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Posts written by *Deathena*

view post Posted: 19/12/2018, 07:01 COOPERATIVE /DISABILE IPERSFRUTTATO - Malattia mentale e disabilità
DA SOCIO LAVORATORE A SCHIAVO LAVORATORE

Stefano Capello – Dibase n.12

La condizione dei lavoratori delle cooperative non è ma stata tra le più privilegiate. Il mutualismo interno, la solidarietà tra i soci, l'identità di socio-lavoratore sono sempre stati il motore che ha permesso l'imposizione di livelli di sfruttamento "coreani".

In barba a chi legge il settore cooperativo come luogo del superamento delle relazioni di comando capitalistico nel lavoro, le cooperative sono da decenni delle vere e proprie imprese, il cui valore aggiunto è dato proprio dal "di più" offerto gratuitamente dai soci-lavoratori nei termini di partecipazione alla causa aziendale, autoriduzione del valore della propria prestazione lavorativa, disponibilità a sobbarcarsi sacrifici anche pesanti in nome del bene della "propria" cooperativa. Inoltre, nel corso del tempo, i soci-lavoratori sono stati progressivamente espropriati di ogni potere su quanto riguarda gli obiettivi strategici delle cooperative (il cosa produrre, il come produrlo), non meno di quanto lo siano stati nel campo dell'organizzazione del lavoro, dei suoi obiettivi, come dei suoi processi. In questo cinquantennio le cooperative (siano esse le trdizionali cooperative di produzione o le "giovani" cooperative sociali) hanno creato una vera e propria casta di inamovibili dirigenti, specializzati non meno dei manager aziendali veri e propri nei ruoli di organizzazione degli obiettivi della produzione e nel comando della forza lavoro. In pratica si è venuta a creare una situazione dove esistono alcune aziende che, rispetto a quelle padronali classiche, hanno una serie discreta di vantaggi, tanto nei termini di consenso dei lavoratori al loro sfruttamento, quanto di utilizzo di fondi versati dai lavoratori stessi dell'azienda (tramite il sistema delle quote sociali) ai quali attingere per investire. D'altra parte la natura anfibia dei soci-lavoratori (lavoratori sì, ma anche soci d'impresa) ha prodotto nel corso del tempo una giurisprudenza per lo meno ambigua sull'esistenza per questi strani lavoratori degli stessi diritti (ferie, mutua, riassunzione in caso di licenziamento senza giusta causa, TFR..) che, almeno fino a pochi anni fa, nemmeno i più spinti corifei confindustriali osava mettere in discussione per i lavoratori "normali. Ora, quegli ineffabili signori che siedono nei banchi del Parlamento, e in particolare quelli che a ogni rinnovo parlamentare vengono a chiedere i voti dei lavoratori contro il Berlusconi di turno, hanno prodotto, in pieno accordo con le Centrali Cooperative e con Cgil-Cisl e Uil, una definitiva regolamentazione di questo "strano caso". Naturalmente, visti i patrocinatori di questa ennesima fatica legislativa, i risultati non potevano che essere assolutamente sfavorevoli per i lavoratori delle cooperative. Il Senato della Repubblica il 24 Gennaio ha licenziato il nuovo testo di regolamentazione della figura del socio-lavoratore che verrà presto votato anche alla Camera, con risultato scontato, visto che al Senato si è rasentata l'unanimità (contraria solo la pattuglia del PRC). Questo testo, dal punto di vista giurisprudenziale, afferma una cosa fondamentale, e per noi gravissima, ossia che tra le due nature del socio-lavoratore, prevale la prima, a discapito della seconda. Quindi, per esempio, la rottura del legame sociale diviene ragione necessaria e sufficiente per la rottura anche del rapporto lavorativo. Con un solo rapido passaggio legislativo siamo tutti promossi a imprenditori. Il primo articolo della nuova Legge, infatti, prevede che il socio-lavoratore contragga con la cooperativa di appartenenza un duplice rapporto: una di tipo societario, e uno di tipo lavorativo. Il rapporto lavorativo può essere sia di tipo subordinato, sia di tipo autonomo, sia di collaborazione coordinata e continuativa. Solamente i soci che avranno sottoscritto con la propria cooperativa un rapporto di tipo subordinato potranno godere dei benefici a questo assegnati, ossia contrattazione collettiva, mutua, versamenti ai fini pensionistici, ferie, assicurazione sociale, applicazione dello Statuto dei lavoratori (con la significativa esclusione di un articolo come vedremo sotto), diritto di rappresentanza sindacale. Tutti gli altri verranno sottoposti al regime lavorativo previsto per il loro tipo di contratto. Come è noto lavoratori autonomi e popolo della partita IVA non hanno diritto a ferie, tredicesime, mutua, assicurazione sociale e pensione; per quanto riguarda, poi, la loro retribuzione oraria questa viene fissata sulla base della tabelle prodotte localmente dalle Camere di Commercio provinciali. Viene, quindi, a cadere per questo tipo di lavoratori il senso stesso di un contratto collettivo e della stessa contrattazione: si tratta di soci di un'azienda che vengono retribuiti dalla stessa per le loro prestazioni - secondo accordi individuali stabiliti tra costoro e l'azienda stessa -, non di lavoratori retribuiti secondo quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Viene così stabilito un principio fondamentale: il rapporto tra il socio-lavoratore e la cooperativa è costituito dal rapporto societario; il rapporto lavorativo è secondario, e viene regolato secondo i modelli esterni di riferimento. Per quanto riguarda l'aspetto pratico, poi, è chiaro che questi articoli della Legge hanno uno scopo ben chiaro: permettere alle cooperative di abbassare il costo del lavoro assumendo esclusivamente lavoratori autonomi e collaboratori coordinati e continuativi, in modo da tagliare significativamente le voci relative alla contribuzione pensionistica, all'assicurazione sociale alla mutua e alle ferie. Per quanto riguarda i soci-lavoratori già assunti, non sarà poi così difficile indurli a scegliere "liberamente" di abbandonare la condizione di subordinato. Chi conosce il settore, infatti, sa che minacce mafiose e pratica del mobbing sono pane quotidiano per i lavoratori. Questa impostazione viene confermata dalla scelta di sottoporre al Tribunale civile le controversie lavorative, non diversamente da quanto avviene per le controversie societarie, ricorrendo alla procedura arbitrale per la conciliazione delle divergenze. Questa pratica è disciplinata dagli articoli 409, comma 3 e 806 e seguenti del codice di procedura civile, che riguardano eminentemente i conflitti tra soci e non si curano minimamente della legislazione del lavoro. Il succo di tutto ciò mi sembra abbastanza chiaro: se il lavoratore viene costretto a firmare un contratto di lavoro non subordinato, o se non era a conoscenza di cosa questo comportasse, sono affaracci suoi! Alla faccia del mutualismo!! Altre due chicche sono state aggiunte a questa splendida crostata: la prima è la non validità dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori anche per i soci-lavoratori che abbiano optato per il rapporto di lavoro subordinato; l'articolo 18 è quel famoso articolo sul quale si era esercitata la furia neo-liberista di Pannella, Bonino & C. la scorsa primavera, e che costringe le aziende a riassumere un lavoratore licenziato senza giusta causa. In pratica la famosa "libertà di licenziare" viene concessa senza alcun problema proprio a quelle esperienze che teoricamente dovrebbero fare del mutualismo e della cooperazione la loro bandiera. La seconda caramellina è l'applicazione dell'articolo 2 dello Statuto dei Lavoratori anche ai soci-lavoratori che abbiano optato per rapporti di lavoro non subordinato: quest'articolo è quello che prevede la libertà di iscrizione sindacale; di iscrizione, ma non di rappresentanza perché, essendo il rapporto societario un rapporto di tipo privatistico, l'eventuale rappresentanza sindacale viene rinviata ad accordi tra le parti. In pratica, chi lavorerà in queste condizioni non avrà alcun diritto, se non quello di pagare una vera e propria tangente a Cgil-Cisl e Uil, che tanto continueranno a rappresentare questi lavoratori, che loro lo vogliano o meno. Per chiudere questa triste rassegna, bisogna citare il capolavoro partorito dalla squadra di legislatori capitanata dall'ex-ministro del Lavoro Treu (quello della Legge sul lavoro interinale, per intenderci): nel caso venga costituita una nuova cooperativa, oppure una cooperativa possa certificare (tramite la Direzione provinciale del lavoro) il suo stato di crisi, viene consentita la riduzione temporanea dei trattamenti economici. Tradotto in italiano, questo vuol dire che, nel caso una cooperativa o un consorzio di cooperative ne figlino una nuova, oppure che gli stessi soggetti perdano un appalto, viene consentito che abbassino i già miseri stipendi dei loro soci-lavoratori. Certo, formalmente la Legge prevede che siano le assemblee dei soci a produrre questa decisione, ma chi conosce sufficientemente le cooperative, sa quanto le assemblee siano state completamente svuotate di ogni potere decisionale. In buona sostanza questa nuova Legge non solo peggiora oltre ogni limite le condizioni dei soci-lavoratori delle cooperative, ma smantella in modo definitivo ogni residua presenza di diritti nel settore. Un merito però bisogna ascriverglielo: con questa Legge la cooperazione getta finalmente la maschera, cancellando ogni base materiale per la retorica solidar-mutualistica nelle cooperative; esse si trasformano in via definitiva in vere e proprie aziende di intermediazione delle prestazioni lavorative dei propri soci, gestite da un gruppo dirigente formalmente elettivo, ma in pratica inamovibile che acquisisce caratteristiche non differenti da quelle del management di un'azienda tipo la Manpower. L'essere soci diventa sempre più una condizione imposta, utile solamente a fornire capitale circolante fresco alle dirigenze cooperative. Si tratta ora di lavorare affinché il disincanto non si trasformi in rassegnazione, ma in ribellione contro quest'ennesima truffa ai danni dei lavoratori. L'obiettivo non potrebbe essere più chiaro: il ritiro immediato e incondizionato della Legge; per muoverci in questa direzione, come FLAICA-CUB di Torino, abbiamo organizzato un primo momento di incontro tra i lavoratori delle cooperative sociali che si terrà Giovedì 22 Febbraio nei locali della Circoscrizione 4 in via Asinari di Bernezzo 22, allo scopo di generalizzare l'informazione sulla Legge e decidere le prime scadenze di lotta. Sui prossimi numeri di Sindacalismo di Base, vi terremo informati degli sviluppi.
view post Posted: 7/11/2018, 09:26 I bisogni dell'animale morente. - L'angolo dedicato a tutti gli animali
I bisogni dell'animale morente
estratto da Christine Longaker, Finding hope facing death.

