocemente destroanfetamina, cioè la sostanza dominante dell'Adderall, il farmaco prediletto d'America per curare la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) o per aiutarsi durante le sessioni di studio.




Tra l'ammasso di ragioni dietro la scelta americana di separare lo speed tra "buono" e "cattivo", la chimica è quella meno convincente. Essendo uno che ha consumato le sue belle dosi di entrambe le categorie (ne parlerò meglio in seguito) posso dire che la differenza tra l'Adderall e la meth da strada è davvero ingigantita, e quasi sfocia nella finzione sociale.



Non è un segreto di stato. Quando lo speed legale ha fatto il suo ritorno come cura per l'ADHD, il Journal of Neuroscience ha pubblicato uno studio che sembrava un avvertimento cortese. Anfetamina e metanfetamina, scrivevano i ricercatori, sono "quasi ugualmente potenti" e "producono risposte comportamentali qualitativamente simili." Entrambe eccitano il sistema nervoso centrale in modi quasi identici, inibendo i recettori di dopamina, serotonina e adrenalina. La meth è meth. Il cervello risponde allo stesso modo, che sia prodotta dal Cartello di Sinaloa e messa in bustine trasparenti o dalla Lundbeck Inc. e venduta in farmacia in confezioni arancioni come Desoxyn®.

La maggior parte delle persone capisce che l'eroina e l'Oxycontin sono entrambe droghe pesanti e che creano una forte dipendenza. Ma non lo capiscono dello speed. Quando si parla di anfetamine, gli Stati Uniti hanno scelto un atteggiamento dualistico nazionale, per cui ci sono dottori che senza pensarci troppo prescrivono lo speed a giovani e adulti sani, mentre unità speciali lanciano bombe a mano nelle culle alla ricerca di pischelli spacciatori.

Questo dualismo è tenuto in vita dalle storie raccontate dai media, che danno per scontato il paradigma dello speed "buono" e di quello "cattivo". Il New Yorker ha parlato di "amplificatori cognitivi" popolari tra i pionieri della "neurologia cosmetica" delle università dell'Ivy League—quelle persone "molto attive e impegnate che prendono Adderall e Ritalin per essere ancora più attive ed efficienti e impegnarsi ulteriormente." Gli articoli sulla meth, invece, sistematicamente sembrano scritti dai figli di David Brooks e Jane Goodall. L'antropologo Jason Pine si è "inserito" tra i drogati di meth delle campagne del Missouri e ha descritto l'esperienza al New Republic. "Sono molto allegri e vogliono parlare, condividere," spiegava Pine. "Hanno anche cambi d'umore improvvisi—passano velocemente a reazioni aggressive."



Magari fanno anche un gesto per dire "banana"?


Un'operazione anti meth a Bristol, Virginia. Immagine: Robert Spiegel, Wikimedia

I risultati di questo dualismo fittizio iniziano a venir fuori. A un ragazzino americano su cinque è stata diagnosticata la sindrome da deficit di attenzione; il mercato di prescrizioni di anfetamine per adulti è in pieno boom, in rialzo del 50 percento dal 2008. Un numero sempre crescente di persone che usano lo speed arriva nei pronti soccorso e nei centri di riabilitazione del Paese.

Il Dottor Lawrence Diller, autore di Running on Ritalin, fa notare che in California le anfetamine hanno superato gli oppiacei come causa maggiore di ingresso nelle cliniche per le tossicodipendenze. Speriamo che la reazione dell'industria dei farmaci per l'ADHD a questo ultimo primato sia più contenuta di quella che probabilmente c'è stata quando il settore ha superato i farmaci per il diabete come categoria in maggior espansione, nel 2012. Per chi non si può permettere il rehab, stanno nascendo vari forum per i dipendenti come QuittingAdderall.com.

Sono le donne ad avere il primato nel boom delle anfetamine. A marzo Express Scripts, che monitora i trend del settore, ha pubblicato un report che mostrava come negli ultimi cinque anni le donne dai 26 ai 34 anni siano diventate il segmento di mercato in maggiore crescita, con un aumento dell'85% di prescrizioni di farmaci per curare l'ADHD. La fascia demografica appena più giovane di loro, le ragazze "millennial", ha visto un picco di diagnosi della malattia nello stesso periodo.


Se guardiamo tutte le fasce demografiche, la spesa nazionale per le anfetamine è quasi raddoppiata dal 2008. Adesso il mercato vale dieci miliardi di dollari, e consuma più dei quattro quinti dello speed farmaceutico in tutto il mondo. Si prevede che il consumo in America salga ancora di un quarto entro la fine del 2015. Il report di Express Scripts si chiude con una domanda retorica: "Forse stiamo diagnosticando e curando eccessivamente la popolazione adulta?"

"Curando" non è la parola giusta, ma farsi questa domanda è già un inizio.


I trend di consumo tra gli adulti non sono causali. Per anni l'industria farmaceutica ha modernizzato il marketing delle campagne pubblicitarie del dopoguerra rivolte alle donne. Avevano avuto un tale successo che alla fine degli anni Sessanta milioni di donne erano dipendenti dai farmaci prescritti. Proprio in quel periodo, quando il mercato americano dello speed toccava i quattro miliardi di dollari all'anno, il giovane ramo della scienza del cervello (una branca delle neuroscienze) ha iniziato a capire perché, per usare le parole di uno studioso, "avendo a disposizione abbastanza anfetamine, ogni topo, scimmia o uomo finisce per autodistruggersi."

Quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità studiò il picco della crisi da speed americana del dopoguerra, stabilì che i pericoli delle anfetamine superavano i benefici. Ogni nazione industrializzata fu d'accordo con questo giudizio, inclusi gli Stati Uniti, che cambiarono le leggi per adeguarsi. Tra i cambiamenti sociali degli anni Sessanta vi fu anche una reazione negativa verso lo speed che produsse stampa critica, indignazione pubblica e riunioni del Congresso che ne limitarono la produzione, la promozione e la vendita.



Il boom anfetaminico di oggi è stranamente simile. La storia e le previsioni di mercato ci dicono che il nuovo "pillola party" americano assomiglierà presto al vecchio, e finirà male allo stesso modo. E il party è appena iniziato. Usando le parole di momswithADD.com, “Stasera c'è un ADD PARTY e sei invitata!"

Per capire la futura epidemia da speed americana, si possono studiare le epidemie precedenti. Oppure si può seguire lo show di medicina ambulante della Dott.ssa Patricia Quinn. Entrambi i metodi portano alla stessa visione catastrofica finale.

Negli ultimi 20 anni la Quinn è emersa come una dei maggiori esperti dell'ADHD. Un caposaldo del circuito delle conferenze, è anche l'autrice di vari libri e appare regolarmente sui canali televisivi nazionali. Come tanti suoi colleghi che fanno parte della rete incestuosa di organizzazioni e siti finanziati dalle case farmaceutiche, anche la Dott.ssa Quinn sta dalla parte dei produttori dei farmaci.

Negli anni ha lavorato come consulente e relatrice al soldo della Shire, della Noven, e della Janssen Pharmaceuticals. Questi marchi vendono anfetamine. La fascia demografica di successo per questi medicinali, guarda caso, sono le giovani donne: la specialità della dottoressa. La sua professione gira intorno al problema che le donne e le ragazze americane non stiano consumando abbastanza delle 200 tonnellate di speed che il Paese butta giù ogni anno. Il fatto che le diagnosi della sindrome stiano aumentando sempre più velocemente tra le donne è una conferma del suo duro lavoro.


Le stime positive del mercato non rallentano il lavoro della Quinn e dei suoi colleghi, che persuadono le donne e le ragazze a farsi curare i sintomi dell'ADHD. Il sito della dottoressa, ADDvance.com—"Siamo qui per aiutarti a spiegare le ali e volare!"—propone dei quiz per l'auto diagnosi.

Per le ragazze: "La tua stanza è molto disordinata?"

Per le loro madri: "Tua figlia sogna ad occhi aperti, è un maschiaccio o una chiacchierona?"

Secondo la sua biografia, la Dott.ssa Quinn avrebbe fondato un gruppo chiamato Centro Nazionale per Ragazze e Donne affette da ADHD. Dobbiamo fidarci delle sue parole, perché il centro a quanto pare non ha un sito, cosa stranamente comune ai gruppi del genere dedicati alle donne. Il link al Centro Nazionale per i Problemi di Genere e l'ADHD della Dott.ssa Kathleen Nadeau rimanda a un sito che promuove un altro prodotto, le sigarette elettroniche, e nella fattispecie il modello Ave 40 Vape. Mentre scrivo questo articolo chi gestisce l'attività della Nadeau non si è ancora preoccupato di cambiare l'acronimo del gruppo nell'URL.

Che questi centri siano mai esistiti o meno, le intestazioni danno una patina di credibilità agli slide show promozionali e ambulanti della Quinn, chiamati “AD/HD in Girls and Women: The Hidden Disorder (L'ADHD nelle ragazze e nelle donne: la sindrome nascosta)." Il suo pubblico di solito non conosce i legami economici della dottoressa con le case farmaceutiche che vendono le medicine che loda.

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E non viene detto loro nemmeno che lo speed è stato il primo sinonimo della spirale della dipendenza, visto che i testi moderni sulla dipendenza fisiologica e la tolleranza nascono dagli studi degli effetti delle anfetamine sulla dopamina. Inoltre, le slide della Quinn si dimenticano di dire che lo speed in passato ha dato ai medici la migliore simulazione sperimentale di schizofrenia. Negli anni Sessanta i ricercatori conclusero che l'uso abituale di anfetamine produceva un "modello di psicosi" più accurato dell'LSD.

