Cosmo bioenergetico

Posts written by *Deathena*

view post Posted: 13/11/2017, 17:52 La scienza ammette l'esistenza dell'anima - Archeologia - mistero - viaggiatori del sacro
Scienziati di fama mondiale: l’anima esiste ed e’ immortale, lo dimostra la fisica quantistica / Video

Una teoria rivoluzionaria sostiene che l’anima umana è una delle strutture fondamentali dell’Universo e che la sua esistenza è dimostrabile grazie al funzionamento delle leggi della fisica quantistica. Con la morte fisica, le informazioni quantistiche che formano l’anima non vengono distrutte, ma lasciano il sistema nervoso per essere riconsegnate all’Universo.

Due fisici quantistici di fama mondiale, l’americano dott. Stuart Hameroff e l’inglese Sir Roger Penrose, hanno sviluppato una teoria che potrebbe dimostrare definitivamente l’esistenza dell’anima. Secondo la Teoria Quantistica della Coscienza elaborata dai due scienziati, le nostre anime sarebbero inserite all’interno di microstrutture chiamate “microtubuli”, contenute all’interno delle nostre cellule cerebrali. La loro idea nasce dal considerare il nostro cervello come una sorta di “computer biologico”, equipaggiato con una rete di informazione sinaptica composta da più di 100 miliardi di neuroni . Essi sostengono che la nostra esperienza di coscienza è il risultato dell’interazione tra le informazioni quantiche e i microtubuli, un processo che i due hanno definito “Orch-OR” (Orchestrated Objective Reduction).

Con la morte corporea, i microtubuli perdono il loro stato quantico, ma le informazioni in essi contenute non vengono distrutte. In parole povere, più legate ad un linguaggio tradizionale, l’anima non muore, ma torna alla sua sorgente. “Quando il cuore smette di battere e il sangue non scorre più, i microtubuli smettono di funzionare perdendo il loro stato quantico”, spiega il dott. Hameroff, professore emerito presso il Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia e direttore del Centro di Studi sulla Coscienza presso l’Università dell’Arizona. “L’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non è distrutta, non può essere distrutta, ma viene riconsegnata al cosmo”.

“Quando un paziente torna a vivere dopo una breve esperienza di morte, l’informazione quantistica torna a legarsi ai microtubuli, facendo sperimentare alla persona i famosi casi di premorte”,

continua Hameroff. La grande portata di questa teoria è evidente: la coscienza umana, così intesa non si esaurisce nell’interazione tra i neuroni del nostro cervello, ma è un informazione quantistica in grado di esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato. Si tratta di quella che per secoli le religioni hanno definito “anima”.

Questa teoria scientifica si avvicina molto alla concezione religiosa orientale dell’anima. Secondo il credo buddista e induista, l’anima è parte integrante dell’Universo ed esiste al di fuori del tempo e dello spazio. L’esperienza corporea (o anche terrena, materiale), non sarebbe altro che una fase dell’evoluzione spirituale della coscienza umana. Ma anche le religioni del libro, quali l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam, insegnano l’immortalità dell’anima. Chissà che questa teoria non possa aprire una nuova stagione di confronto positivo tra la ragione e la fede, la religione e la scienza.



Riferimento : dailymail.co.uk

Tratto da : http://www.altrogiornale.org/fisica-quanti...ienza-premorte/
view post Posted: 7/11/2017, 07:24 Loreena McKennitt - Breaking of the Sword - Musicoterapia

www.youtube.com/watch?v=ukPCDXMrgdQ


Loreena McKennitt - Breaking of the Sword

Oh my heart be strong
and guide when eyes grow dim
when ears grow deaf with empty words
when I know there’s life within
A gunfire shatters silence
where birds once sweetly sang
a mother cradles a child now dead
now death where life began
From the troubled heart of South Africa
Nicaragua’s festering sore
the turmoil on the streets of China
death crying out for more
A change is slow in coming
my eyes can scarcely see
the rays of hope come streaming
through the smoke of apathy
But oh my heart be strong
and guide when eyes grow dim
when ears grow deaf with empty words
when I know there’s life within
May the spirit never die
though a troubled heart feels pain
when the long winter is over
it will blossom once again”.


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Traduzione.
“Sento un qualche lontano battere di tamburi
un battito di cuore che pulsa debole
stanno arrivando insieme
un battito di cuore che non conosco
un cuore afflitto che non conosce pace
una scura e avvelenata pozza
di libertà adesso perduta
una pedina, uno strumento dell’oppressore
Oh cuore mio sii forte
e guida quando gli occhi si offuscano
quando le orecchie si assordano con parole vuote
quando so che c’è vita dietro
Uno sparo frantuma il silenzio
dove prima gli uccelli cantavano dolcemente
una madre culla un bambino morto
ora c’è la morte dove comincia la vita
Dal tormentato cuore del Sud Africa
piaga putrida del Nicaragua
il tumulto nelle strade della Cina
la morte sta gridando: ancora!
Un cambiamento è lento ad arrivare
i miei occhi possono vedere a stento
i raggi della speranza che stanno scorrendo
attraverso il fumo dell’apatia
Ma oh cuore mio sii forte
e guida quando gli occhi si offuscano
quando le orecchie si assordano con parole vuote
quando so che c’è vita dietro
Possa lo spirito non morire mai
nonostante il cuore afflitto senta dolore
quando il lungo inverno è finito
fiorirà un’altra volta”.
(Traduzione a cura di Flavio Poltronieri, pubblicata sul sito Canzoni contro la guerra)
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Loreena McKennitt, Breaking the silence – 6:23
(Loreena McKennitt)
view post Posted: 4/11/2017, 16:49 60 anni fa la cagnetta Laika partiva per lo spazio - Cani