Non scappare di fronte a questa mia difficoltà; fino adesso sei tu che hai avuto bisogno di me ora sono io che ho bisogno di te.

Ho bisogno che tu mi assista perché è di te che ho proprio bisogno. Ho bisogno del tuo Amore, della tua Compassione e della tua Empatia.

Ho bisogno di poter esprimere me stesso nelle mie difficoltà: non aver paura se non sono quello di un tempo, quello al quale eri abituato; accettami per come sono adesso.

Ho bisogno di sapere che se accade che mi rimbambisca o che divento totalmente dipendente nei bisogni più intimi mi rispetterai ugualmente, e che ti ricorderai che sotto tutto questo che mi sta capitando io sono presente e sento la qualità della nostra relazione, sento la contagiosa pace interiore che avrai imparato a sviluppare e sento che sei diventato abbastanza ricettivo da percepire ciò di cui ho bisogno.

Ho bisogno d’essere rassicurato e amato, quale che sia la mia condizione.

Ho bisogno d'essere considerato un’animale e non identificato con la malattia che manifesta il mio corpo.

Dammi una mano a farmi trovare la posizione giusta; cambiami di posizione abbastanza spesso e controlla che sia comodo, asciutto e al calduccio.

Ho bisogno di sentirti vicino ma non di sentirti iperprotettivo.
Non soffocarmi di attenzione.

Ho bisogno di sapere che se non sarai presente quando me ne andrò non sarai triste e non ti colpevolizzerai, perché la tua presenza è a volte confortante, ma a volte mi impedisce di andarmene.
Ho bisogno di scegliere il momento in cui abbandonarmi al mistero della morte e questo momento potrà anche coincidere con una tua assenza.
Non giudicarmi per questo e non giudicarti.

Ho bisogno di sentire le tue emozioni, anche quelle di disperazione. Non ti preoccupare… le ho sempre sentite e le ho sempre apprezzate perché rappresentano un inestimabile patrimonio per noi animali. Sono state parte del nutrimento che mi ha sostenuto lungo questo tratto di strada che abbiamo percorso insieme.

Non mettere la maschera, con me non serve.
Piangi se ti viene da piangere, anche in mia presenza; non diventerò più triste per questo.
Non ho mai dissimulato con te; non farlo tu, proprio ora.

Nessuno può sapere quanto questo periodo durerà.
Trova i tuoi ritmi, crea dei nuovi rituali come quelli che avevamo nella nostra quotidianità.
Sii creativo, trovane di nuovi.

Trasforma i rituali di un tempo in una nuova danza, con Amore.

Lascia che io ti guidi, attraverso il mio Amore, in questo percorso che un giorno più o meno lontano dovrai affrontare anche tu.

Ho bisogno che tu mi protegga dai conflitti famigliari soprattutto riguardo alla mia morte; in questo momento possono essere troppo pesanti da sopportare.

Ho bisogno di sapere che anche senza di me tu sarai forte per affrontare le sfide che la Vita ti porterà innanzi.

Ho bisogno che cerchi i miei occhi anche se non ti appaiono come quelli di una volta.

Ho bisogno di dire addio: non spingermi a lottare se non ce la faccio, non arrabbiarti se non ce la faccio. Se anche sono in coma, autorizzami ad andarmene, augurami buona fortuna.

Ho bisogno di essere compreso se mi oppongo a certi piccoli cambiamenti. Ogni cambiamento è una piccola perdita e io sto per affrontarne una che è la somma di tutte.

Parla con me, non fare come se io non ci fossi.

Ho bisogno che non mi si privi della coscienza per tenermi buono: sarebbe come uccidermi anzitempo.