Ciò che invece le donne imparano dalla dottoressa è che una dose quotidiana di speed migliorerà le loro carriere, la vita sentimentale e il girovita. Una slide di "The Hidden Disorder" ci spiega che "I sintomi della sindrome includono un appetito esagerato…e sono correlati all'indice di massa corporea… e si riscontrano assunzioni abitudinarie di carboidrati (dolci e amidi) di sera."


Una slide da "The Hidden Disorder" della Dott.ssa Quinn.

Avere un debole per i dolci e i carboidrati a quanto pare è un sintomo dell'ADHD più lampante del rendimento scolastico insufficiente. Come ha detto la Quinn ad un sito di "coaching per l'ADD", "è importante curare la sindrome nelle ragazze anche se vanno bene a scuola e non sembrano avere problemi, perché magari tirano avanti ad un duro prezzo." Una volta che assumono i farmaci devono continuare ad assumerli sempre, dice la dottoressa, perché "l'ADHD è una sindrome cronica che dura tutta la vita," che si cura al meglio con pillole che "diminuiscono lo stimolo ad abbuffarsi."


La Dott.ssa Quinn è una dei più grandi ciarlatani del circuito che gira intorno all'ADHD. Ed è anche una tipa molto retrò. La sua vendita martellante alle donne con allusioni all'indice di massa corporea e al "mantenimento della casa" è un ritorno alla strategia di mercato così di successo a metà del secolo scorso: convincere le donne sfruttando le loro insicurezze sul peso, sulla produttività e positività, e poi lasciare che il resto lo faccia la dipendenza—che i rappresentanti farmaceutici chiamavano "abitudine."

I produttori di anfetamine legali non si sono mai accontentati di un mercato limitato ai ragazzini iperattivi, esattamente come gli spacciatori di meth non limitano la loro clientela ai camionisti. Infatti gli sforzi per ampliare il mercato risalgono al primo brevetto delle anfetamine.

A metà degli anni Trenta, a meno di un decennio dalla prima sintesi dell'anfetamina, lo psichiatra Charles Bradley condusse degli esperimenti con dei sali alla benzedrina prodotti da Smith, Kline & French. I risultati furono pionieristici. Bradley concluse che l'uso più promettente della sostanza era come cura per i bambini "problematici". Ma alla SKF non piacevano i numeri di questo business limitato.

La società preferì il lavoro di ricercatori che prospettavano un mercato più ampio per quella che uno scienziato del tempo chiamò "una medicina alla ricerca di una malattia." La SKF scelse Abraham Myerson, un professore di Harvard e psichiatra che pubblicava saggi che consigliavano l'uso delle anfetamine come "tonico" per le sbornie e la "tensione."



L'opera omnia di Myerson, incluso il libro “The Nervous Housewife,” ha fornito la base intellettuale e commerciale per la promozione delle anfetamine al grande pubblico—specialmente alle donne. La SKF inviava pubblicità che citavano Myerson a decine di migliaia di medici di base. La società consigliava la sua fantastica nuova medicina come cura per ben 39 disturbi, tra cui il singhiozzo.

Proprio come i siti di oggi, finanziati dal settore farmaceutico, anche queste pubblicità non menzionavano affatto il rischio di dipendenza, di depressione, ansia e psicosi. Il lavoro di Myerson per la SKF ha dato vita ad una tradizione imbarazzante. La sua eredità vive oggi nel professore di psichiatria di Harvard Joseph Biederman, un'autorità che promuove la crescita dei farmaci per l'ADHD, condannato nel 2008 dall'Istituto Nazionale di Sanità americano per l'occultamento di milioni di dollari provenienti dalle consulenze farmaceutiche.


Una vecchia pubblicità per il farmaco per la perdita di peso biphatemine. Immagine: Pubblico dominio.

Nel dopoguerra lo speed ebbe un enorme successo commerciale. Negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta le anfetamine erano usate da tutte le classi sociali, ma i maggiori profitti si dovevano al fatto che era diventato lo strumento socialmente accettato per far perdere peso alle donne e mantenerle allegre mentre vivevano negli squallidi sobborghi da Guerra Fredda. In tutto il Paese si consumavano diverse varietà di anfetamine legali, dalle bestseller Benzedrina, Dexedrina e Dexamyl alle innumerevoli copie. Un buon numero di questi farmaci conteneva metanfetamina.



Il popolare Obetrol, farmaco per controllare la dieta prodotto a Brooklyn dalla Rexar Pharmaceuticals, controllava l'appetito delle donne di Levittown e animava le feste della Factory di Warhol, dove era la prima scelta di speed. (La mattina in cui Valerie Solanas sparò a Warhol, l'artista stava andando in farmacia con la prescrizione per comprare l'Obetrol).

Nel 1970 circa il dieci percento delle donne americane usava regolarmente o era dipendente da qualche tipo di anfetamine, prescritte prevalentemente per perdere peso. Nel suo libro Speed-Speed-Speedfreak, Mick Warren ci ricorda che casalinghe e le ventenni dipendenti erano modelli culturali assodati, le sirene nelle canzoni come “Mother's Little Helper” dei Rolling Stones o “Amphetamine Annie” dei Canned Heat. Sin dalla metà degli anni Sessanta le denunce dei media in Ladies Home Journal e altre riviste chiedevano un intervento da parte del Congresso. Seguirono udienze di alto profilo. Si arrivò quindi al Controlled Substances Act e alla classificazione delle anfetamine, contro le accanite resistenze dell'industria di settore, come droghe “Schedule II”, caratterizzate cioè dall'alto rischio di dipendenza e abuso. Per la prima volta vennero messi degli ostacoli federali alla produzione annua di speed.

Con l'aiuto di alcuni amici al Congresso queste misure sono state regolarmente ammordibite negli ultimi anni, e stanno ora raggiungendo livelli simili a quelli precedenti al 1970.


La legge del 1970 firmata da Richard Nixon non è un modello per una politica razionale contro della droga, ma le udienze che portarono ad essa avevano ragione su molti punti. Guardando indietro, si è colpiti dal realismo che ha caratterizzato i procedimenti legali che riguardavano lo speed. Non c'era nessun dualismo che separasse lo speed “buono” medicinale e quello “cattivo” da strada. Chiunque tentasse di usare due categorie per descrivere la stessa droga sarebbe stato deriso, oppure salutato come un visionario del marketing venuto dal futuro.

Nei tardi anni Sessanta, le aziende farmaceutiche producevano circa il 90 percento delle anfetamine che venivano vendute per strada, e tutti lo sapevano. Nel 1964, una troupe televisiva della CBS usò della carta intestata falsificata in modo approssimativo per ottenere centinaia di migliaia di pillole di speed dalle grandi compagnie per poche centinaia di dollari. Walter Cronkite concluse il report con uno schiaffo morale ai principali e “apparentemente innocenti” produttori di speed. Qualche volta le case farmaceutiche consegnavano il prodotto direttamente al mercato nero. Strasenburgh, produttore del famoso precursore dell'Adderall conosciuto come Black Beauties, venne più volte multato per vendita illegale di pillole, inclusa una quantità recapitata nell'undicesimo buco di un campo da golf a Tijuana.

Le udienze del 1970 erano caratterizzate dal presupposto di base che le anfetamine creassero dipendenza e fossero dannose anche, e spesso soprattutto,quando “prese sotto prescrizione.” Oggi siamo ancora lontani anni luce da questa affermazione. Lo stesso vale per la perdita della nostra comprensione del rapporto simbiotico tra lo speed e la diffusione epidemica dei sedativi. Come ha testimoniato David Smith della Haight-Ashbury Clinic, “quello che succede quando si sviluppa molto l'uso dello speed [è che] ne segue la diffusione dei sedativi.”


Qualcuno ha un po' di Xanax per caso?

In ogni ambito del boom odierno dello speed—chimica, storia, economia—“speed” è l'unica parola credibile.

La Dottoressa Quinn non è l'unica a sforzarsi di far rivivere il mercato di speed per adulti del dopoguerra. Fate un giro nei siti collegati alle aziende farmaceutiche che parlano dell'ADHD e ascoltate la copertura mediatica: incontrerete lo stresso gruppo di donne, più e più volte, tutte che fanno eco alla visione delle donne con la sindrome proposta dalla Dottoressa Quinn, secondo cui sono loro “le vere “Desperate Housewives”. Sono le persone dalla sindrome "nascosta" le cue sofferenze finiranno quando “riconosceranno il proprio ADD,” citando le parole della campagnia di commercializzazione diretta con testimonial Adam Levine dei Maroon 5. (Aspettatevi altre pubblicità sull'ADHD con celebrità nel futuro.)

Una star che difende questo mondo di donne adulte con l'ADHD è Terry Matlen di momswithADD.com. Come la Dott.ssa Quinn, Matlen afferma di aiutare le donne a comprendere la malattia. Ma il messaggio che viene trasmesso sul sito del suo business, ADDconsults.com è rivolto a un pubblico molto diverso: clienti delle aziende farmaceutiche che hanno un prodotto da promuovere.

Matlen fa una grande offerta alle compagnie nel business dell'ADHD: "Vi piacerebbe che i vostri prodotti/servizi fossero visti da migliaia di persone che sono interessate all'ADHD? Grazia alla mia grande visibilità online io posso: promuovere il vostro servizio/prodotto attraverso molti canali, ad esempio, il sito ADDConsult, newsletter, blog, negozi online; scrivete un articolo che riguardi il vostro prodotto; siate disponibili a rappresentare voi stessi o il vostro prodotto ai media."