60 anni fa la cagnetta Laika partiva per lo spazio

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60 anni fa la cagnetta Laika partiva per lo spazio. Era il primo essere vivente in orbita ed ebbe un destino crudele


60 anni fa la cagnetta Laika partiva per lo spazio, cambiando per sempre la storia. Era la fine degli anni Cinquanta quando l’Unione Sovietica, dopo il grande successo dello Sputnik 1, decise di lanciare in orbita un essere vivente. In occasione del 40esimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre venne scelta Laika, una cagnetta di 3 anni che partì per lo spazio il 3 novembre 1957.
Nei giorni precedenti al lancio, Laika fu sottoposta ad un durissimo addestramento, che sollevò accese proteste. Il cane era un bastardino trovato per le strade di Mosca ed ebbe un terribile destino. Il razzo con a bordo Laika venne lanciato alle 2:30 del 3 novembre, dal Cosmodromo di Bajkonur. Secondo quanto raccontato dai sovietici, l’animale rimase in vita per circa sette ore. In realtà la cagnolina morì poco dopo il lancio. Il sistema di controllo della temperatura infatti smise improvvisamente di funzionare e all’interno dell’abitacolo l’aria divenne irrespirabile e rovente, arrivando a 40 gradi.
Cinque mesi dopo il satellite rientrò nell’atmosfera terrestre, dopo aver compiuto 2.570 giri intorno alla Terra. Nel corso dell’atterraggio, il 14 aprile 1958, andò completamente distrutto. La vicenda di Laika rappresentò un evento che segnò profondamente le coscienze. Il cane ancora oggi viene ricordato con orgoglio in Unione Sovietica, anche se la sua fine fu davvero atroce. Il sacrificio della piccola randagia contribuì ad accendere una discussione riguardo l’utilizzo degli animali per scopi scientifici.
Un pensiero interpretato perfettamente dallo scrittore Dino Buzzati: “Di cani ne ho conosciuti tanti, miei e non miei, grandi piccoli, vecchi, giovani e non uno manifestò mai qualcosa che possa lontanamente somigliare all’interesse scientifico – scrisse tempo fa -. Fedeltà, altruismo, disinteresse, bontà, pazienza, tenacia, coraggio, puntualità, disciplina, gratitudine, tutte queste virtù, che noi pratichiamo così di rado, il cane le possiede interamente. Ma amore per la scienza proprio no. Immaginare, che il tremendo compito assegnatole inorgoglisse ed esaltasse Laika, è sinonimo di assurd[/CENTER]o”.
view post Posted: 3/11/2017, 05:22 Flatulenza-Gas intestinali perché puzzano?? - Attenzione a ciò che mangiamo
Flatulenza, ecco perché alcuni peti puzzano (e altri no)
Uno specialista ci rivela per quale motivo alcuni peti puzzano, e altri lo fanno un po’ di meno: la colpa è del cibo, ma non sempre è un male…


Flatulenza: ecco pechè alcuni peti puzzano e altri noIl tema è di quelli delicati e, generalmente, viene trattato non senza grande pudore. Abbattendo qualsiasi prudenza, però, vogliamo correre dritti al punto: in tema di flatulenza, è facile notare che certi peti puzzano più di altri. Ma perché accade questo? Se pensate che nessuno se lo sia domandato, vi sbagliate di grosso: ha infatti cercato di fornire una risposta puntuale il dottor Myron Brand, gastroenterologo e specialista di medicina interna, secondo cui a favorire i cattivi odori dei gas intestinali sarebbero alcune situazioni concomitanti. Curiosi di sapere quali sono?

IL PESO DEL CIBOFlatulenza: il peso del cibo

Naturalmente, il primo incriminato è il cibo, visto e considerato che quanto va a finire nell’intestino viene trasformato (anche) in gas. Insomma, a seconda del tipo e della quantità di cibo che mangiamo, cambia anche il tipo di sostanze gassose che vengono prodotte dai batteri. Guai, in tal senso, a pensare che un peto dal cattivo odore equivalga sempre a una situazione di scarsa salute dell’intestino:



Il cattivo odore può significare soltanto che i carboidrati assunti sono stati mal digeriti, in questo caso si ha un odore di fermentato

dichiara l’esperto. A conferma di ciò, il fatto che spesso più il cibo è salutare, e più il peto sarà portato a puzzare. In particolare, più è alto il volume di alimenti ricchi di fibre che viene assunto nella dieta, e più sarà anche il contributo alla proliferazione dei batteri intestinali buoni, che hanno – tra i principali effetti – anche quello di produrre gas dalla digestione del cibo.

Flatulenza:peti puzzolenti più di altri



L’elenco degli “incriminati” è lungo: si pensi ai cavoli, broccoli, carne rossa, latte e proteine vegetali, e tanto altro ancora, identicamente in grado di favorire la produzione di gas, spesso maleodorante e simile a quello di “uova marce”, determinato dalla scomposizione del cibo in idrogeno solforato.

PETI PUZZOLENTI: COME FARNE A MENO?Peti puzzolenti: come farne a mano

Se il vostro obiettivo è quello di evitare di produrre peti puzzolenti (ma ne vale la pena?) meglio preferire le proteine, piuttosto che i carboidrati. Difatti, le proteine ​​non provocano molto gas, ma lo fanno i carboidrati. Come medico, cerco di condizionare questo fenomeno con cose come la dieta FODMAP o i probiotici

prosegue ancora lo specialista, ricordando che la dieta a basso contenuto di carboidrati FODMAP è quella che limita alcuni tipi di carboidrati che tendono a fermentare nell’intestino e che producono gas rancido. La cattiva notizia è che tale dieta è difficile da seguire, visto che elimina purtroppo anche i cibi anche sani come le cipolle e gli asparagi.