Ho bisogno che tu diventi il difensore dei miei bisogni.

Ho bisogno di sapere che l’impronta d’Amore che ti ho lasciato durante tutta la mia vita possa dare i suoi frutti; mi piacerebbe vedere che questi frutti possano essere di nutrimento per gli Animali e anche per gli Uomini.

Ho bisogno che tu non creda di dover avere per forza tutte le risposte. Se sei a disagio con me, non fare finta che non sia così. Sii umano, se vuoi aiutarmi. Ho bisogno innanzitutto di una relazione di fiducia, da cui trarrò forza. Non mi serve superman.

Ho bisogno che mi aiuti a fare ancora qualcosa di buono: offrire amore e compassione agli altri. Dimmi che la mia vita ti ha toccato, fammi esprimere la mia vera natura che è Amore cristallino; sarà il mio ultimo dono. Permettimi di offrirlo.

Non ho bisogno che tu mi imponga la tua credenza sulla morte, ho solo bisogno di sentirti vicino con la giusta disposizione d’animo.

Non mi dire che devo "lasciarmi andare", non lo sopporto. Dimmi verso cosa posso andare.

Puoi restare semplicemente al mio fianco meditando o pregando, ma non impormi niente, in questo momento non ne ho bisogno.

Dimmi quello che devi dirmi e fai quello che devi fare già adesso, per non avere poi rimpianti se me ne vado via prima del previsto.
view post Posted: 1/11/2018, 10:12 Sindrome da Fatica Cronica,SEMPRE SCAMBIATA PER DEPRESSIONE - Psiche e benessere
Sindrome da Fatica Cronica: il prof. Tirelli scrive un libro per spiegarla

La stanchezza quando diventa una malattia: La sindrome da fatica cronica (CFS) è stato presentato a Pordenone il 19 novembre 2014

In Italia si stima che ci siano da 200.000 a 300.000 malati di CFS.

Pordenone - Il Prof. Umberto Tirelli, Primario della Divisione di Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Tumori di Aviano, ha recentemente pubblicato un volume dedicato alla Sindrome da Fatica Cronica (CFS). Il libro descrive una patologia debilitante a tal punto che può arrivare a modificare completamente la vita delle persone colpite, obbligandole a rinunciare al lavoro, alla scuola e a una vita sociale normale, costringendoli spesso ad affrontare uno stato d’abbandono sia da parte delle autorità sanitarie, ma purtroppo a volte anche dagli affetti più cari.

Nel dicembre 1994, un gruppo internazionale di studio sulla Sindrome da Fatica Cronica nominato dai Centers for Disease Control (CDC) di Atlanta - USA, del quale ha fatto parte il Prof. Umberto Tirelli, ha pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, una nuova definizione di caso che rimpiazzava la definizione pubblicata sei anni prima da Holmes e collaboratori. Nella nuova definizione un caso di CFS é definito dalla presenza delle seguenti condizioni, una fatica cronica persistente per almeno sei mesi, una vera e propria spossatezza che non é alleviata dal riposo, che si esacerba con piccoli sforzi, e che provoca una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personali, e che non ha niente a che fare con la stanchezza alla quale tutti noi andiamo incontro periodicamente. Inoltre, per poter fare una diagnosi di CFS, devono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi presenti per almeno sei mesi, disturbi della memoria e della concentrazione così severi da ridurre sostanzialmente i livelli precedenti delle attività occupazionali e personali; faringite; dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse; cefalea di un tipo diverso da quella eventualmente presente in passato; un sonno non ristoratore; debolezza post esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore. Ovviamente devono essere escluse tutte le condizioni mediche che possono giustificare i sintomi del paziente, quali infezioni croniche, ipotiroidismo, disfunzioni dell’ipofisi, epatite B o C, tumori, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, abuso di sostanze alcoliche ed obesità. Spesso i pazienti hanno una sintomatologia tipica di un’influenza cronica che dura per anni.

In Italia si stima che ci siano da 200.000 a 300.000 malati di CFS.
Recentemente il Prof. Umberto Tirelli ha partecipato ad un gruppo di lavoro multidisciplinare per la stesura di un documento d’indirizzo sulla CFS, coordinato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.na.s), all’interno di un progetto del Ministero della Salute. Il testo è inteso a facilitare la diagnosi clinica e si basa sulla medicina di genere come strumento strategico per la sanità pubblica. Si tratta di una relazione sullo stato dell’arte delle conoscenze in materia di CFS sulla base di un autorevole e ampia ricerca.

Le ricerche del Prof. Umberto Tirelli sono incentrate anche sulla stanchezza correlata ai tumori o cancer-related fatigue, in particolare nei pazienti guariti con linfoma e tumori della mammella a cui si fa riferimento nel libro.
La speranza è quella di aver tracciato attraverso quest’opera di sensibilizzazione un percorso rinnovato per affrontare con strumenti adeguati le richieste dei malati che si trovano in condizioni di grave, e fin’ora spesso misconosciuta, invalidità. Il libro è disponibile nella libreria Minerva di Pordenone, nelle librerie Feltrilnelli e nelle librerie virtuali Amazon (www.amazon.it) e IBS (www.ibs.it).
view post Posted: 26/10/2018, 07:10 Gli Eletti - The children of ligth: i "Figli della Luce"
Purtroppo,ci sono molte cose da sistemare,tipo le immagini con non si possono mettere. poi ho trovato che molte pagine sono state cancellate ,e altre contengono spam e immagini troll
view post Posted: 26/10/2018, 06:27 Rimedi curativi .in cucina!🥣😊 - Esperienze personali e richieste d'aiuto


L'intenzione di fare della Terra un Paradiso richiede azione concreta
e consapevolezza della nostra responsabilità come custodi.



Le piante spontanee in cucina e per la salute


L’utilizzo casalingo, ed in particolare gastronomico, delle piante spontanee è ancora oggi una pratica normale in molte famiglie: quante volte vi sarà capitato l’onore di chiudere il pasto attingendo al sacro bottiglione del nocino “fatto in casa con le noci raccolte proprio la notte di San Giovanni” (il 24 giugno).
D’altra parte l’uomo, prima di diventare stanziale agricoltore è stato nomade raccoglitore; questi atavici ricordi sembrano riemergere quando andiamo in cerca di asparagi selvatici, di frutti di bosco, di funghi, ecc. Ma la natura è molto più generosa e ci offre una varietà di piante da consumare inimmaginabile: scoprire che quella pianta, che magari teniamo sul davanzale e vediamo tutti i giorni, può essere utilizzata in cucina può rivelarci un nuovo mondo fatto di conoscenze ormai andate quasi in disuso e di sapori perduti da riscoprire.
La pratica della ricerca e dell’utilizzo delle piante spontanee in cucina prende il nome di fitoalimurgia: l’etimologia del termine deriva dal greco phytón (pianta) e dal latino alimenta urgentia (urgenza alimentare), a significare l’utilizzo delle piante raccolte in casi di estrema necessità, quando non vi era null’altro di cui nutrirsi. Chiaramente oggi il cibarsi di quanto ci offre la natura ha perso il significato di “ultima spiaggia” per assumere invece quello di una cucina più attenta ai valori ed ai sapori del territorio e della stagionalità.
Prima di affrontare la ricerca, la raccolta, e soprattutto l'utilizzo delle piante alimurgiche, è bene conoscere alcune regole alle quali attenersi per non incorrere in inconvenienti che potrebbero addirittura essere dannosi per la salute.