I clienti recenti di Matlen includono i produttori dei principali marchi di speed. Ma dato che il suo è più un compito da faccendiere, e non può prescrivere le pillole, vede queste relazioni irrilevanti per la sua integrità come terapista. “Non sono compromessa dai legami che ho con le compagnie che producono cure—farmaci—per l'ADHD, dato che non posso prescrivere farmaci,” ha detto Matlen a Motherboard.

Sari Solden, la terapista di Ann Arbor che sta dietro a ADDjourneys.com potrebbe dire le stesse cose in sua difesa. Come la Matlen, Solden non è un medico, ma ama porre delle domande che orientino le donne nella giusta direzione. Nella sua “pratica lista” di sintomi dell'ADHD pubblicata su ADDitudemag.com, Solden chiede, “il tempo, i soldi, le scartoffie, o “delle cose” dominano la vostra vita e ostacolano la vostra capacità di ottenere i vostri risultati?”

Le donne possono chiacchierare con Solden delle proprie lotte con “le cose” a luglio a Orlando, presso il centro geografico del Pill Mill State, dove Solden presenterà la International Adult ADHD Conference. L' organizzatore di questo esaltante evento annuale di networking è la Attention Deficit Disorder Association, un gruppo rappresentativo della Ortho-McNeil-Janssen Pharmaceuticals di Johnson and Johnson’s, il produttore di Concerta. Il piano della conferenza del 2014 riflette degli importanti trend di mercato. Un pannello ha il titolo di “Oddio – I miei figli mi hanno attaccato l'ADHD!” Ma all'evento c'è molto di più che pannelli informativi. La conferenza è un'opportunità per i medici di incontrare alcune delle 100.000 persone che, nei termini dell'ADDA, “vengono sul nostro sito per cercare gli esperti che la diagnostichino e i professionisti che li possano aiutare,” [Enfasi mia]



A Orlando, l'ADDA festeggerà i suoi 25 anni. Il gruppo festeggerà in maniera non ufficiale molto di più. Dopo decine di anni di animazione sospesa, il mercato adulto dello speed è finalmente tornato in piedi, è rinvigorito e pronto per partire. Una strategia a lungo termine di alimentazione di società professionali, medici di assistenza primaria, media e alleati politici ha dato i suoi frutti. Fin dall'inizio l'arma segreta di questa strategia sono state donne come la signora Quinn: persone che pongono domande pseudo-scientifiche che parlano come Oprah, che affermano di soffrire di ADHD e ti convincono, e che hanno qualcosina che potrebbe aiutarti a perdere quei chili in più, occuparti della casa, allontanare la malinconia.

Chiunque cerchi di comprendere la malafede dietro l'industria medica dell'ADHD al giorno d'oggi, dovrebbe iniziare dalla storia essenziale, On Speed: The Many Lives of Amphetamine di Nicolas Rasmussen. Rasmussen, uno storico della scienza alla University of South Wales, racconta una storia che dovrebbe influenzare ogni trattamento del tema da parte dei media, cosa che non succede mai. Quando si parla di speed, l'amnesia nazionale dilaga. Lo speciale di Esquire di Ryan D'Agostino sull'ADHD, “The Drugging of the American Boy,” inizia la storia dello speed con due riferimenti: 1955, l'anno in cui il Ritalin ottenne il brevetto, e il 1987, quando la American Psychiatric Association codificò il termine ADHD (in opposizione a ADD). Altrimenti sarebbe come tornare all'età del fuoco.


Una delle prime pubblicità del Ritalin.


Le conseguenze di questa amnesia sono termini deliranti e pericolosi.



Gli americani amano la parola “speed”. La usiamo in titoli di film, videogiochi, pubblicità per la banda larga e consegna di pizze. La sua etimololgia fa anche eco ai miti nazionali. L'antico termine inglese “sped”, dal quale deriva la parola moderna, significava “successo, prosperità, salute, fortuna, opportunità, crescita”. Questa origine cattura tutti i motivi per cui lo speed è la droga americana per antonomasia. E suggerisce anche un lessico rischioso.

Gli articoli che riguardano i farmaci per l'ADHD parlano di successo, competizione lavorativa e progresso, ma trovatene una che chiami la droga con il suo nome: speed. La parola semplicemente ci sfugge quando cerchiamo di capire perché Johnny Prep viene portato al pronto soccorso. Quando il nostro speed si trova in una bottiglia su cui c'è una croce blu la chiamiamo “medicina”; ma quando è metanfetamina blu in una busta, non sono la chiamiamo “droga pesante” ma chiamiamo una squadra di agenti speciali, dichiariamo il giorno nazionale della “Methamphetamine Awareness” e guardiamo intontiti i poveri tossici senza assicurazione sanitaria sui canali via cavo.

Consideriamo l'indagine incriminante di Alan Schwarz del dicembre 2013 sul New York Times,“The Selling of Attention Deficit Disorder”. Il servizio espone gli sforzi sistematici durati decenni da parte delle aziende farmaceutiche per far crescere il mercato e i fascino dei farmaci per l'ADHD. Nonostante il pezzo sia forte, Schwarz rimane fedele al linguaggio del marketing che usano le aziende. Parla di “medicine” e, verso la fine, di “stimolanti”. Nonostante la sua profonda conoscenza delle numerose vittime “off-label” di speed, neanche una volta Schwarz usa il termine “speed” o fa riferimento alla campagna “speed kills” che c'era quando era piccolo.


Il linguaggio non incisivo danneggia i tentativi delle persone che cercano di esprimersi in termini schietti e onesti. Kate Miller ha scritto per il Times il blog “Anxiety” che raccontava di aver simulato una diagnosi di ADHD e di essere diventata dipendente dall'Adderall. Il blog termina con Miller che getta le sue “medicine rimaste” nel water.

"Ho fatto uno sbaglio infantile credendo che ci fosse una scorciatoia per la maturità e il successo,” ha scritto. “È stato bello capire finalmente che il mio vero Io che cercavo di cambiare è stata in realtà la mia salvezza.”

Traduzione dal linguaggio da terapia: “sono diventata dipendente dallo speed, sono stata una tossica per un po' e mi sono sballata.”

Solo “speed” cattura la sensazione che le anfetamine danno e ciò che fanno al cervello. Solo “speed” implica uno schianto, che definisce bene sia la droga che la fattanza. Solo “speed” connette la vendita presente di anfetamine da parte delle aziende con quella del passato. Solo “speed” annulla la separazione immaginaria tra il prodotto di Walter White e quello di Shire.

Per coloro che non hanno mai provato lo speed è difficile descrivere la serietà della catastrofe a livello di salute pubblica—e gli abissi della corruzione che ci sta sotto—che porta sani studenti del college a prendere 90 milligrammi di anfetamine al giorno per ordine del medico.

La letteratura clinica sullo speed non è molto ampia, e questo c'entra con il fatto che le aziende farmaceutiche finanziano gran parte della ricerca, poi decidono che cosa viene pubblicato o no. Quando emergono report indipendenti, come lo studio della American Heart Association che collega l'uso di speed a un rischio quasi triplicato di lacerazioni all'aorta—che porta a una veloce e terribile morte—le conclusioni non attirano molto l'attenzione. Quando l'AHA ha annunciato nel 2007 il bisogno di migliori ricerche sugli impatti a lungo termine poco esplorati sul sistema cardiovascolare, i media quasi non se ne sono accorti. Molte riviste nazionali erano troppo occupate a pubblicare immagini ingannevoli della “bocca da meth”.


C'è un motivo per cui gruppi come il CHADD e l'ADDA si concentrano sulla “scienza dell'ADHA”, che non è una scienza dura e ignora la scienza dei medicinali che vengono usati per curarle, che è invece scienza dura. Usando il linguaggio edulcorato di uno studio pubblicato nel 2009 su Molecular Psychiatry “gli effetti di cure prolungate con stimolanti non sono state completamente esplorati, e comprendere questi effetti è una priorità della ricerca..ci sono casi che indicano che l'uso sotto prescrizione può produrre eventi avversi dal punto di vista psicologico, incluse psicosi indotte dagli stimolanti.”

Il saggio non si sofferma sulla distinzione tra prodotto farmaceutico e da strada, perché la distinzione non è d'interesse. È nata con la diffusione dei medicinali per l'ADHD e la (probabilmente non è una coincidenza) concomitante isteria nazionale sulla sporca metanfetamina da strada. La distinzione si è rafforzata negli anni fino a diventare uno spesso muro di plexiglass che è il vetro attraverso cui si guarda nel disfunzionale dibattito sullo speed.

Permettetemi di rimuovere questo vetro e condividere con voi la mia breve esperienza con lo speed.

Per circa cinque anni verso i miei vent'anni ho consumato speed “cattivo”. Era la fine degli anni Novanta e vivevo a Praga, che era allora, come adesso, la capitale europea dello speed. Ho consumato il pervitin locale, che i Nazisti avevano prodotto in massa nelle industrie chimiche della Boemia occupata. In Cambogia ho preso delle pastiglie rosa di metanfetamine chiamate yaba (tailandese per “medicina pazza”). Quando mi sono trasferito a New York nei primi anni 2000 mi sono dilettato con la crystal meth “a necessità”. Ho consumato metanfetamine per gli stessi motivi ed effetti per cui gli studenti del secondo anno a Stanford, i professionisti impegnati e i genitori della Bergen County si fanno prescrivere Adderall, Ritalin e Vyvanse. Lo facevo per lavorare, per competere con gli altri, per aumentare la produttività. Dopo una giornata di lezioni di inglese o di lavoro in redazione per giornali a corto di personale, volevo indietro le mie energie.