Se poi si soffre di problemi davvero gravi di flatulenza, meglio rivolgersi direttamente a un gastroenterologo o un nutrizionista esperto, che possa aiutarvi a scoprire quali siano i carboidrati che provocano tale situazione di disagio, in maniera tale prendere in considerazione solamente i cibi che hanno meno tendenza a fermentare e dunque, a produrre meno gas.problemi gravi di flatulenza

L’esperto ricorda tuttavia che l’emissione di gas è una cosa normale, e che una persona in salute tende a emettere gas dall’intestino tra le 10 e le 20 volte al giorno. Dunque, se si rientra in questi parametri (e se si ha la pazienza di “contare” le emissioni di gas”) non ci si deve affatto preoccupare e, solo in casi eccezionali, sarà necessario prendere dei provvedimenti. Insomma, val forse la pena continuare a mangiare quel che si è abituati a mangiare (se non ha controindicazioni) e, per i peti particolarmente puzzolenti, ricorrere a tapparsi il naso. E voi che ne pensate di queste conclusioni?
view post Posted: 26/10/2017, 06:42 È NATO IL C.R.E.L.S. (Comitato Referendario Etiche e Libere Scelte) - Leggi e link utili per tutti
È NATO IL C.R.E.L.S. (Comitato Referendario Etiche e Libere Scelte)

È NATO IL C.R.E.L.S.
(Comitato Referendario Etiche e Libere Scelte)
Domani, sabato 2 settembre, durante la Conferenza di Merano, parleremo della nascita di questo strategico Comitato Referendario per le Etiche e Libere Scelte (CRELS). Un Comitato fondato e presieduto dall’Avv. Alessandra Santoro, Siciliana e madre di due splendidi bambini, unitamente ad altri valenti professionisti (Avvocati e Medici).

Il CRELS nasce per dar vita ad una campagna di cultura e dignità legata alla raccolta di firme per l’abrogazione della Legge (da me definita ignobile), sulla obbligatorietà dei Vaccini per i Bambini.

Il CRELS chiederà che – a partire da un post che verrà inserito quanto prima -, ogni Cittadino Maggiorenne, residente in Italia, si presenti presso Ufficio del proprio Municipio e chieda di firmare per l’abrogazione della suddetta Legge.





A “Passar Parola” e ad accompagnare i vari Residenti a firmare, dovranno essere i Referenti Comunali di ogni territorio. Spinti da una attenta riflessione sulla libertà di scelta che ogni Cittadino deve sapersi dare da solo.

Noi del COEMM chiediamo, a ogni singolo maggiorenne dei CLEMM, di fare questo piccolo sacrificio in prima Persona e poi passar parola a chiunque ritenga di potersi confrontare su tale delicatissimo tema. Anche iscrivendosi – gratuitamente – a tale Comitato Referendario.

Le bugie che ci sono dietro la costrizione a vaccinare i figli di ciascuno, che il Governo Italiano ha imposto, hanno del vigliacco e dell’incredibile! Ma, purtroppo, sono attuate. Sia la dr.ssa Gatti che il dott Stefano Montanari, domani a Merano ci faranno scoprire i tanti interrogativi che devono far riflettere chiunque.
Segretario COEMM Maurizio Sarlo.
view post Posted: 26/10/2017, 05:05 ADOLESCENTI E PORNOGRAFIA - Minori
ADOLESCENTI E PORNOGRAFIA



Questo non vuole essere un articolo moralista e bigotto. Chi scrive e’ cresciuto con i film di Edwige Fenech e Lino Banfi e ne rivendica con forza la funzione educativa e conoscitiva.

Questo e' solo un piccolo tentativo di analisi, il più’ oggettivo possibile, della pornografia attuale, degli eventuali rischi e pericoli ad essa connessi e delle possibili ricadute negative sulla coppia, sulla famiglia e sulla società’ che essa comporta.Negli anni 70 e 80, l’adolescente medio si eccitava e sfogava le proprie pulsioni sessuali perlopiù’ attraverso le commedie all'Italiana, la sua massima ambizione era la sfuggevole visione di un ciuffo di pelo, e la fruizione di immagini pornografiche esplicite era considerata tabù’, roba per anziani e pervertiti e richiedeva tralaltro il superamento di ostacoli immani quali il confronto con l’occhio giudicante del giornalaio o della cassiera del cinema, che spesso scoraggiavano il neofita dallo spingere troppo oltre la propria curiosità’. Oggi internet ha consentito al porno una diffusione massiva, indiscriminata, incontrollata, trasformandolo in un business da 265 milioni di dollari al giorno. Uomini e donne, giovani e vecchi, adulti e bambini possono ora visionare, nel tranquillo anonimato di casa propria, tonnellate di porno che sono li' a portata di click; molti, effettivamente, ne fruiscono, anche in maniera smodata e compulsiva, fino a diventarne dipendenti.
I principali consumatori di porno sono gli adolescenti.