Come per i funghi, anche per le piante risulta fondamentale la certezza del riconoscimento della specie: in alcuni casi certe piante (spesso appartenenti alla stessa famiglia) si somigliano fra loro, una è edibile mentre l’altra è addirittura velenosa. Proprio in questo periodo, ad esempio, è facile confondere la velenosa cicuta (Conium maculatum) con altre piante, tra cui la carota selvatica (Daucus carota) e l'angelica (Angelica sylvestris): sono tutte e tre Apiacee (o Ombrellifere) e in questo caso il riconoscimento è facilitato dal fatto che la cicuta, quando viene spezzata, emana un forte odore di urina di gatto. Con l'osservazione e il tempo si imparerà anche il periodo di fioritura, la cicuta, infatti, fiorisce già ad aprile, la carota inizia a giugno e l'angelica a luglio. È quindi indispensabile avere la certezza assoluta di quanto si sta raccogliendo, certamente consultando manuali (al plurale, uno non basta!) e magari affidandosi le prime volte alla consulenza di qualcuno più esperto di noi, ricordando che alcune piante sono commestibili solo in alcune parti, oppure cucinandole in un determinato modo, ecc. Nell’incertezza è sempre meglio soprassedere.


Angelica sylvestris Conium maculatum
Altrettanto importante risulta il luogo di raccolta: vanno evitate strade trafficate, bordi dei campi coltivati e trattati con antiparassitari o dove sono stati distribuiti reflui zootecnici, zone limitrofe a scarichi industriali o di altre tipologie, ecc. La salubrità e la qualità delle materie prime che ci portiamo in tavola è, intuitivamente, di fondamentale importanza per la nostra salute, e quindi grande attenzione dovremo riporre nella scelta sia del materiale raccolto, evitando quindi anche di raccogliere piante o parti di esse malate o ammuffite, sia del sito di raccolta.

Vi sono infine alcune norme legislative da rispettare, che impongono o il divieto assoluto di raccolta di alcune specie protette o la limitazione, in termini quantitativi, del materiale prelevabile. La normativa nazionale di riferimento è il Regio Decreto 26 maggio 1932, n. 772 “Elenco delle piante dichiarate officinali” che indica per ciascuna specie il quantitativo di droga secca detenibile per uso familiare. Fra le altre vi appaiono:

Bardana
• la bardana (Arctium lappa, radici, 5 Kg), la cui più nota applicazione è quella contro talune affezioni della pelle quali acne e erpes;
• la camomilla comune (Matricaria chamomilla, fiori, Kg 10), i cui fiori vengono utilizzati per facilitare la digestione, per i dolori addominali e mestruali, per l'insonnia e l'eccitazione nervosa, ed anche (uso esterno) per infiammazioni della cute e delle mucose della bocca e della gola;

tarassaco
• il tarassaco (Taraxacum officinalis, radici, Kg 5), conosciuto anche come dente di leone, i cui bellissimi fiori gialli sono una delle gioie che annunciano la primavera, si compone in un'ottima insalata di spontanee e il cui rizoma depura l'organismo, stimola le funzioni del fegato, dei reni e dell'intestino;

timo comune
• il timo volgare (Thymus vulgaris, erba fiorita, Kg 10), il cui diffuso impiego alimentare è dovuto non solo alle caratteristiche aromatiche ma anche a quelle antisettiche che contribuiscono a prolungare la conservazione dei cibi e, nel nostro organismo, sono utili per disinfettare l'albero respiratorio e l'intestino;
• la valeriana (Valeriana officinalis, radici, Kg 2), è una tra le piante salutari più note nella medicina popolare e ufficiale utilizzata per lo più come blando tranquillante naturale per indurre un sonno ristoratore, attenuare nevralgie, emicranie e dolori intestinali di lieve entità.



Sarebbe poi opportuno consultare la normativa locale in materia: diverse Regioni (ma anche Province e Comuni) hanno emanato leggi a tutela della flora spontanea che, come detto, vietano o limitano la raccolta, ed a volte danno precise indicazioni su come effettuare il prelievo in modo da non precludere la successiva ricrescita della pianta asportata.

Infine un appello al buon senso: non raccogliete in maniera indiscriminata e non sradicate le piante per permetterne la ricrescita, prelevate solo lo stretto indispensabile cercando di lasciare qualche esemplare “in situ” al fine di garantirne la riproduzione, evitate di raccogliere le specie protette (se lo sono, un motivo ci sarà). Non siate bramosi: è meglio una foglia in meno oggi ed una pianta in più domani.

“Un contadino mi dice: «Non si può vivere solo a dieta vegetale, poiché essa non fornisce le sostanze per formare le ossa.» E pertanto egli dedica religiosamente parte della sua giornata a fornire il proprio organismo delle materie prime necessarie alla formazione delle ossa; e mentre parla, cammina dietro ai suoi buoi, che, con le ossa fatte di sostanze vegetali, si trascinano appresso a lui e il suo pesante aratro, per quanti ostacoli abbiano davanti.”
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da Walden, ovvero vita nei boschi di Henry David Thoreau
view post Posted: 26/10/2018, 06:17 e cure "casalinghe" contro il naso chiuso e che cola😢 - Esperienze personali e richieste d'aiuto
Raffreddore: se i “rimedi della nonna” non bastano
Le cure "casalinghe" contro il naso chiuso e che cola, spesso, funzionano. Ma non sempre sono sufficienti


Raffreddore: se i “rimedi della nonna” non bastano
Le cure "casalinghe" contro il naso chiuso e che cola, spesso, funzionano. Ma non sempre sono sufficienti

Contro i sintomi del comune raffreddore e altri fastidi tipici del periodo autunnale e invernale, come la tosse, i “vecchi” rimedi casalinghi spesso funzionano egregiamente, offrendo un significativo sollievo nell’immediato e favorendo un recupero più rapido: è stato provato anche scientificamente.

Tuttavia, non sempre sono sufficienti, magari perché è stato intercettato un virus particolarmente aggressivo e resistente o perché il raffreddore è stato contratto in un periodo di stanchezza e stress che avevano già ridotto le difese dell’organismo e la sua capacità di reagire alle infezioni.

In questi casi, il ricorso alle cure tradizionali può comunque offrire un certo sollievo, ma per ridurre il malessere in modo sostanziale conviene prevedere qualche intervento aggiuntivo di tipo farmacologico.

Che cos’è il raffreddore e perché compare
Prima di parlare di rimedi contro il raffreddore, è importante capire quali sono le cause e le caratteristiche di questa malattia da raffreddamento che, di norma, non costituisce un grave problema di salute, ma di certo rappresenta un sicuro disagio sia per gli adulti sia, soprattutto, per i bambini, che possono arrivare a sperimentarlo fino a 7-10 volte all’anno contro le 2-3 al massimo degli adulti.