Lo speed dà anche una sensazione di euforia ed è divertente. O almeno è così finché non arriva quel vuoto orribile che è conosciuto come Crash (schianto). A quel punto faresti qualsiasi cosa per riempire quel vuoto. Una via semplice per farlo è prendere altro speed. Ma poi il tuo corpo inizia ad acquisire tolleranza. Il crash peggiora. Dopo solo una settimana di uso regolare, ho iniziato a sentire arrivare i demoni e la vita ha iniziato a perdere tono. Inizi a diventare solo un involucro funzionante.

La prima volta che qualcuno mi ha dato 30 milligrammi di Adderal, non mi aspettavo molto. Come esperto di metanfetamine pensavo fosse più simile alle pillole alla caffeina per lo studio che prendevamo nei più innocenti anni Novanta. Non è questo che danno a tutti quei bambini di terza elementare? Quanto può essere pesante?

Pesante. Il mio primo sballo farmaceutico non è stato a livello di nessun crank-sale da bagno che io abbia mai comprato alla stazione dei treni di Bratislava. Era più pulito, con una superficie più liscia. Dopo il primo assaggio, non ho più usato "speed” cattivo.

“Tra la meth illegale e la Dexedrina o l’Adderall, un vero drogato di anfetamine sceglierà sempre la Dexedrina pura” mi ha detto James Kent, un veterano giornalista di droga e editor di DoseNation.com. “Anche se, è possibile che alcuni scelgano l’Adderall perché il cocktail di Benzedrina rende più intenso lo sballo.”


Negli anni seguenti, ho comprato il mio “buon” speed approvato dallo Stato di New York dagli stessi spacciatori che una volta mi fornivano quello "cattivo". Comprare l’Adderall dagli spacciatori ha due vantaggi. Uno, che vendono anche ansiolitici e oppiacei per farlo scendere. Due, i prezzi di strada e i pick-up defilati non mi fanno mai dimenticare che sto comprando una droga pesante che crea dipendenza elevata. Chi non ha esperienze precedenti con lo speed non ha bisogno di dimenticarselo.

Intorno al 2009, ho notato che sempre più amici e conoscenti ottenevano delle prescrizioni mediche. Erano il tipo di persone che non avresti visto alle prese con le metanfetamine di strada nemmeno in un milione di anni, ma ora erano mega entusiasti dell’Aderall—la “medicina” di Kate Miller. Più di una di queste persone mi aveva chiesto perché pagassi 20 dollari a pillola, suggerendomi di fare come loro: compilare un quiz online e cercare un dottore approvato dall’ADDA che potesse fornirmele.

Non ho mai considerato quest’ipotesi. Un fornitura economica e illimitata di anfetamine farmaceutiche, prescritte da un amichevole professionista medico, mi sembrava incredibilmente poco saggia; è il modo più veloce per diventare consumatori giornalieri. La strada verso la dipendenza pesante è lastricata di ricette da spendere da Duane Reade. Avevo tristemente ragione, perché mi è toccato vedere persone a cui tenevo cadere vittime dello speed.

Una di queste, una ragazza di 24 anni che chiamerò Lily, aveva comprato la prima pillola di Adderall da un amico delle superiori. Quando aveva 17 anni, una serie di psichiatri di Manhattan avevano gioiosamente acconsentito alla sua richiesta di una prescrizione. Durante il college, Lily era perennemente fatta di speed. Nonostante ciò, aveva ottenuto buoni voti e un posto di lavoro dopo la laurea. Intanto, la sua dose giornaliera cresceva insieme alla soglia di tolleranza. Aveva dimenticato chi era, sviluppato ansia acuta, e stava perdendo la testa—se non anche l’anima. Aveva cercato di smettere, ma i suoi dottori le avevano detto che poteva essere pericoloso interrompere bruscamente la “cura.” Piuttosto che toglierle lo speed, che lei sapeva essere il problema, l' avevano messa sotto Effexor, un antidepressivo. Alla fine, dopo una crisi in una farmacia di Brooklyn dovuta alla mancanza di sonno causata dalla speed, aveva mollato i suoi dottori.

“Nel periodo della crisi, assumevo 90 mg di Aderall al giorno. Conoscevo ragazze nella mia stessa situazione. Non so se qualcuna di noi avesse il così detto disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività, ma gli effetti dell’Adderall iniziavano ad avere esattamente questi sintomi. Mi avevano detto che ne avevo bisogno, e ci ho creduto. Ma si trattava davvero soltanto di dipendenza.”

Per coloro che non hanno mai provato lo speed è difficile descrivere la serietà della catastrofe a livello di salute pubblica—e gli abissi della corruzione che ci sta sotto—che porta sani studenti del college a prendere 90 milligrammi di anfetamine al giorno per ordine del medico. A 90 mg al giorno, la domanda non è se la persona vivrà una qualche forma di psicosi da speed, ma con quale intensità e quando. Jack Kerouac e Neal Cassady avrebbero fatto fatica a tenere il passo di questa generazione dello speed.


Credo che gli adulti dovrebbero avere accesso a questa droga, se la vogliono, senza paura di essere arrestati. E credo anche che dovrebbero esserci trattamenti di disintossicazione gratuiti. Il problema inizia, e diventa uno scandalo nazionale, quando fornitori aziendali condannati socialmente sono autorizzati a commerciare in maniera disonesta queste droghe attraverso la rete sofisticata che ha permeato le istituzioni mediche, con il sostegno ulteriore del potere della pubblicità. Nessuno spacciatore di meth ha mai cercato di darmela a bere dicendo che il suo prodotto era uno stimolante senza effetti collaterali. Nessun cartello messicano ha mai comprato paginoni di giornali per allargare il mercato ai preadolescenti, o assunto stelle del pop per propinare il loro prodotto alle giovani madri per mezzo della televisione nazionale.

Come Adam Levine potrebbe confermare, ma non lo farà, i crash da speed diventano più profondi e più neri con il passare degli anni. Intorno ai 35 anni il mio uso dello speed è diventato molto raro e strategico—una spinta d'emergenza limitata alle situazioni a stretta scadenza. Adesso mi fanno paura anche solo 10 milligrammi di Adderal, quel triste mondo "blu". Ho iniziato a considerare lo speed come la nemesi della creatività e del pensiero, la droga definitiva per diventare un piccolo-buon-robot. Non mentirò dicendo di non aver mai buttato niente nel water, o che non assumerò mai più speed. Ma è passato molto tempo da quando l'ho comprato l'ultima volta. Adesso mi affido alle eccitazioni deboli del caffè e del tè, che credo possano essere definiti onestamente stimolanti non dannosi.

Dico anche a chi legge di prendere a esempio la storia di Lily. I trend dell'industria sono in crescita, e continueranno così. Lily non è stata la prima vittima di questa nuova crisi da speed. E non sarà sicuramente l'ultima.

Amanda Knudsen ha contribuito alla stesura di questo articolo
view post Posted: 12/8/2017, 10:04 Malati di like- ci daranno la pensione? - Esperienze personali e richieste d'aiuto
La dipendenza da Facebook: i sintomi da non trascurare



I Social network entrano in modo sempre più predominante all'interno delle nostre vite. E' diventata una consuetudine, ormai non solo dei più giovani, connettersi ad internet ed entrare in un sito come Facebook, dove è possibile comunicare con persone, più o meno conosciute. La classica piazza del paese di una volta, punto di ritrovo della gente, infatti, si è trasferita nel mondo virtuale. Questa metamorfosi, però, ha portato, in alcuni casi, a conseguenze psicologiche importanti. La dipendenza da Facebook presenta sintomi ben definiti, che vanno considerati un pre-allarme di problemi comportamentali seri.


Sintomi
La dipendenza da Facebook è un problema che interessa maggiormente i giovani, soprattutto in età adolescenziale. Ma non solo. Tutti coloro che hanno solitamente un difficile approccio nei confronti delle altre persone si rifugiano con una frequenza sempre maggiore nel mondo virtuale, a tal punto che l'appuntamento con internet diventa una vera e propria priorità. E' così che comincia la dipendenza da Facebook, con sintomi caratteristici ed evidenti, che dovrebbero fungere da sentinella d'allarme per la ricerca di una soluzione. E' possibile dividere i sintomi in tre categorie principali: comportamentali, psichici e psicosomatici.