Con quali conseguenze? Qualche anno fa, un neurochirurgo ha spiegato gli effetti dovuti all'impatto della pornografia sul cervello umano, e sulla società’ facendo rivelazioni sorprendenti.Innanzitutto la visione regolare di pornografia riduce drasticamente la capacita’ di produrre dopamina del cervello (l’ormone della soddisfazione). L’individuo deve allora agire secondo la dipendenza, ossia aumentando la dose di dopamina fino a livelli sufficienti per sentirsi normale. Poiché avviene una desensibilizzazione dei circuiti di ricompensa, stimoli più forti e ancora più forti sono necessari per aumentare le dosi di dopamina.Siccome il mondo del porno non ragiona su basi etiche ma attraverso logiche di business, ad una richiesta di immagini sempre piu’ forti, corrisponde una pericolosissima offerta di immagini sempre più’ forti, al punto che oggi, qualunque barriera e tabù’ sono stati abbattuti: scene di incesto, stupro, spregio della gravidanza, pedofilia, zoofilia, coprofagia fino ad arrivare alla turpitudine suprema dell’omicidio proprio degli snuff movies, anche a causa dei quali, solo nel Sud est Asiatico, spariscono 800.000 bambini ogni anno, sono disponibili su internet.In nome del profitto, si immolano protagonisti e fruitori.Dalla capostipite Linda Lovelace a John Holmes, fino alla nostra Moana, l’elenco delle morti premature nel mondo a luci rosse per suicidio o abuso di sostanze stupefacenti o analgesici è molto lungo, questo senza considerare le morti per AIDS, le situazioni di invalidità’ permanenti a causa, ad esempio, di prolassi vaginali e anali da trauma e il fatto che Il 66% dei protagonisti del porno ha contratto l’Herpes o altre malattie non curabili nel corso della loro carriera.

Sull'altare dell’hard si sacrificano migliaia di adolescenti o giovani adulti che scelgono di autodistruggersi in cambio di un po’ di fama e qualche dollaro, quando non sono costretti a salire in giostra da organizzazioni criminali più’ o meno strutturate o da vicende personali problematiche. La percentuale di ragazze con una storia di abusi e violenze sessuali che trovano nel porno un’industria pronta a sfruttarle, aggravando cinicamente il loro problema, ad esempio, e’ molto elevata.

Ma se il porno distrugge chi lo fa, non risparmia assolutamente chi lo utilizza, principalmente, come detto, adolescenti, dagli 11 ai 17 anni, in tutto undici milioni di teenager, cui si aggiungono, naturalmente, le altre fasce di popolazione in maniera omogenea.I danni relativi alla fruizione regolare di pornografia riguardano, oltre alla dopamina i lobi frontali del cervello, che possono rimpicciolirsi. Questo rende, tra l’altro, complicata l’uscita dalla dipendenza dal momento che l’atrofizzazione dei lobi frontali compromette le capacita’ di giudizio e di decision making.Questa condizione si chiama ipofrontalita’ e accomuna persone dipendenti e pazienti con danno cerebrale frontale.

Caratteristiche tipiche sono impulsività’, irresponsabilità’, la ridotta capacita’ di valutazione delle conseguenze delle proprie azioni e la compulsivita’, per cui oggetti o comportamenti, devono essere ottenuti o agiti per forza, a qualunque costo. Altre caratteristiche sono la fragilità’ e l’instabilita’ emotiva e gli sbalzi repentini e apparentemente immotivati di umore. Uno studio pubblicato nel 2007 ha mostrato atrofizzazioni dei lobi frontali quasi identiche tra dipendenti da cocaina, metanfetamina e pornografia.La pornografia, inoltre «resetta» i circuiti neurali rendendo la dipendenza da porno un comportamento supercompulsivo che a detta di molti e’ il piu’ duro da vincere tra tutti i comportamenti coatti, ancor piu’ della tossicodipendenza che, anche se potente, è più passiva e meno omnipervadente.

Oltre all’ipofrontalità corticale e alla compromissione della produzione endogena di dopamina, anche la produzione endogena di ossitocina e vasopressina, due importanti ormoni del cervello coinvolti nella sessualità’ ma anche nella capacita’ di fidarsi, affidarsi ed amare, viene danneggiata dalla pornografia. Pare che chi si masturba regolarmente con l’ausilio di pornografia rischi di compromettere, nel tempo, la propria capacità di amare diventando progressivamente incapace di rapporti di amicizia profonda, presa in carico, cura e amore.



La sessualità’ diviene un’attivita’ fine a se stessa, slegata da ogni affettività’ e colorata, spesso, di aggressività’ e, a volte, violenza. Molti sviluppano una sorta di personalità’ sommersa egocentrica e amorale che spesso cozza dolorosamente con il sistema di valori del soggetto stesso e con le condizioni necessarie ad una vita di coppia felice. «L‘impotenza da porno» per la quale l’uomo preferisce la masturbazione solitaria davanti al monitor al rapporto fisico con la partner è poi un fenomeno sempre piu’ frequente che puo’ condurre anche alla distruzione del legame sentimentale.L’American Academy of Matrimonial Lawyers nel 2003 ha rivelato che il 58% dei loro divorzi erano la risultante di un’eccessiva fruizione di pornografia da parte di uno dei coniugi.

Qualcuno ha addirittura, ipotizzato che esista una correlazione tra diffusione indiscriminata della pornografia e crollo della natalità’ nei paesi industrializzati, sebbene il declino demografico sia sicuramente un fenomeno multi-fattoriale.Va poi registrato un calo della produttività’ da parte dell’individuo pornodipendente, una diminuita capacita’ di mantenere impegni e rispettare orari che si traduce, a volte, in una compromissione dei risultati scolastici negli adolescenti o nella perdita di lavoro negli adulti, ed una pericolosa tendenza acquisita, a considerare le persone non più’ come fini, ma alla stregua di meri oggetti sessuali esclusivamente utili alla soddisfazione dei propri bisogni.L’offerta di immagini sempre piu’ estreme, sempre più’ scioccanti, inoltre, puo’ portare a sviluppare nell'individuo fantasie violente che, se agite, possono tradursi in episodi di stupro individuale o di gruppo, ma anche, in casi estremi, di femminicidio, dal momento che la modalità’ sessuale più’ gettonata su internet, al momento, e’ quella che vede un uomo o più’ uomini impegnati in attività’ più’ o meno abusanti su una donna.