In entrambi i casi, i sintomi tipici (naso chiuso e infiammato, secrezioni nasali più o meno fluide, occhi arrossati e lacrimanti, mal di testa) si instaurano nell’arco di 24-72 ore dal contagio e persistono mediamente per 7-10 giorni.

I sintomi del raffreddore, sufficienti per emettere la diagnosi, tendono a essere più severi e le complicanze più probabili se il malanno interessa persone che soffrono di asma, bronchite cronica, enfisema o altri disturbi persistenti dell’apparato respiratorio, nei soggetti immunodepressi e nei fumatori, soprattutto se il fumo non viene almeno temporaneamente sospeso durante il periodo dell’infezione.

Le principali e più comuni complicanze del raffreddore sono rappresentate dal mal di gola e dalla tosse, che possono insorgere in seguito all’azione irritativa delle secrezioni nasali sulle mucose della faringe e della parte iniziale della trachea, oppure per il sopraggiungere di un’infezione batterica, facilitata dal raffreddore stesso (in questo caso, compare anche catarro).

Il raffreddore può essere provocato da oltre 200 tipi di virus differenti, appartenenti principalmente alle classi dei rinovirus e dei coronavirus.

Tutti questi microrganismi patogeni si trasmettono per via respiratoria, entrando in contatto con le mucose del naso, degli occhi e della bocca per trasferimento diretto, attraverso le microparticelle di aerosol infette emesse da persone già ammalate con gli starnuti, la respirazione o la conversazione a distanza mediamente ravvicinata, oppure per via indiretta, ossia toccando occhi, naso e bocca con le proprie mani, contaminate dal contatto con superfici o persone infettate dal virus.

I coronavirus tendono a diffondersi nell’ambiente e a infettare l’uomo soprattutto quando la temperatura è bassa (ossia in autunno-inverno) e le difese immunitarie delle vie respiratorie e dell’organismo in generale si riducono a causa del freddo, degli sbalzi di temperatura, dello smog ecc.

I rinovirus, al contrario, prediligono climi più miti, diventando quindi i principali responsabili dei raffreddori primaverili ed estivi (questi ultimi notevolmente facilitati dagli sbalzi di temperatura cui si è sempre più esposti a causa dell’aria condizionata imperante pressoché ovunque).


I rimedi della nonna contro il raffreddore
La ricetta della nonna per curare un raffreddore è molto semplice e prevede interventi mirati ad alleviare i sintomi e supportare le difese dell’organismo durante tutto l’arco della giornata.

Si parte poco dopo il risveglio, che deve essere accompagnato da una colazione nutriente e leggera, nella quale non deve mai mancare una buona tazza di latte caldo con un cucchiaino di miele: il calore e il latte (soprattutto con l’aggiunta del miele) hanno un effetto calmante, lenitivo e aiutano a eliminare il muco nasale. Inoltre, il miele è dotato di proprietà antiossidanti (dovute principalmente alle vitamine A, C ed E e ai composti polifenolici di cui è ricco) e di una blanda attività antivirale.

In caso di intolleranza al lattosio, un effetto favorevole, seppur non sovrapponibile, può essere ottenuto con un tè caldo con un cucchiaino di miele e un po’ di succo di limone e una spremuta d’arancia.

A pranzo, la tradizione insegna e la scienza conferma che una minestra ben calda con brodo di pollo è l’ideale per combattere il raffreddore, grazie alla presenza di sali minerali e cisteina (un aminoacido in grado di fluidificare il muco), nonché di microcomponenti non meglio precisati, ma specifici di questo tipo di brodo.

Se l’aroma del pollo non piace, sono comunque raccomandabili brodi e zuppe di verdura, sempre ben calde e da sorseggiare con calma per offrire il massimo beneficio alle mucose. L’eventuale aggiunta di cereali, legumi, una spolverata di formaggio grana arricchisce il pranzo di proteine dall’alto valore nutritivo, sali minerali e micronutrienti che aiutano l’organismo a combattere i virus. Più in generale va ricordato di seguire un’alimentazione sana e bilanciata.

Durante la giornata, il consiglio è di bere più volte limonata calda (oppure una camomilla, una tisana o un infuso) con un pizzico di zenzero: in questo modo, oltre a idratare le mucose e a offrire tutti benefici del calore, si fa il pieno di vitamina C e di altri potenti composti antiossidanti contenuti nello zenzero. In aggiunta, l’azione alcalinizzante della limonata contribuisce a ridurre le secrezioni e la congestione nasale.

Sempre in virtù dell’azione idratante, fluidificante e lenitiva sulle mucose di naso e gola, verso sera o prima di coricarsi, la “nonna” consiglia l’inalazione di vapori caldi, sotto forma di suffumigi o aerosol, eventualmente addizionati di oli essenziali o preparazioni a base di eucaliptolo, mentolo ecc.

Anche un rilassante bagno caldo, vaporoso e aromatico, può essere utile per migliorare la respirazione, allentare la tensione e favorire il sonno.

In proposito, va ricordato che, in caso di raffreddore, influenza e infezioni virali in genere, il riposo è fondamentale per permettere all’organismo di concentrarsi sulla battaglia ai virus e guarire più in fretta. Quindi, disturbi respiratori permettendo, si dovrebbe cercare di dormire almeno 6-8 ore per notte e di limitare il carico di attività durante la giornata al minimo indispensabile.

Rimedi naturali per la tosse associata al raffreddore
Un rimedio naturale utile contro le tonsilliti, le rinofaringiti, le otiti, la tosse e il raffreddore dei bambini è rappresentato da preparati a base di estratti di Rosa canina, ricchi di vitamina C. Se, insieme al raffreddore, sono presenti anche mal di gola e una lieve tosse senza catarro, invece, i rimedi naturali anti-tosse più usati nel corso della storia sono rappresentati dalla liquirizia e l’Altea officinalis.

La prima era consigliata contro la tosse già da Ippocrate e deve le sue proprietà antinfiammatorie e protettive delle mucose della gola e dell’apparato digerente all’acido glicirrizico contenuto nelle sue radici. Può essere usata sotto forma di estratti, compresse e sciroppo a base di liquirizia, ma soltanto a patto di non soffrire di ipertensione, malattie cardiache o renali, essere predisposti alla ritenzione idrica o soffrire di squilibri elettrolitici (in particolare, ipopotassiemia cronica) o glaucoma.

Anche l’Altea è sfruttata da secoli come rimedio contro i più comuni disturbi della gola grazie alle sue proprietà lenitive, idratanti ed emollienti, riconosciute anche dalla scienza ufficiale.

Altri composti naturali ampiamente utilizzati contro la tosse e per dare sollievo alla gola infiammata sono i già citati mentolo ed eucaliptolo che, oltre che in suffumigi, possono essere presenti nello sciroppo contro la tosse, in pastiglie da sciogliere in bocca, in soluzioni per gargarismi e in unguenti balsamici da applicare sul torace prima di dormire.

Un altro rimedio cardine contro tosse e mal di gola, dalle proprietà antinfiammatorie, antivirali e antibatteriche, è la propoli prodotta dalle api a partire dalla resina degli alberi: l’estratto in gocce o, preferibilmente, in spray a elevata concentrazione di composti polifenolici, oppure le compresse da sciogliere in bocca, sono un vero alleato della gola durante la stagione fredda.