Sintomi comportamentali: la persona dipendente da Facebook si connette al social network molte volte al giorno, spesso anche dopo intervalli di soli pochi minuti. Nell'arco della giornata è preoccupato di mantenere costantemente aggiornato il proprio profilo, come se la realtà virtuale fosse più importante di quella reale. Per questo motivo abbandona continuamente la propria postazione di lavoro o di studio per connettersi e scrivere anche semplici frasi che testimoniano la sua continua presenza. Il soggetto dipendente da Facebook spesso non si disconnette neppure per pranzare o cenare; non dorme bene, in quanto resta connesso fino a notte fonda. Inoltre se sa di non potersi connettere in quanto impegnato in altre attività, comincia a diventare nervoso e scontroso.
Sintomi psichici: la dipendenza da Facebook rende la persona totalmente insicura ad affrontare le problematiche quotidiane. Infatti tanto più il soggetto dipendente avverte uno stato di onnipotenza in rete, tanto più si sente frustrato ed inadeguato nella vita di tutti i giorni. L'utente diventa apatico ed insofferente nei contronti della vita reale, perde la sua capacità di concentrazione. Avverte un costante senso di disperazione e di imminente evento negativo.. Perde totalmente la propria personalità, cominciando ad assumere identità differenti e varie, assolutamente altro da se stesso.
Sintomi psicosomatici: a lungo andare i sintomi di dipendenza si tramutano in veri e propri disagi corporali e fisici, che possono manifestarsi con vere crisi di astinenza. Il soggetto, quindi, comincia a soffrire di insonnia, in quanto continuamente pensieroso della propria attività su Facebook. Si sente sempre stanco, depresso, comincia ad avere la vista annebbiata ed avverte incapacità di metter a fuoco. Soffre di nausea ricorrente, disturbi alimentari e costanti mal di testa. E' a causa di tutti questi disturbi che il soggetto dipendente da Facebook fatica a condurre le sue normali attività quotidiane, entrando in un vortice di depressione e paura in quanto incapace di mantere il controllo dei propri stati d'animo.
flickr - english106
Il disagio nascosto
La dipendenza da Facebook presenta sintomi precisi e sempre più evidenti col passare del tempo. Tuttavia la dipendenza è quasi sempre la manifestazione di un disagio recondito e non risolto. Il soggetto di base non si sente in grado di affrontare la quotidianità, non si accetta e crea quindi un mondo inventato nel quale trasporre il proprio io. Come per tutte le dipendenze, anche in caso di assuefazione da Facebook è assolutamente necessario intraprendere un cammino curativo con uno psicoterapeuta.

www.psicolab.org

Edited by *Deathena* - 29/1/2018, 15:27
view post Posted: 12/8/2017, 10:01 Facebook è come un virus che si è propagato rapidamente a livello planetario - Comportamento sociale
Facebook è come un virus che si è propagato rapidamente a livello planetario e ha infettato più di un miliardo di persone, con 580 milioni di utenti che si connettono ogni giorno. Ma come la più classica delle influenze, raggiunto il picco stagionale, è destinato a sparire. Non è ancora “morto e sepolto”, come aveva un po’ affrettatamente decretato il professor Daniel Miller, antropologo dell’University College di Londra, che in dicembre aveva rilevato una migrazione di massa degli utenti tra i 16 e i 18 anni verso altri social network: da Twitter a Instagram, da Snapchat a WhatsApp. E’ però in fase di “remissione”, per rimanere in metafora epidemiologica. La guarigione significherà la perdita dell’80% degli utenti, con un calo del 20% già nell’anno in corso. Lo decreta una ricerca condotta da John Cannarella e Joshua Spechler del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’università di Princeton (Usa): l’emorragia di utenti (peraltro già iniziata) sarà sempre più evidente. Finché, tra il 2015 e il 2017, non rimarrà che uno sparuto drappello di fedelissimi (o di resistenti alle cure). Entro quella data, dicono i ricercatori, il social network di Zuckerberg sarà una storia archiviata per la stragrande maggioranza dei suoi iscritti.


Cannarella e Spechler hanno applicato il modello di diffusione delle malattie ai social network: una via inedita per comprendere i fenomeni digitali. La case history utilizzata come confronto è quella di MySpace, che ha disegnato una curva paradigmatica, dall’ideazione nel 2003 (con una crescita sostenuta a partire dal 2005, il picco nel 2008, con 75,9 milioni di utenti unici al mese e il declino a partire dal 2009), fino alla completa oscurità, nel 2011.
Se è corretto il modello della malattia – che si diffonde rapidamente, ottiene un picco significativo di “infetti” e poi velocemente si ritira – i fan del social smetteranno di frequentarlo sotto l’influenza di chi avrà perso interesse prima di loro. La condizione necessaria perché ciò avvenga, infatti – sostengono i ricercatori – è il contatto tra un “malato” (cioè un iscritto a Facebook) con un non malato, il quale distoglierà il contagiato dall’utilizzo. Un meccanismo speculare a quello che ne ha decretato il successo: man mano che aumentava l’interesse per Facebook, gli iscritti hanno fatto da motore alla crescita, diffondendo la conoscenza, l’interesse, la “malattia”. Mentre adesso che il calo per il più pervasivo dei social è dato per certo e i più giovani sembrano lasciare spazio ai loro genitori, davanti alla creatura di Mark Zuckerberg sembra aprirsi la via dell’oblio.

Una conclusione che i “maghetti di Princeton“ accompagnano con parabole e formule, che ne supportano la scientificità. Ma se le previsioni fossero azzeccate, anche la capitalizzazione di quella che è fino ad oggi una potente macchina da soldi (con una valutazione di 140 miliardi di dollari, collocata nel maggio del 2012 a 38$ per azione) andrebbe incontro a un drammatico ridimensionamento.

L’utilizzo del modello “epidemiologico” è stato in precedenza utilizzato anche per un altro bene immateriale, come le idee. Che, si è trovato, analogamente alle malattie si diffondono in maniera virale tra le persone e vengono condivise attraverso contatti e mezzi di comunicazione prima di perdere forza. E una volta che l’interesse è scemato e l’idea non viene più espressa e sostenuta, si crea una sorta di “immunizzazione”.

Un modello intrigante, che contrasta con le ambizioni del 29enne programmatore informatico di diffondere in maniera capillare la sua creatura, lanciata nel 2004, che l’ha reso “il più giovane miliardario del mondo”, secondo la classifica di Forbes. E che non tiene conto dei dati appena diffusi dal Global Web Index. Nella nuova edizione, Facebook, nonostante un lieve calo dei suoi iscritti (-3%) nel 2013, mantiene il primato nel mondo, davanti a Youtube, Google Plus, Twitter e LinkedIn. La crisi c’è, soprattutto tra i più giovani, ma, la delusione – parziale – di Zuckerberg è ben compensata dal successo di Instagram, l’app di photo e video-sharing, acquisita nel 2012, che negli ultimi sei mesi ha registrato una crescita del 23%.
E poi ci sono le possibili svolte che la piattaforma di Menlo Park potrebbe prendere per continuare a rimanere la miniera d’oro che è oggi e affermarsi come leader anche per gli schermi mobili. In questa direzione vanno i tentativi di Zuckerberg di mettere le mani su Snapchat (l’applicazione per l’invio di immagini che si autodistruggono al massimo 10 secondi dopo essere state ricevute) che ha “declinato” l’offerta miliardaria. O di modificare il NewsFeed con un nuovo algoritmo; di ottimizzare i contenuti che si visualizzano; la “dieta” dei post visibili, che rende più chiara la visualizzazione della pagina personale; e la modifica delle impostazioni della privacy.

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view post Posted: 12/8/2017, 09:58 Narcisismo da social network VITA SOLO VIRTUALE? - Comportamento sociale
Narcisismo da social network, quando la vanità sfiora la malattia
I casi di disturbo narcisistico della personalità negli Usa sono aumentati del 7 per cento negli ultimi 10 anni. A causa anche dei social network, che rendono bulimici dell'attenzione altrui. Ecco cos'è questo disturbo, come si riconosce e come ci si salva


Narcisismo da social network, quando la vanità sfiora la malattia
Negli Stati Uniti, negli ultimi dieci anni, le diagnosi di disturbo narcisistico della personalità sono aumentate di circa il 7 per cento, cresciute in proporzione quanto quelle di obesità. Sarà colpa dei social network, che ci forniscono nuovi e facili opportunità di metterci in vetrina? Se l’è chiesto di recente il Guardian, se lo chiedono sempre di più gli psicologi, che hanno moltiplicato le ricerche sul tema. Di narcisismo non si muore, per fortuna. Però un po’ si soffre, e molto danno il narcisista fa alle persone a lui vicine.

Ogni giorno, più di 1,4 miliardi di persone pubblica dettagli della sua vita su Facebook e sono 3,5 miliardi i nuovi “like”, mentre le foto caricate su Instagram son più di 80 milioni. Su Twitter gli utenti attivi sono 320 milioni. Il quarto d’ora di celebrità teorizzato da Andy Warhol è ormai un quartino di celebrità a flusso continuo, ma per tutti. Se c’è chi si limita a un post ogni tanto, c’è chi sui social vive anche di notte, chi si sveglia per controllare se ha un follower o un like in più. E chi non si riaddormenta se la sua foto su Instagram non sta avendo il successo che si aspettava.

«Il narcisismo ha due livelli. Il primo, sano, è l’amore per stessi, che è una componente fisiologica: un po’ d’amor proprio fa bene», spiega il professor Paolo Crepet, psicoterapeuta, psichiatra, autore di 16 libri e presto di un diciassettesimo, per Mondadori, La Trappola, dedicato proprio agli effetti collaterali della tecnologia digitale. «Al secondo livello, si sconfina nell’eccesso: il narciso patologico crede che il mondo giri intorno a lui, ha un bisogno abnorme di affermazione, apprezzamento, attenzioni, accudimento. I narcisi sono così attaccati a se stessi che perdono di vista l’altro, e il confronto con gli altri è invece essenziale e salutare. Parliamo invece di persone altere, che si sentono superiori agli altri, visti solo in funzione dell’ammirazione, dell’affetto, dell’amore e dell’accudimento che possono loro tributare, e di cui i narcisisti non sono mai sazi». Questi “bulimici dell’attenzione altrui” hanno trovato il loro habitat ideale sui social network: «I narcisi sono sempre esistiti, ma finché non sono stati inventati i selfie, avevano poche occasioni di dare dimostrazione di sé», sintetizza Crepet.