A dire il vero, pero’, la visione di sesso aggressivo, potrebbe anche, in alcuni casi, risultare una valida valvola di sfogo per le devianze e non influire, di fatto sulla crescita nel numero assoluto di questi episodi, ma anzi agire nella direzione della loro diminuzione. Su questo esistono ricerche dai risultati contrastanti sebbene un articolo pubblicato sul Journal of Family Violence, nel 2009 abbia comunque rivelato che l’85% degli uomini arrestati per pornografia infantile ha anche abusato fisicamente di minori e non ci sia dubbio, altresi', che la fruizione di immagini scioccanti da parte di un individuo, ne influenzi notevolmente e negativamente, almeno, l’ideazione ed il mondo fantastico.

Questi sono solo alcuni dei danni e dei pericoli legati alla produzione e al consumo di pornografia.
Alla luce di queste considerazioni, credo che una sua limitazione e regolamentazione consapevoli siano misure quantomai necessarie e urgenti, non per moralismo o per questioni religiose legate al senso di colpa, ma allo scopo di recuperare una sessualità’ sana, pregna di affettività’ e vissuta pienamente in prima persona e al fine di tutelare e proteggere i nostri figli e il loro sviluppo psicosessuale ma anche noi stessi e chi ci e’ accanto.

Dr. Andrea Tosatto
Psicologo Clinico
view post Posted: 25/10/2017, 17:13 antibiotici batteri acquisiscono la resistenza agli antibiotici - Medicina e scienza di frontiera
Ecco come i batteri acquisiscono la resistenza agli antibiotici

I patogeni gram negativi diventano insensibili agli antibiotici acquisendo i geni della resistenza dagli attinobatteri, che vivono nei suoli. Il processo avviene grazie a un trasferimento genico chiamato carry back, scoperto grazie a un nuovo studio condotto in Danimarca

La resistenza agli antibiotici è un problema sempre più serio in tutto il mondo: esistono infatti ceppi di batteri che non possono essere eradicati, ponendo in serio pericolo la salute della persona infetta. Per trovare una soluzione, molti ricercatori stanno ora cercando di capire quale possa essere l’origine dei geni che conferiscono ai batteri la loro “immortalità”.

Un nuovo studio pubblicato su “Nature Communications” da Xinglin Jiang e colleghi della Novo Nordisk Foundation Center for Biosustainability – DTU Biosustain, presso la Technical University of Denmark, dimostra ora quella che per circa 30 anni è rimasta solo un’ipotesi: i geni della resistenza antibiotica hanno origine da una famiglia di microrganismi che vive nei suoli: gli attinobatteri.

In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno scoperto che in una famiglia di patogeni, chiamati gram-negativi, molti geni della resistenza sono simili ai geni della resistenza che si trovano negli attinobatteri. In un caso in particolare, è risultata una corrispondenza del 100 per cento.

Come i batteri acquisiscono la resistenza agli antibiotici
Attinobatterti in coltura (Credit: DTU/DTU Biosustain)
La scoperta non era facile da spiegare: come fanno batteri molto diversi dagli attinobatteri ad acquisire da essi i geni della resistenza antibiotica? Le analisi genetiche hanno permesso d’individuare un nuovo meccanismo chiamato carry back, durante il quale i patogeni gram-negativi iniettano il loro DNA negli attinobatteri, dove si ricombina con il DNA dell’ospite, che contiene i geni della resistenza antibiotica.

Morto l’attinobatterio, il DNA ricombinante viene rilasciato nell’ambiente. Infine, il DNA iniettato può agire come una sorta di colla, mediando l’acquisizione dei geni della resistenza da parte dei patogeni, grazie a un fenomeno chiamato trasformazione naturale.

Perché avvenga

il trasferimento è sufficiente che vi sia un’occasione di contatto tra i due batteri, per esempio in un allevamento di animali, o in un terreno in cui vengono abbandonati rifiuti ospedalieri non trattati. Una volta acquisiti i geni necessari, il patogeno può diventare resistente ed essere pericoloso per gli esseri umani infettati successivamente.

Il risultato dello studio potrebbe essere estremamente prezioso per trovare una soluzione al problema dell’antibioticoresistenza.

“Ancora non siamo in grado di fermare il processo di trasferimento genico, ma una volta che sono noti i geni che conferiscono ai patogeni la resistenza antibiotica è possibile in linea di principio sviluppare nuovi antibiotici con altre caratteristiche da cui i patogeni non possono difendersi”, ha concluso Tilmann Weber, autore senior dello studio.

www.lescienze.it
view post Posted: 25/10/2017, 17:06 Uno scienziato italiano avrebbe scoperto come eliminare le cellule potenzialmente cancerose! - CANCRO: informazione libera
Uno scienziato italiano avrebbe scoperto come eliminare le cellule potenzialmente cancerose!



La scoperta del ricercatore italiano Stefano Santaguida del MIT che racconta la sua recente scoperta. Ecco come è riuscito a bloccare l’anomalia cromosomica delle cellule tumorali.

scienze.fanpage.it

Stefano Santaguida, ricercatore italiano al MIT da quasi sei anni, ha scoperto un meccanismo che porta all’eliminazione di cellule con uno squilibrio cromosomico, una caratteristica spesso trovata nelle cellule tumorali. I risultati di questa importante scoperta arrivano dopo anni di intenso lavoro raccolto all’interno dello studio intitolato “Chromosome Mis-segregation Generates CellCycle-Arrested Cells with Complex Karyotypes that Are Eliminated by the Immune System” e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Developmental Cell. Ma cos’è lo squilibrio cromosomico? E come fermarlo può contrastare lo sviluppo di un tumore? Andiamo per punti.