Tutti gli accorgimenti descritti sono perfetti per combattere i sintomi di un blando raffreddore, che in genere non richiede grandi cure farmacologiche e, soprattutto, non deve essere trattato con antibiotici, del tutto inutili contro i virus e indicati esclusivamente per contrastare le infezioni batteriche.

Altri accorgimenti necessari durante il malanno comprendono:

- evitare di prendere freddo e gli sbalzi di temperatura;

- lavare spesso le mani, preferibilmente con un prodotto disinfettante;

- quando si esce di casa, coprirsi adeguatamente, indossando sempre la sciarpa per proteggere naso e bocca e riscaldare l’aria che si respira.

Raffreddore: quando servono i farmaci
Mentre contro l’influenza esistono farmaci antivirali relativamente efficaci che possono essere assunti per accelerare un po’ la guarigione in persone a rischio di complicanze che non si sono potute vaccinare per tempo, nel caso del raffreddore non c’è alcun rimedio farmacologico in grado di contrastare l’attecchimento o la proliferazione dei virus. D’altronde, sarebbe difficile trovare una molecola efficace contro ciascuno dei numerosissimi virus che possono scatenare il malanno, diversi tra loro per struttura, apparato molecolare e modalità di replicazione.

Fortunatamente, il raffreddore non è una condizione grave e il fatto di non avere a disposizione armi per combatterlo non comporta grossi rischi. Inoltre, è possibile avvalersi di farmaci sintomatici in grado di alleviarne i principali fastidi, specie quando si manifestano con particolare intensità o non ci si può permettere il “lusso” di un benefico riposo tra le mura domestiche oppure se i rimedi casalinghi non sortiscono l’effetto desiderato.

Contro infiammazioni di naso e gola, dolore e febbre associati al raffreddore, si può ricorrere a medicinali per automedicazione (farmaci da banco o senza obbligo di prescrizione medica). In particolare, sono consigliati paracetamolo e alcuni antinfiammatori non steroidei (FANS), preferibilmente da associare a un’integrazione di vitamina C e zinco, minerale che aiuta il sistema immunitario a reagire con più efficacia alle aggressioni da parte di patogeni di vario tipo.

Per dare sollievo a naso e gola, si possono usare farmaci decongestionanti, disponibili in gocce o spray, che diminuiscono sia le secrezioni di muco, sia il gonfiore locale delle mucose, riducendo la sensazione di naso chiuso e di difficoltà a respirare. Gli specialisti, però, avvertono di limitarne l’uso a pochi giorni per evitare inconvenienti secondari.

Prevenire è sempre meglio che curare
Nonostante diversi tentativi, a oggi non sono disponibili né farmaci mirati né vaccini in grado di prevenire il raffreddore. A eccezione del dimostrato (ma modesto) effetto immunostimolante di zinco ed Echinacea, di cui beneficiano soprattutto i bambini, l’unica via realmente valida per evitare starnuti e nasi gocciolanti è puntare sulla prevenzione, basata su alcune buone abitudini di vita e semplici accorgimenti.

Le “regole d’oro” della prevenzione sono utili per tutelarsi da tutte le malattie da raffreddamento più comuni e vanno rispettate soprattutto quando si frequentano luoghi pubblici affollati, ma non devono essere dimenticate neppure quando si è in casa, specie se all’interno della famiglia sono presenti bambini, anziani o persone affette da malattie croniche a rischio (coronaropatie, insufficienza cardiaca, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, enfisema, diabete) o immunodepresse.

A riguardo, va ricordato che i bambini nei primi anni di vita sono particolarmente propensi a trasmettere virus respiratori di vario tipo, mentre anziani e malati cronici sono esposti a un elevato rischio di complicanze in caso di raffreddori di una certa intensità o influenza.

Sul piano pratico, le raccomandazioni da seguire comprendono:

lavare spesso le mani con acqua e sapone, o gel disinfettanti, soprattutto durante e dopo aver frequentato luoghi pubblici, dopo aver tossito o starnutito e prima di mangiare o bere;
non toccare il viso con le mani non perfettamente pulite: naso, bocca e occhi sono le porte d’ingresso attraverso cui possono penetrare nell’organismo i virus del raffreddore e dell’influenza;
soffiare il naso e tossire utilizzando fazzolettini di carta usa e getta e buttarli nell’immondizia subito dopo l’impiego;
cercare di frequentare il meno possibile luoghi affollati, a elevatissimo rischio di contagio per trasmissione aerea o contatto, e cercare di limitare una stretta e/o frequente interazione con persone con sintomi da raffreddamento;
supportare le difese generali dell’organismo attraverso buone regole di vita: dormire almeno 6-8 ore per notte; praticare attività fisica moderata e regolare (in luoghi riparati nella stagione fredda); evitare qualunque fonte di stress; seguire una dieta leggera, ma nutriente; bere almeno 1,5 l di liquidi al giorno (compresi brodi, zuppe, latte, tisane ecc.); se necessario, assumere adeguate quantità di vitamine (in particolare, vitamina C ed E e quelle del gruppo B);
curare l’igiene della casa (anche con disinfettanti), ricordando che, se c’è un familiare raffreddato, le superfici comuni, soprattutto quelle del bagno e della cucina, i comodini, gli smartphone, i tablet e i giocattoli dei bambini, possono essere contaminate dai virus;
in casa e in ufficio, aerare spesso le stanze in cui si soggiorna, facendo attenzione a non esporsi a colpi d’aria o sbalzi di temperatura;
non fumare ed evitare di stare vicini a persone che fumano, poiché è dimostrato che il fumo attivo o passivo riduce le difese immunitarie delle vie aeree e facilita le infezioni delle vie respiratorie.


Contro i sintomi del comune raffreddore e altri fastidi tipici del periodo autunnale e invernale, come la tosse, i “vecchi” rimedi casalinghi spesso funzionano egregiamente, offrendo un significativo sollievo nell’immediato e favorendo un recupero più rapido: è stato provato anche scientificamente.

Tuttavia, non sempre sono sufficienti, magari perché è stato intercettato un virus particolarmente aggressivo e resistente o perché il raffreddore è stato contratto in un periodo di stanchezza e stress che avevano già ridotto le difese dell’organismo e la sua capacità di reagire alle infezioni.

In questi casi, il ricorso alle cure tradizionali può comunque offrire un certo sollievo, ma per ridurre il malessere in modo sostanziale conviene prevedere qualche intervento aggiuntivo di tipo farmacologico.

Che cos’è il raffreddore e perché compare
Prima di parlare di rimedi contro il raffreddore, è importante capire quali sono le cause e le caratteristiche di questa malattia da raffreddamento che, di norma, non costituisce un grave problema di salute, ma di certo rappresenta un sicuro disagio sia per gli adulti sia, soprattutto, per i bambini, che possono arrivare a sperimentarlo fino a 7-10 volte all’anno contro le 2-3 al massimo degli adulti.

In entrambi i casi, i sintomi tipici (naso chiuso e infiammato, secrezioni nasali più o meno fluide, occhi arrossati e lacrimanti, mal di testa) si instaurano nell’arco di 24-72 ore dal contagio e persistono mediamente per 7-10 giorni.