SUPERFICIALI PER DEFINIZIONE
Facebook, Twitter, Instagram funzionano da moltiplicatori del loro desiderio di essere al centro dell’attenzione. Soprattutto perché agiscono principalmente sull’immagine e i narcisisti sono più preoccupati di come appaiono che di cosa sentono. «I narcisi sono spesso superficiali», spiega Crepet, «oggi i due termini sono usati quasi come sinonimi, sebbene esistano narcisi geniali, come lo era Alberto Moravia. Tuttavia, il narciso è attento più all’aspetto che al talento e le nuove tecnologie digitali sono perfette per mettere in evidenza il non-talento. Queste tecnologie diventano la costante quotidiana dei narcisi senza talento che si fanno bastare la soddisfazione di far vedere dove sono, con chi, come sono vestiti, cosa stanno mangiando, quanti muscoli hanno».

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Innamorati di sé? È il primo indice del narcisismo (Getty Images).

PRIMO: FARSI VEDERE
Il primo comandamento dei narcisi è “farsi vedere”. «Narciso, nella mitologia, si specchia nell’acqua beandosi di se stesso, e per i narcisi la visibilità viene prima dell’ammirazione, precede il giudizio di valore altrui. Farsi vedere è più importante che piacere, e il narciso è felice anche quando divide». I social network moltiplicano le occasioni per dare mostra di sé. Un tempo, per essere visto, il narciso doveva accontentarsi della passeggiata in centro, della festa, dell’evento, ma sui social l’evento è continuo, il flusso di immagini è continuo. «Esserci è la droga del narciso. Si nota benissimo in politica, dove su Twitter, i politici tendono a esprimersi su qualunque fatto di attualità: non è importante ciò che dicono, ma essere presenti. Anche se – il più delle volte – superficialmente».

SECONDO: PIACERE
Il bisogno di essere ammirati arriva dopo quello di esserci e di farsi vedere. «I social network hanno affermato la visibilità come misura del valore», spiega Crepet, «sono il contrario di J.D. Salinger che scompare, si ritira dalla vita pubblica, ma permane. Avere un riscontro, un feedback, un like, molti followers diventa una dipendenza». Se vi trovate di fronte una persona che più volte al giorno vi comunica quanti follower ha, piuttosto che sulle statistiche di gradimento delle sue foto e dei suoi post, una persona che va in crisi se se lo stanno filando tre amici in meno di ieri, bisogna iniziare a sospettare un disturbo. Vi potrebbe capitare d’incontrare qualcuno che non solo sa quanti follower ha lui, ma può stilarvi la classifica dei suoi conoscenti e discutere per ore di quanto siano immeritati i loro e meritatissimi i suoi, di come lui li abbia guadagnati più in fretta e con meno post eccetera. Nel caso, sappiate che l’attitudine narcisistica c’è.Getty Images
Iperconessi? Si rischia il narcisismo (Getty Images).

SE SEI SEMPRE CONNESSO, LA PATOLOGIA C’È
«Il primo segnale che siamo nel campo di un disturbo della personalità narcisistica è la quantità di tempo passata sui social network», dice Crepet. Il sito waresocial.net ha pubblicato nel 2015 una ricerca secondo la quale gli italiani passano sui social due ore e mezzo al giorno. Un’enormità. Ma è come la storia del mezzo pollo di media… «C’è chi ci sta 10 minuti e chi anche di notte», osserva Crepet. «La dipendenza è tale che c’è chi resta connesso di notte e si sveglia appositamente per controllare se i suoi post stanno avendo successo». In questo caso siamo nella patologia. Altri segnali? «Se uno si chiude al bagno non per leggere Calvino ma per stare su Facebook bisogna preoccuparsi. Idem se chatta anche al ristorante o al cinema».

QUELLA FOTO NEL PROFILO INSOSPETTISCE
Il secondo indicatore è quello che si posta sui social. Avverte Crepet: «Il discrimine sta anche nell’età: una sedicenne può cambiare una volta al giorno la foto del profilo di Whats App, ma se qualcuno lo fa dopo i vent’anni ha un problema». Le immagini dicono molto di una personalità narcisistica. Se posti solo foto in stile top model, pure non essendo una top model, o un top model, qualcosa non va. Spiega Crepet: «La foto del profilo è particolarmente significativa: una donna che usa l’immagine di un tacco a spillo sta comunicando un’immagine di sé narcisistica, perché vuole farsi notare, vuole far parlare di sé. Le foto del profilo sono il nuovo biglietto da visita. Sono sintomatiche tutte le foto in cui ci addobba in modo diverso da come si è: foto che sono un’esteriorizzazione del sé, in mancanza del sé».GettyImages-483036956_high
Selfie in piscina? Rischio narcisismo (Getty Images).

VITA SOLO VIRTUALE?
LA DIAGNOSI È CERTA
«La discriminante per capire se c’è un disturbo serio della personalità da narcisismo», spiega Crepet, «è se non hai una seconda vita, se vivi principalmente rapporti virtuali. Da psichiatra, io spero che ognuno possa vivere senza telefonino». Non avere un’altra chance al di fuori dei social network è l’ultimo stadio del disturbo, il più grave per il soggetto. Subito prima, il narciso fa danno soprattutto alle persone che gli sono vicine. «La vita del suo partner può essere un inferno perché il narciso vuole piacere a tutti. Non si occupa del partner, non lo ascolta, non si accorge se sta bene o male». Per non trovarsi in una situazione simile, l’unica è spiare per tempo i suoi social. E scappare.

IODONNA.NET

view post Posted: 12/8/2017, 07:25 La scienza esiste per confermare la nostra ignoranza! prove psichiche - I più grandi medium e sensitivi della storia



Un ricercatore degli Stati Uniti, Joe Kirschvink, geofisico del California Institute of Technology, potrebbe aver finalmente trovato la prova della presenza del sesto senso negli esseri umani.

Egli ha passato gli ultimi anni a studiare la capacità, da parte dell’inconscio umano, di interagire con il campo magnetico terrestre, capacità che era stata già confermata negli uccelli, negli insetti e in alcuni mammiferi, utilizzata per orientarsi nell’ambiente e durante le migrazioni.

Oggi, dimostra Kirschvink, gli esseri umani hanno dei magnetorecettori funzionanti. Egli ha coinvolto 24 partecipanti, e lo studio, ancora in fase di stesura dei dati, non è stato ancora revisionato da altri scienziati. Eppure le sue ricerche hanno stimolato interesse in Giappone e in Nuova Zelanda, dove alcuni laboratori hanno scelto di collaborare con lui e di finanziarlo per un totale di 900.000 dollari.

Il Chimico Fisico dell’Università di Oxford Peter Hore, riguardo la questione, ha affermato:

“Joe è un uomo molto intelligente e uno sperimentatore molto attento, non avrebbe parlato di questo se non fosse stato abbastanza convinto di aver ragione. E non si può dire ciò di ogni scienziato in questo settore.”
Quindi, tirando le somme di questo studio, gli esseri umani sarebbero in grado di rilevare un campo magnetico senza l’uso dei canonici cinque sensi. Uccelli e farfalle hanno da sempre utilizzato tale capacità, mammiferi come i cani utilizzano il campo magnetico terrestre per cacciare lungo un asse nord-sud, e topi selvatici e talpe costruiscono i loro nidi lungo le linee del campo magnetico. Ma ci sono opinioni contrastanti su come lo fanno esattamente.

Ci sono due ipotesi principali per spiegare il processo biologico di fondo della magnetoricezione: la prima ipotesi dice che i campi magnetici della Terra potrebbero innescare reazioni quantistiche nelle proteine chiamate criptocromi. Queste proteine sono state trovate nelle retine di uccelli, cani e anche esseri umani, ma non è ancora chiaro come fornirebbero le informazioni magnetiche al cervello.

Un’altra ipotesi suggerisce che ci siano in realtà cellule recettori nel corpo che contengono dei piccolissimi ‘aghi di bussola’ fatti di un minerale di ferro magnetico conosciuto come magnetite, che si orientano in base ai campi magnetici della Terra. La magnetite è stata trovata all’interno delle cellule dei becchi degli uccelli e nei nasi delle trote, ma, ancora una volta, non ci sono prove sufficienti a spiegare completamente questa capacità.

Kirschvink si trova maggiormente in linea con la seconda ipotesi, ma il suo vero interesse non è nel capire che cosa stia succedendo, bensì nel dimostrare che la magnetoricezione sia realmente presente negli esseri umani.

Per i suoi esperimenti, Kirschvink ha costruito ciò che è noto come una gabbia di Faraday – una sottile scatola in alluminio che può escludere il rumore di fondo elettromagnetico, utilizzando bobine di filo. All’interno della gabbia, i partecipanti si sono seduti al buio e sono stati esposti solo ad un campo magnetico puro senza interferenza e nessun altro stimolo.

Kirschvink ha collegato il cervello dei partecipanti a dei monitor EEG (elettroencefalogramma) per mappare la loro attività cerebrale ed ha applicato un campo magnetico rotante, simile a quello terrestre, per vedere se il cervello presentasse modifiche. E’ stato in grado di dimostrare che, quando il campo magnetico ruota in senso antiorario, c’è un calo di onde alfa nei partecipanti, ad indicare una risposta al campo magnetico. La risposta neuronale si presentava anche in ritardo di poche centinaia di millisecondi, il che, secondo Kirschvink, suggerisce una risposta cerebrale attiva.

Una risposta simile è stata osservata anche quando il campo magnetico veniva deviato verso il pavimento, ma non quando il campo magnetico veniva indirizzato verso l’alto o in senso orario, il che potrebbe riflettere la polarità di una bussola magnetica interna.