Squilibrio cromosomico. I ricercatori ci spiegano che la maggior parte delle cellule viventi ha un numero definito di cromosomi, quelle degli esseri umani per esempio ne hanno 23 paia e, quando le cellule si dividono, è possibile che si ‘sbaglino’ finendo per perdere o guadagnare i cromosomi e il che è pericoloso. Per fare un esempio, nella sindrome di Down c’è un cromosoma in più rispetto al previsto, il cromosoma 21. Questo fenomeno si chiama ‘aneuploidia’ ed è proprio una variazione del numero dei cromosomi rispetto a quello normale, insomma, un’anomalia cromosomica.

La scoperta di Santaguida. Per la prima volta, i ricercatori del MIT coordinati dall’italiano Stefano Santaguida e principale autore dello studio, sono riusciti ad identificare il meccanismo che porta le cellule del sistema immunitario a “scovare” ed eliminare queste cellule ‘squilibrate’ geneticamente. Praticamente subito dopo aver guadagnato o perso cromosomi, le cellule mandano un segnale che attiva le cellule del sistema immunitario chiamate “cellule natural Killer” che riescono a distruggere le cellule ‘anormali’. Attenzione, i linfociti NK (cellule Natural Killer) sono proprio quelli coinvolti dal sistema immunitario per riconoscere e distruggere le cellule tumorali e quelle infettate dai virus.

Speranze per il futuro.

Quanto scoperto apre la possibilità di sfruttare il sistema immunitario per uccidere le cellule tumorali che, per l’appunto, molto spesso sono portatrici di anomalie cromosomiche e che sono spesso in grado di eludere il controllo delle cellule del sistema immunitario.

[Foto copertina MIT]
view post Posted: 25/10/2017, 17:01 «Di amianto si morirà per altri 130 anni, le bonifiche non finiranno prima del 2102» - Attualità e verità nascoste

Di amianto si morirà per altri 130 anni, le bonifiche non finiranno prima del 2102»





La dichiarazione dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto. E in Italia già oggi non esistono le discariche indispensabili per gestire i rifiuti post-bonifica
www.greenreport.it

Nonostante in Italia la vendita di amianto si vietata sin dal 1992, le malattie asbesto correlate continuano a crescere sul territorio. Secondo i nuovi dati epidemiologici diffusi dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona) il trend dei mesoteliomi è in continuo aumento, con 1800 casi del 2015 e 1900 nel 2016 (a fronte dei 20.629 casi per il periodo 1993-2011).

Questo perché le importazioni italiane di amianto grezzo sono state superiori a 50mila tonnellate/anno fino al 1991, e il periodo di più intenso utilizzo e di più elevata esposizione all’amianto in Italia è quello dal 1960 al 1985: tenendo conto dei tempi di latenza, il presumibile picco delle patologie asbesto-correlate, ed in particolare dei mesoteliomi, si verificherà tra il 2020 ed il 2030.

«Di amianto si continua e purtroppo si continuerà a morire per i prossimi 130 anni – dichiara amaramente Ezio Bonanni, presidente Ona – considerando che, anche con le più rosee aspettative, le bonifiche non finiranno prima di 85 anni. Ecco perché occorre bonificare al più presto i 40.000.000 di tonnellate contenenti amianto che sono disseminate nell’intero nostro territorio nazionale».

Come ricorda infatti l’Ona durante la conferenza “Italia: la Repubblica dell’amianto”, le quantità di amianto e di materiali contenenti amianto sono pari a circa 40 milioni di tonnellate (32 secondo le stime CNR-Inail), di cui 34 milioni a matrice compatta e circa 6 milioni in matrice friabile, con circa 50mila siti e 1 milione di micrositi: più di 3milioni sono stati i lavoratori esposti all’amianto nel corso dei decenni ed ancora oggi ci sono centinaia di migliaia di cittadini esposti e quindi il rischio di contrarre patologie asbesto-correlate non può dirsi circoscritto.

«Anche le scuole sono imbottite di amianto: 2.400 in Italia per fermarci a quelle che abbiamo censito, ma temiamo che siano di più», insiste Bonanni. Il mesotelioma presuppone sempre l’esposizione ad amianto, salvo rari casi, ed è di origine professionale per il 90% dei casi per gli uomini e in circa il 50% per le donne: i dati elaborati dall’Ona permettono la ripartizione dei casi di mesotelioma nei diversi comparti, tra i quali spiccano quello edile per il 15,2%; quello dell’industria metalmeccanica, più dell’8,3%; quello dell’industria tessile, per più del 7%; quello della cantieristica navale per circa il 7%, quello della Difesa con il 4,1% o il settore dei rotabili ferroviari, con 505 casi censiti al 2011.

Il risultato è che, oggi, solo in Italia sono più di 6.000 coloro che perdono la vita ogni anno per malattie amianto correlate (mesotelioma pleurico, alla tunica vaginale del testicolo, al pericardio e al peritoneo; cancro ai polmoni, alla faringe, alla laringe, allo stomaco, al fegato, all’esofago, al colon e al retto, alle ovaie, etc., e per patologie fibrotiche, tra le quali asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e loro complicanze cardiocircolatorie), cui si aggiungono decine di migliaia di nuovi malati.