I sintomi del raffreddore, sufficienti per emettere la diagnosi, tendono a essere più severi e le complicanze più probabili se il malanno interessa persone che soffrono di asma, bronchite cronica, enfisema o altri disturbi persistenti dell’apparato respiratorio, nei soggetti immunodepressi e nei fumatori, soprattutto se il fumo non viene almeno temporaneamente sospeso durante il periodo dell’infezione.

Le principali e più comuni complicanze del raffreddore sono rappresentate dal mal di gola e dalla tosse, che possono insorgere in seguito all’azione irritativa delle secrezioni nasali sulle mucose della faringe e della parte iniziale della trachea, oppure per il sopraggiungere di un’infezione batterica, facilitata dal raffreddore stesso (in questo caso, compare anche catarro).

Il raffreddore può essere provocato da oltre 200 tipi di virus differenti, appartenenti principalmente alle classi dei rinovirus e dei coronavirus.

Tutti questi microrganismi patogeni si trasmettono per via respiratoria, entrando in contatto con le mucose del naso, degli occhi e della bocca per trasferimento diretto, attraverso le microparticelle di aerosol infette emesse da persone già ammalate con gli starnuti, la respirazione o la conversazione a distanza mediamente ravvicinata, oppure per via indiretta, ossia toccando occhi, naso e bocca con le proprie mani, contaminate dal contatto con superfici o persone infettate dal virus.

I coronavirus tendono a diffondersi nell’ambiente e a infettare l’uomo soprattutto quando la temperatura è bassa (ossia in autunno-inverno) e le difese immunitarie delle vie respiratorie e dell’organismo in generale si riducono a causa del freddo, degli sbalzi di temperatura, dello smog ecc.

I rinovirus, al contrario, prediligono climi più miti, diventando quindi i principali responsabili dei raffreddori primaverili ed estivi (questi ultimi notevolmente facilitati dagli sbalzi di temperatura cui si è sempre più esposti a causa dell’aria condizionata imperante pressoché ovunque).



Si parte poco dopo il risveglio, che deve essere accompagnato da una colazione nutriente e leggera, nella quale non deve mai mancare una buona tazza di latte caldo con un cucchiaino di miele: il calore e il latte (soprattutto con l’aggiunta del miele) hanno un effetto calmante, lenitivo e aiutano a eliminare il muco nasale. Inoltre, il miele è dotato di proprietà antiossidanti (dovute principalmente alle vitamine A, C ed E e ai composti polifenolici di cui è ricco) e di una blanda attività antivirale.

In caso di intolleranza al lattosio, un effetto favorevole, seppur non sovrapponibile, può essere ottenuto con un tè caldo con un cucchiaino di miele e un po’ di succo di limone e una spremuta d’arancia.

A pranzo, la tradizione insegna e la scienza conferma che una minestra ben calda con brodo di pollo è l’ideale per combattere il raffreddore, grazie alla presenza di sali minerali e cisteina (un aminoacido in grado di fluidificare il muco), nonché di microcomponenti non meglio precisati, ma specifici di questo tipo di brodo.

Se l’aroma del pollo non piace, sono comunque raccomandabili brodi e zuppe di verdura, sempre ben calde e da sorseggiare con calma per offrire il massimo beneficio alle mucose. L’eventuale aggiunta di cereali, legumi, una spolverata di formaggio grana arricchisce il pranzo di proteine dall’alto valore nutritivo, sali minerali e micronutrienti che aiutano l’organismo a combattere i virus. Più in generale va ricordato di seguire un’alimentazione sana e bilanciata.

Durante la giornata, il consiglio è di bere più volte limonata calda (oppure una camomilla, una tisana o un infuso) con un pizzico di zenzero: in questo modo, oltre a idratare le mucose e a offrire tutti benefici del calore, si fa il pieno di vitamina C e di altri potenti composti antiossidanti contenuti nello zenzero. In aggiunta, l’azione alcalinizzante della limonata contribuisce a ridurre le secrezioni e la congestione nasale.

Sempre in virtù dell’azione idratante, fluidificante e lenitiva sulle mucose di naso e gola, verso sera o prima di coricarsi, la “nonna” consiglia l’inalazione di vapori caldi, sotto forma di suffumigi o aerosol, eventualmente addizionati di oli essenziali o preparazioni a base di eucaliptolo, mentolo ecc.

Anche un rilassante bagno caldo, vaporoso e aromatico, può essere utile per migliorare la respirazione, allentare la tensione e favorire il sonno.

In proposito, va ricordato che, in caso di raffreddore, influenza e infezioni virali in genere, il riposo è fondamentale per permettere all’organismo di concentrarsi sulla battaglia ai virus e guarire più in fretta. Quindi, disturbi respiratori permettendo, si dovrebbe cercare di dormire almeno 6-8 ore per notte e di limitare il carico di attività durante la giornata al minimo indispensabile.

Rimedi naturali per la tosse associata al raffreddore


Un rimedio naturale utile contro le tonsilliti, le rinofaringiti, le otiti, la tosse e il raffreddore dei bambini è rappresentato da preparati a base di estratti di Rosa canina, ricchi di vitamina C. Se, insieme al raffreddore, sono presenti anche mal di gola e una lieve tosse senza catarro, invece, i rimedi naturali anti-tosse più usati nel corso della storia sono rappresentati dalla liquirizia e l’Altea officinalis.

La prima era consigliata contro la tosse già da Ippocrate e deve le sue proprietà antinfiammatorie e protettive delle mucose della gola e dell’apparato digerente all’acido glicirrizico contenuto nelle sue radici. Può essere usata sotto forma di estratti, compresse e sciroppo a base di liquirizia, ma soltanto a patto di non soffrire di ipertensione, malattie cardiache o renali, essere predisposti alla ritenzione idrica o soffrire di squilibri elettrolitici (in particolare, ipopotassiemia cronica) o glaucoma.

Anche l’Altea è sfruttata da secoli come rimedio contro i più comuni disturbi della gola grazie alle sue proprietà lenitive, idratanti ed emollienti, riconosciute anche dalla scienza ufficiale.

Altri composti naturali ampiamente utilizzati contro la tosse e per dare sollievo alla gola infiammata sono i già citati mentolo ed eucaliptolo che, oltre che in suffumigi, possono essere presenti nello sciroppo contro la tosse, in pastiglie da sciogliere in bocca, in soluzioni per gargarismi e in unguenti balsamici da applicare sul torace prima di dormire.

Un altro rimedio cardine contro tosse e mal di gola, dalle proprietà antinfiammatorie, antivirali e antibatteriche, è la propoli prodotta dalle api a partire dalla resina degli alberi: l’estratto in gocce o, preferibilmente, in spray a elevata concentrazione di composti polifenolici, oppure le compresse da sciogliere in bocca, sono un vero alleato della gola durante la stagione fredda.

Tutti gli accorgimenti descritti sono perfetti per combattere i sintomi di un blando raffreddore, che in genere non richiede grandi cure farmacologiche e, soprattutto, non deve essere trattato con antibiotici, del tutto inutili contro i virus e indicati esclusivamente per contrastare le infezioni batteriche.