Joe Kirschvink sa che c’è ancora molto lavoro da fare e attende che una squadra in Giappone replichi i suoi esperimenti e un laboratorio in Nuova Zelanda inizi uno studio analogo seguendo lo stesso protocollo. I risultati dovranno poi essere esaminati da altri ricercatori del settore e pubblicati in una rivista specializzata, prima di giungere a conclusioni affrettate.

Abbiamo dunque una lunga strada da percorrere, ma sembra che siamo più vicini che mai a dimostrare che gli esseri umani non hanno completamente perso il contatto col proprio sesto senso. E questo “è’ parte della nostra storia evolutiva”, dice Kirschvink, ” la magnetoricezione potrebbe essere il senso primordiale.”




2012 ALTRA NOTIZIA

UN SENSO in più, una capacità di avvertire che qualcosa sta per accadere, preparare mente e corpo al futuro imminente e reagire nel modo più approriato prima che questo diventi presente. Una facoltà che potrebbe presto essere derubricata dall'albo del paranormale per accedere a quello delle scienze. Gli esseri umani potrebbero avere un "sesto senso", non collegato a organi sensoriali, o forse almeno non ad uno solo, dall'origine ancora ignota, ma reale e funzionante. E' questa la conclusione di una ricerca condotta da tre scienziati, la specialista in neuroscienze Julia Mossbridge della Northwestern University, Patrizio Tressoldi, dipartimento di Psicologia dell'Università di Padova, e Jessica Utts, statistica all'Università di Irvine in California. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Perception Science.



Facoltà e coincidenze. L'uomo sarebbe in grado di predire il futuro quel tanto che basta per proteggersi. Julia Mossbridge ha analizzato 26 studi psicologici non specifici sull'argomento, con dati recenti e altri meno - alcuni risalgono al 1978 - raccolti nell'arco di una lunga ricerca. I test effettuati hanno dimostrato che i soggetti in analisi manifestavano variazioni importanti nel battito cardiaco, nell'attività cerebrale e nelle misurazioni elettriche della pelle fino a 10 secondi prima di ricevere uno stimolo indotto. Come se avvertissero che da lì a pochi istanti avrebbero visto o sentito qualcosa. Secondo la studiosa, i risultati sono interessanti perché quei 26 studi erano stati condotti per altri motivi che non la rilevazione dell'esistenza di un presentimento. Eppure manifestavano analogie nei dati poi riscontrati, e secondo un calcolo delle probabilità della stessa Mossbridge, una coincidenza del genere avrebbe una possibilità su 400 miliardi di verificarsi in questo modo.

Più nel dettaglio, per stimoli di uno o due tipologie indotti in modo da renderli imprevedibili e destinati a produrre effetti fisiologici post-stimolo diversi, la ricerca ha individuato che in questi 26 casi la "direzione" dell'attività fisiologica pre-stimolo era la medesima di quella registrata dopo lo stimolo. Come se i soggetti avessero "sentito" cosa stava per accadere, producendo un effetto anticipatorio. Gli studi analizzati consistevano di due paradigmi: stimoli neutrali contro eccitazione provocata, e test di domanda-risposta con verifica immediata, il classico giusto-sbagliato. Tra le variabili in esame, attività elettrica della pelle, battito cardiaco, pressione sanguigna, dilatazione delle pupille, attività elettroencefalografica, e livello di ossigeno nel sangue. L'effetto riscontrato è stato valutato come ampiamente maggioritario, con una ampia casistica di reazioni combacianti, che è risultata maggiore in esperimenti più dettagliati. Una controcasistica adatta a ridurre l'importanza del dato è stata calcolata in 87 casi.
Ma a questo punto, secondo gli scenziati, sembra più interessante indagare nell'altro senso, non per confutare ma cercando spiegazioni a quanto osservato: "Altri esperimenti vanno condotti, in condizioni diverse e specifiche", fanno sapere i ricercatori. Che frenano sul paranormale, categoria del resto coniata per catalogare fatti osservati non riconducibili a una spiegazione scientifica: "La causa di questa attività anticipatoria", sottolineano gli scienziati, "rientra indubbiamente nell'ambito dei processi fisici naturali, e non in quelli paranormali e soprannaturali". E però, concludono, "l'origine del fenomeno è ancora da STUDIARE .

http://journal.frontiersin.org/journal/psy...ception-science
view post Posted: 12/8/2017, 07:16 Quella innata capacità di prevedere - Paranormale intorno a noi...
LA RICERCA:
L PROGRAMMA STAR GATE. L’UNICA RICERCA A LUNGO TERMINE SULLA PERCEZIONE EXTRASENSORIALE FINANZIATA DAL GOVERNO AMERICANO, IN COLLABORAZIONE CON NASA, CIA, VARIE AGENZIE E ORGANIZZAZIONI COLLEGATE Al SERVIZI SEGRETI. L’ANALOGA SITUAZIONE SOVIETICA

di Florentina Richeldi
Dopo tre decenni di riservatezza militate, strabilianti esperimenti classificati fino a poco fa come “ESPionage” (“spionaggio” in inglese dove “ESP” sta pet”percezione extrasensoriale”) escono dai labirinti della CIA dimostrando in modo inconfutabile che “le facoltà paranormali esistono e anziché essere limitate, si possono estendere attraverso il tempo e lo spazio”, essendo non solo la prerogativa di pochi individui straordinariamente dotati ma assai diffuse allo stato latente in tutti noi. Nella storia della parapsicologia Star Gate (conosciuto anche come Grill Flame, Sun Treak o Scanate) e stato l’unico programma di ricerca a lungo termine finanziato dal governo statunitense – specificamente dal Dipartimento della Difesa, NASA, CIA – oltre a varie agenzie e organizzazioni collegate ai servizi segreti.

All’apice della guerra fredda (1970) sotto la crescente minaccia della dominazione sovietica, ad attirate l’attenzione dell’Intelligence americana su questo argomento (considerate in precedenza da molti solo come speculative e marginale) e stato il libro “Psychic discoveries behind The Iron Curtain” scritto da Sheila Ostrander e Lynn Schroeder (Scoperte psichiche dietro la Cortina di Ferro, N.d.t.).

Gli autori documentavano un budget di 60-300 milioni di rubli annui spesi dai sovietici per reclutare sensitivi, medium, scienziati, individui dotati di capacità psicocinetiche e telepatiche arruolandoli con mansioni di controspionaggio psichico e di ricerca sulle applicazioni nella sicurezza nazionale. Questo libro ha innescato la preoccupazione dei vertici militari americani, tanto che nel 1972 la DIA (Defense Intelligence Agency) ha creato un documento chiamato “Controlled Offensive Behavior – USSR” (Comportamento Offensivo Controllato -Unione Sovietica. N.d.t) sottolineando che “dietro al crescente interesse sovietico per l’utilizzo delle possibili capacità telepatiche di comunicazione, e per i fenomeni di telecinesi e bionica ci sono scopi militari del KGB. Le conoscenze sovietiche in questo campo sono superiori a quelle occidentali”.

La DIA temeva che i sovietici potessero guadagnare una posizione di vantaggio nello spionaggio internazionale usando personale “atipico” come le spie psichiche che avrebbero potuto leggere a distanza le intenzioni politiche dei leader americani, o dei documenti top secret sulla locazione strategica di truppe e armamenti USA, fino ad arrivare ad assassinio psichico nonché ad inabilitare satelliti e veicoli spaziali. All’epoca simili affermazioni hanno suscitato un vespaio di controversie negli ambienti governativi e scientifici che sorreggevano i servizi segreti con la tecnologia più spettacolare…

Ad ogni modo, viste le evidenze, la CIA e stata costretta a superare una visione scientifica convenzionale e limitata ed entrare nel regno della mente accettando una nuova sfida ed una nuova strada per la ricerca. In questo clima la ricerca e lo sviluppo del programma Star Gate e stata affidata a due scienziati di prestigio come Russell Targ, fisico, noto come studioso nel campo della parapsicologia e Harold Puthoff, ingegnere e specialista come Targ di fisica dei laser.

In un periodo di oltre 20 anni sono stati spesi oltre 30.000.000 di $ per la ricerca svolta alla SRI (Stanford Research Institute 1972/90) ed ulteriormente sotto la direzione di Edwin May alla SAIC (Science Applications International Corp 1990/95) dove in condizioni di massimo controllo sono state prodotte prove che dimostrano non solo l’uso della “telestesia” (Visione a distanza o ‘remota’: facoltà paranormale che permette di percepire e descrivere eventi e/o oggetti lontani preclusi alla percezione normale) per raggiungere obiettivi strategici militari, ma soprattutto che le facoltà paranormali fanno parte della nostra natura innata.

FISICA CLASSICA E FISICA QUANTISTICA

Nel primo libro di Targ “I miracoli della mente” (v. box) troviamo dati sconvolgenti e perfino il funzionamento dei test fatti in laboratorio che si svolgevano nel seguente modo: all’inizio esperti psichici di provenienza militare – in seguito civili “dotati” o anche dilettanti – seduti in stanze protette dagli effetti dei campi esterni (Pozzo di Faraday) venivano intervistati sulle informazioni che riuscivano ad ottenere utilizzando la visione remota. In pratica veniva loro fornita un’immagine fotografica, chiusa in una busta (e scelta a caso), oppure le coordinate geografiche di un sito di interesse militare. Al sensitivo veniva chiesto di proiettare la mente in quel luogo e descrivere la scena. Paradossalmente il meccanismo della visione remota e di tanti fenomeni ESP (sogni precognitivi, telepatia, esperienza di premorte, OOBE) non può essere spiegato con nessuna teoria scientifica in atto, visto che non segue le leggi conosciute della Fisica classica ma si avvicina concettualmente alla Fisica Quantistica, In cerca di una spiegazione studiosi come Planck, Schroedinger, Pauli, BrogHe hanno colto fa connessione che esiste tra la mente umana, l’Universo, l’esperimento Einstein, Podolski e Rosen e il teorema di Bell. Quest’ultimo teorema dimostra che 1’esperienza (avvenuta nel passato) dell’interazione di due particelle crea tra le stesse una forma di “collegamento” diretto e Istantaneo che va al di la dello spazio e del tempo, in modo che ognuna di esse continua a condizionare il comportamento dell’altra.