Un’emergenza, dunque, che non è soltanto sanitaria e giudiziaria, ma anche sociale ed economica. Un’emergenza cui sapremmo come rispondere, ma per la quale le azioni a contrasto latitano ormai da decenni. L’Ona ribadisce dunque le proprie proposte: «Mappatura e bonifica (la prevenzione primaria per evitare ogni forma di ulteriore esposizione quale unico strumento effettivamente efficace anche per debellare complessivamente questo tipo di patologie), ricerca scientifica e sorveglianza sanitaria (per ottenere la diagnosi precoce e le cure migliori) e l’assistenza ai cittadini, ai lavoratori malati e ai loro familiari, oltre al risarcimento dei danni e alla punizione dei colpevoli».

Nel computo non viene però esplicitato uno dei temi cruciali nella lotta all’amianto in Italia, ovvero la tragica mancanza di discariche sul territorio indispensabili per gestire in sicurezza l’amianto una volta effettuate le bonifiche. Come osserva il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, infatti, ad oggi sull’intero territorio nazionale sono presenti appena 22 discariche con celle ad hoc per l’amianto: ecco perché su 340mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto prodotte nel 2014, 156mila sono state quelle esportate in Germania. Un trasporto dai costi enormi, ambientalmente rischioso e contrario ai principi di prossimità e sostenibilità.

«Uno dei principali problemi è che mancano le discariche – dichiarano al proposito dal ministero dell’Ambiente – a volte i monitoraggi non vengono effettuati perché poi nasce il problema di dove poter smaltire l’amianto». Un paradosso crudele: mentre l’amianto continua a fare 6mila morti l’anno, a fare più paura di questo pericolo disperso ovunque è spesso la presenza di una discarica gestita a norma di legge, l’unico argine possibile all’avanzata del killer silenzioso.

L. A.
view post Posted: 25/10/2017, 16:50 Trovate tracce di un’antica specie umana - Archeologia - mistero - viaggiatori del sacro

Trovate tracce di un’antica specie umana “fantasma” nella saliva dei nostri progenitori di 150.000 anni fa




Circa 150.000 anni fa, popolazioni dell’Africa sub-sahariana si incrociarono con una specie umana ancora sconosciuta, di cui si sono trovate tracce nel gene di una proteina della saliva, radicalmente diverso sia da quello degli altri uomini moderni sia da Neanderthal e uomini di Denisova.

L’analisi del gene di un’importante proteina della saliva indica l’esistenza di un’antica specie umana, forse finora sconosciuta, che avrebbe contribuito al genoma delle attuali popolazioni sub-sahariane. Lo studio, pubblicato su “Molecular Biology and Evolution” da ricercatori della State University of New York a Buffalo, suggerisce che l’incrocio fra specie strettamente affini fra i nostri progenitori fosse più la norma che l’eccezione.

La scoperta è avvenuta quasi per caso. Omer Gokcumen e colleghi stavano studiando l’origine di MUC7, una delle proteine che compongono la saliva, che è particolarmente efficace nel legare e intrappolare i batteri.

Mentre cercavano di ricostruire l’evoluzione della proteina analizzato il gene MUC7 in più di 2500 umani moderni, si sono accorti con sorpresa che i campioni provenienti da soggetti dell’Africa sub-sahariana avevano una versione del gene decisamente diversa da quelle trovate negli altri.

La variante sub-sahariana era così particolare che anche i geni MUC7 dei Neanderthal e dell’uomo di Denisova erano molto più simili a quelli degli umani moderni rispetto a essa.

“Sulla base della nostra analisi, la spiegazione più plausibile di questa estrema diversità è che in epoca arcaica sia stato introdotto materiale genetico proveniente da una specie ‘fantasma’ di antichi ominidi”, dice Gokcumen. “Questo nostro parente umano sconosciuto potrebbe essere una specie già scoperta, per esempio una sottospecie di Homo erectus, o una ancora sconosciuta. La chiamiamo specie fantasma perché non disponiamo di suoi fossili.”

Considerata la velocità a cui mutano i geni nel corso dell’evoluzione, i ricercatori hanno calcolato che gli antenati delle persone che sono portatrici della variante sub-sahariana di MUC7 devono essersi mescolati con un’altra antica specie umana circa 150.000 anni fa, mentre la divaricazione evolutiva delle due specie doveva essere iniziata fra 1,5 e 2 milioni di anni fa circa.

“A quanto pare” ha aggiunto Gokcumen, “l’incrocio tra specie diverse di ominidi arcaici non era l’eccezione ma la norma”
.
www.MEDICINA E SCIENZA.org

Edited by **Ishtar** - 20/2/2018, 10:19
view post Posted: 25/10/2017, 16:37 Frida: il cane eroe che ha salvato 52 vite durante il terremoto del Messico - Cani
Frida: il cane eroe che ha salvato 52 vite durante il terremoto del Messico 0



Frida: il cane eroe che ha salvato 52 vite durante il terremoto del Messico


cerca tra le macerie, alla ricerca di sopravvissuti. Questo è il lavoro di una dolcissima Labrador, che opera insieme alla marina messicana durante le emergenze da calamità naturale.



Purtroppo, i giorni scorsi sono stati per lei un periodo molto intenso, a causa della violenta scossa di terremoto che ha colpito Città del Messico. Fino ad ora, nella sua carriera, Frida ha salvato 52 persone, comprese 12 in situazioni di vita o di morte dopo il sisma da 7.1 nella scala Richter che ha colpito il sud del Messico nei giorni scorsi.


Ora il suo lavoro è quello di trovare le persone intrappolate tra i detriti, individuandole tra le macerie. Non si sa ancora quante persone Frida abbia salvato questa volta, ma si sta impegnando al massimo nelle ricerche, insieme al suo addestratore.