Nell’Universo vige un principio di “Non Località” (termine clonato dalla fisica quantistica) attraverso il quale i fenomeni avvengono come se ogni cosa fosse in diretto e continuo contatto con ogni altra. Le ricerche fatte alla SRI sulla visione a distanza hanno confermato l’esistenza di una “Mente Non Locale” alla quale si può avere accesso attraverso le percezioni extrasensoriali, cosi come affermava il fisico David Bohm; “Qualsiasi evento si verifichi e immediatamente disponibile come informazione in qualsiasi luogo”. Per effettuare una connessione mentale non locale Rusell Targ afferma che si e inspirato anche agli insegnamenti sapienziali e ai testi sanscriti che insegnano come lo stato di “consapevolezza espansa”, equiparato ad uno stato di meditazione, consenta ad una persona di ricevere o trasmettere informazioni. Lo scienziato chiarisce che la telepatia e vari altri fenomeni paranormali comportano l’unione con una coscienza universale e non nascono da nessun particolare credo, rito o azione tranne che una: quella di calmare la propria mente”.

Nato per necessità strategiche di potere e di controllo il programma Star Gate ci ha ricondotti a quella metafisica e ricerca della coscienza che per molti ha esercitato fascino e seduzione ma è anche stata oggetto di tabù ed emarginazione da parte dei fiscalisti.



Uno Star Gate all’ombra della CIA

Parlando della ricerca psichica svolta all’SRI (Stanford Research Institute, della California), nel suo rapporto del 1995 preparato su richiesta della CIA, la dottoressa Jessica Utts, professoressa di statistica alla University of California, Davis, così si è espressa: “Dopo aver utilizzato i parametri standard che vengono applicati a qualsiasi altro settore scientifico, si conclude che la percezione extrasensoriale poggia su valide fondamenta. I risultati statistici degli studi esaminati vanno ben al di la di quanto ci si aspetterebbe dal caso. Obiezioni che tali risultati possano derivare da pecche metodologiche negli esperimenti vengono fortemente ricusate. Risultati di portata simile a quella rilevata nella ricerca finanziata dal Governo, effettuata allo SRI e al SAIC, sono stati riprodotti in numerosi laboratori del mondo. Una tale conformità non può essere facilmente spiegata da rivendicazioni di vizio o frode”.

Per quello che riguarda la fine del programma Star Gate la Utts afferma: “Credo che la fine della guerra fredda ha cambiato le nostre priorità. Penso che la ricerca scientifica dovrebbe essere finanziata dal Governo come qualsiasi altra esplorazione riguardante problematiche di interesse scientifico.

Ancora non capiamo il meccanismo della “visione a distanza” ed e difficile dover sempre giustificare la necessità di continuare la ricerca in questo campo.”. Riprendendo questa idea Russel Targ ribadisce: “Naturalmente la ricerca psichica ha i suoi critici, e nonostante la dimostrazione inconfutabile della esistenza dei fenomeni paranormali nella società occidentale, essi sono stati scherniti e negati soltanto perché non se ne comprende il meccanismo…sembra che molti scienziati, pur avendo la pretesa di capire quasi tutti i fenomeni dell’universo fisico, considerino la percezione extrasensoriale come una minaccia alla propria onniscienza, così come molti leader delle religioni organizzate vi vedono una specie di spiritualità indipendente che non sanno controllare, quindi, tradizionalmente, gran parte della resistenza opposta a questi fenomeni nasce dalla paura piuttosto che dall’intelletto”.

Forse si avranno veri progressi solo quando gli eventi psichici e paranormali saranno veramente riconosciuti sospendendo ogni pregiudizio a riguardo e quando verranno affrontati in modo nuovo e con immaginazione.



AL SERVIZIO DEI SERVIZI

Seguendo un protocollo informale Russell Targ e Hal Puthoff hanno prodotto risultati sorprendenti che hanno stupito la CIA, rimasta comunque in un atteggiamento critico.

Le linee principali del programma Star Gate sono state rese note anche prima d’ora ma nuovi dettagli devono ancora venire alla luce da 73.000 pagine “classificate” e rese disponibili dalla CIA recentemente. Questo è un elenco ridotto dei dati più eclatanti resi liberi solo oggi dalla qualifica di riservatezza.

Nel 1974 Pat Price, sensitive della SRI, avendo ricevuto solo le coordinate geografiche di un sito lontano ha descritto in modo corretto una pista di atterraggio rappresentando l’area di collaudo nucleare sovietica, ultra segreta, di Semiplatinsk nel Kazakhstan; dopo tre anni la rivista Aviation Week ha confermato la notizia. Un sensitivo e stato incaricato di trovare un bombardiere sovietico TU95 che si era schiantato in un punto imprecisato dell’Africa e grazie alla visione a distanza gli americani lo hanno trovato per primi. II caso e stato confermato dall’ex presidente Jimmy Carter in un suo discorso.

Nel settembre 1979 la NSC (Consiglio Nazionale per la Sicurezza) ha chiesto informazioni riguardo un sottomarino sovietico ancora in costruzione. I risultati dati dai sensitivi descrivevano un sommergibile con 18/20 missili di lancio che doveva essere pronto in 100 giorni; dopo 120 giorni sono stati avvistati due nuovi mezzi marini rispettivamente con 20 e 24 missili A febbraio del 1968 viene chiesto di rintracciare il Col. William Higgings, allora prigioniero in Libano; il colonnello ritrovato al suo rilascio ha confermato i dati ottenuti che lo segnalavano nel sud del Libano.

Nel gennaio 1989 alla richiesta di individuare armi chimiche libanesi i sensitivi hanno indicato una nave chiamata Patua oPotua che partiva da Tripoli per una destinazione dell’est Libano; notizia confermata; il nome reale della nave era Batato.

Sono state individuate armi nucleari rubate in Africa del sud. L’ufficiale della marina James L Dozier rapito dalle Brigate rosse nel nostro Paese nel 1981 e stato trovato dalla polizia italiana che ha confermato l’assistenza di certi specialisi del Dipartimento della Difesa. Sono state fatte ricerche sui siti strategici Irakeni durante la guerra del Golfo ed anche sul ritrovamento di plutonio in Corea nel 1974. I sensitivi sono stati impiegati per il ritrovamento di un missile SCUD. Progetti segreti per armi chimiche e biologiche ed anche per applicazioni civili sono stati supportati dai remote viewers.

IL TEAM DEL MOBIUS GROUP

Nelle liste dei partecipanti al programma Star Gate ci sono anche nomi di personaggi celebri e importanti come: Joe McMoneagle (il cui indicativo in codice era RV1), ufficiale in ritiro del Servizio Segreto per i Progetti Speciali, decorato con la Legione di Merito per la sua attività; Paul H. Smith (partecipazione di 7 anni), ufficiale in ritiro dell’Intelligence, presidente della CRV (Conferenza per la Visione Remota) insieme a Hal Puthoff, direttore dell’Istituto per Ricerche all’avanguardia di Austin ed anche l’attore americano Ingo Swan, noto per le sue straordinarie capacità psichiche; Pat Price; la fotografa Hella Hamid e Michelle Heaton, oggi consulente per l’Intelligence.

Possiamo trovare anche il nome della celebre guaritrice sovietica Djuna Davitashvilli che, in un esperimento videoregistrato fatto insieme a Russell Targ e sua figlia Elisabeth in Russia nel 1984, è riuscita a descrivere in 33 commenti un posto scelto a caso in America e questo a oltre 16.000 Km di distanza!

Degno di essere menzionato è anche l’esperimento svolto nel 1978 da Hella Hamid e Ingo Swan, che sono riusciti a ricevere messaggi telepatici da Palo Alto in California, sulle manovre da compiere a bordo di un sottomarino a 152 metri di profondità c 800 Km di distanza dalle coste.

Questo esperimento e state svolto con la collaborazione di Stephan Schwartz, ricercatore, aurore di libri e film e direttore del ‘Mobius Group’, la cui attività nel campo dell’archeologia psichica è nota in tutto il mondo. Tale gruppo di ricerca americano annoverava tra i suoi collaboratori l’italiano Umberto Di Grazia, che in virtù delle sue particolari capacità ESP ha dato un grande contributo agli studi tutt’ora in corso.

www.coscienza.org/integralismo-ignoranza-o-malafede/

LEGGI UN PO ....Che il cicap fosse tutta una bufala lo sapevo gia ...basta andare alla sede a padova,ce un citofono..a cui non risponde NESSUNO!!! ambula10 gif d0eddd5ffce1e01c69796ce08feb9608

TRA POLLI DORO E COMPANY...UNA TRESCA PER DARE CREDITO...AL PAPEROANGELA!!

www.coscienza.org/scoperte-archeologiche/

http://www.sciencealert.com/scientist-clai...e-in-humanshttp
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