In tutto il mondo migliaia di persone stanno ringraziando questo labrador gentile, condividendo foto di lei durante le operazioni, vestita di tutto punto con stivali canini sulle zampe e occhiali su misura di cane.


Lo stesso presidente messicano la conosce e ha twittato questo mese: “Questa è frida, fa parte del Semar e ha aiutato a salvare 52 vite in varie situazioni di pericolo, nazionali e internazionali”.


Proprio ieri i telespettatori messicani sono rimasti incollati al televisore, guardando il delicato tentativo di salvataggio di una bimba, sepolta sotto le macerie della sua scola. I soccorritori hanno continuato a lavorare anche sotto la pioggia e nell’oscurità e, quando finalmente sono spuntate le dita della bimba che si muovevano, l’immagine è diventato il simbolo della speranza per tutti i volontari, che non si sono dati per vinti e continuano a cercare sopravvissuti a Città del Messico.


BPH-MIK ON 22 SETTEMBRE 2017 NEWS DAL MONDO, PRIMA PAGINA
view post Posted: 21/10/2017, 09:11 Sarah McLachlan - In the arms of an angel ANGELO - Musicoterapia

Angelo







Spend all your time waiting
for that second chance
for a break that would make it okay
there's always one reason
to feel not good enough
and it's hard at the end of the day
I need some distraction
oh beautiful release
memory seeps from my veins
let me be empty
and weightless and maybe
I'll find some peace tonight

in the arms of an angel
fly away from here
from this dark cold hotel room
and the endlessness that you fear
you are pulled from the wreckage
of your silent reverie
you're in the arms of the angel
may you find some comfort there

so tired of the straight line
and everywhere you turn
there's vultures and thieves at your back
and the storm keeps on twisting
you keep on building the lie
that you make up for all that you lack
it don't make no difference
escaping one last time
it's easier to believe in this sweet madness oh
this glorious sadness that brings me to my knees

in the arms of an angel
fly away from here
from this dark cold hotel room
and the endlessness that you fear
you are pulled from the wreckage
of your silent reverie
you're in the arms of the angel
may you find some comfort there
you're in the arms of the angel
may you find some comfort here








Passi il tempo ad aspettare
quella seconda occasione
per un’apertura che risolverebbe
c’è sempre una ragione
per non sentirsi bene abbastanza
ed è dura alla fine del giorno
ho bisogno di qualche distrazione
oh dolce liberazione
i ricordi fluiscono lenti dalle mie vene
lascia ch’io sia vuota
e senza peso e forse
troverò pace stanotte

nelle braccia di un angelo
vola via da qui
da questa stanza d’hotel fredda e buia
e dall’infinità che temi
sei trascinato dalle macerie
del tuo silenzioso fantasticare
sei nelle braccia dell’angelo
che tu possa trovare conforto

tanto stanco della linea diritta
e ovunque ti volti
dietro ci sono avvoltoi e ladri
e la tempesta continua a torcersi
continui a costruire la menzogna
che inventi per ogni cosa che ti manca
non fa nessuna differenza
fuggire un’ultima volta
è più facile credere in questa dolce pazzia oh
questa meravigliosa tristezza che mi mette in ginocchio

nelle braccia di un angelo
vola via da qui
da questa stanza d’hotel fredda e buia
e dall’infinità che temi
sei trascinato dalle macerie
del tuo silenzioso fantasticare
sei nelle braccia dell’angelo
che tu possa trovare conforto
sei nelle braccia dell’angelo
che tu possa trovare conforto qui

Edited by **Ishtar** - 21/10/2017, 20:04
view post Posted: 19/10/2017, 05:30 alimentazione :pasta modificata geneticamente - Attenzione a ciò che mangiamo

Pasta 'arricchita' amica del cuore

Da sostanze della farina d'orzo bypass naturali



Proteggere il cuore dall'infarto mangiando spaghetti: potrebbe diventare possibile grazie ad una pasta speciale, prodotta in Italia mescolando la semola di grano duro con una farina d'orzo particolarmente ricca di una fibra alimentare 'amica' del cuore, chiamata beta-glucano. Sperimentata con successo sui topi, la pasta funzionale ha dimostrato di stimolare la formazione di 'by-pass' naturali, che possono continuare a nutrire il tessuto cardiaco anche quando è 'soffocato' dall'occlusione di una coronaria.

A indicarlo sono i risultati pubblicati su Scientific Reports dall'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. "Sino ad oggi, per aumentare il numero dei rami collaterali delle coronarie, sono state testate molteplici strategie invasive, ricorrendo all'uso di terapia genica e trapianto di cellule staminali", spiega il responsabile della ricerca Vincenzo Lionetti, coordinatore dell'Unità di Medicina Critica Traslazionale (TrancriLab) della Scuola Superiore Sant'Anna.

"Questa - sottolinea l'esperto - è la prima volta che si favorisce la formazione di by-pass naturali attraverso un alimento funzionale, come la pasta con beta-glucano d'orzo". Lo studio sui topi dimostra che l'assunzione regolare della pasta funzionale stimola, nei cuori sani, la crescita di nuovi rami collaterali delle coronarie. Lo fa aumentando l'espressione di due molecole: il fattore di crescita vascolare Vegf, che favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni, e la parchina, una proteina che protegge dagli effetti dell'ischemia quelle cellule che rivestono il lume delle coronarie. I risultati della ricerca indicano inoltre che l'assunzione giornaliera di pasta con beta-glucano d'orzo non induce resistenza all'insulina e non fa aumentare il peso corporeo.
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