Altri accorgimenti necessari durante il malanno comprendono:

- evitare di prendere freddo e gli sbalzi di temperatura;

- lavare spesso le mani, preferibilmente con un prodotto disinfettante;

- quando si esce di casa, coprirsi adeguatamente, indossando sempre la sciarpa per proteggere naso e bocca e riscaldare l’aria che si respira.

Raffreddore: quando servono i farmaci
Mentre contro l’influenza esistono farmaci antivirali relativamente efficaci che possono essere assunti per accelerare un po’ la guarigione in persone a rischio di complicanze che non si sono potute vaccinare per tempo, nel caso del raffreddore non c’è alcun rimedio farmacologico in grado di contrastare l’attecchimento o la proliferazione dei virus. D’altronde, sarebbe difficile trovare una molecola efficace contro ciascuno dei numerosissimi virus che possono scatenare il malanno, diversi tra loro per struttura, apparato molecolare e modalità di replicazione.

Fortunatamente, il raffreddore non è una condizione grave e il fatto di non avere a disposizione armi per combatterlo non comporta grossi rischi. Inoltre, è possibile avvalersi di farmaci sintomatici in grado di alleviarne i principali fastidi, specie quando si manifestano con particolare intensità o non ci si può permettere il “lusso” di un benefico riposo tra le mura domestiche oppure se i rimedi casalinghi non sortiscono l’effetto desiderato.

Contro infiammazioni di naso e gola, dolore e febbre associati al raffreddore, si può ricorrere a medicinali per automedicazione (farmaci da banco o senza obbligo di prescrizione medica). In particolare, sono consigliati paracetamolo e alcuni antinfiammatori non steroidei (FANS), preferibilmente da associare a un’integrazione di vitamina C e zinco, minerale che aiuta il sistema immunitario a reagire con più efficacia alle aggressioni da parte di patogeni di vario tipo.

Per dare sollievo a naso e gola, si possono usare farmaci decongestionanti, disponibili in gocce o spray, che diminuiscono sia le secrezioni di muco, sia il gonfiore locale delle mucose, riducendo la sensazione di naso chiuso e di difficoltà a respirare. Gli specialisti, però, avvertono di limitarne l’uso a pochi giorni per evitare inconvenienti secondari.

Prevenire è sempre meglio che curare
Nonostante diversi tentativi, a oggi non sono disponibili né farmaci mirati né vaccini in grado di prevenire il raffreddore. A eccezione del dimostrato (ma modesto) effetto immunostimolante di zinco ed Echinacea, di cui beneficiano soprattutto i bambini, l’unica via realmente valida per evitare starnuti e nasi gocciolanti è puntare sulla prevenzione, basata su alcune buone abitudini di vita e semplici accorgimenti.

Le “regole d’oro” della prevenzione sono utili per tutelarsi da tutte le malattie da raffreddamento più comuni e vanno rispettate soprattutto quando si frequentano luoghi pubblici affollati, ma non devono essere dimenticate neppure quando si è in casa, specie se all’interno della famiglia sono presenti bambini, anziani o persone affette da malattie croniche a rischio (coronaropatie, insufficienza cardiaca, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, enfisema, diabete) o immunodepresse.

A riguardo, va ricordato che i bambini nei primi anni di vita sono particolarmente propensi a trasmettere virus respiratori di vario tipo, mentre anziani e malati cronici sono esposti a un elevato rischio di complicanze in caso di raffreddori di una certa intensità o influenza.

Sul piano pratico, le raccomandazioni da seguire comprendono:

lavare spesso le mani con acqua e sapone, o gel disinfettanti, soprattutto durante e dopo aver frequentato luoghi pubblici, dopo aver tossito o starnutito e prima di mangiare o bere;
non toccare il viso con le mani non perfettamente pulite: naso, bocca e occhi sono le porte d’ingresso attraverso cui possono penetrare nell’organismo i virus del raffreddore e dell’influenza;
soffiare il naso e tossire utilizzando fazzolettini di carta usa e getta e buttarli nell’immondizia subito dopo l’impiego;
cercare di frequentare il meno possibile luoghi affollati, a elevatissimo rischio di contagio per trasmissione aerea o contatto, e cercare di limitare una stretta e/o frequente interazione con persone con sintomi da raffreddamento;
supportare le difese generali dell’organismo attraverso buone regole di vita: dormire almeno 6-8 ore per notte; praticare attività fisica moderata e regolare (in luoghi riparati nella stagione fredda); evitare qualunque fonte di stress; seguire una dieta leggera, ma nutriente; bere almeno 1,5 l di liquidi al giorno (compresi brodi, zuppe, latte, tisane ecc.); se necessario, assumere adeguate quantità di vitamine (in particolare, vitamina C ed E e quelle del gruppo B);
curare l’igiene della casa (anche con disinfettanti), ricordando che, se c’è un familiare raffreddato, le superfici comuni, soprattutto quelle del bagno e della cucina, i comodini, gli smartphone, i tablet e i giocattoli dei bambini, possono essere contaminate dai virus;
in casa e in ufficio, aerare spesso le stanze in cui si soggiorna, facendo attenzione a non esporsi a colpi d’aria o sbalzi di temperatura;
non fumare ed evitare di stare vicini a persone che fumano, poiché è dimostrato che il fumo attivo o passivo riduce le difese immunitarie delle vie aeree e facilita le infezioni delle vie respiratorie.

Consigli e cure di Deathena.(©).
view post Posted: 26/10/2018, 06:08 SINUSITE STAGIONALE .🤢 - Esperienze personali e richieste d'aiuto
SINUSITE STAGIONALE .


Quando l’infiammazione colpisce i seni paranasali, i sintomi più fastidiosi possono essere trattati con successo anche grazie ai metodi della nonna.

Scambiare la sinusite per un banale raffreddore è abbastanza facile perché i sintomi di partenza sono uguali: naso chiuso, febbre e mal di testa. Eppure, ci sono alcuni segnali che dovrebbero indurci a sospettare di trovarci di fronte a qualche cosa di differente.

In ogni caso, è possibile prevenire la sinusite.
I segni di riconoscimento
Il segno più importante è il dolore al volto, che di solito interessa la fronte, le zone sopra e sotto gli occhi e la mascella, e che si accentua quando si muove la testa o quando si esercita una pressione sulla zona indolenzita.

Il secondo segnale è la comparsa di una secrezione giallo-verdognola che dalla sede dell’infezione scende nel naso o nella gola.

Se aggiungiamo tosse con catarro, riduzione del gusto e dell’olfatto, con molta probabilità siamo di fronte a un caso di sinusite, ossia l’infiammazione dei seni paranasali.

Questi ultimi sono quattro paia di cavità (collocate all’interno degli zigomi, della fronte, dietro la cavità nasale e, in profondità, dietro l’osso frontale) rivestite dalle stesse mucose che si trovano nel naso e nella bocca.

Come e perché arriva
In caso di raffreddore o allergia, i tessuti dei seni paranasali si gonfiano e iniziano a produrre una maggiore quantità di muco, proprio come succede all’interno del naso. Ma se il sistema di drenaggio di questi canalicoli si blocca, il muco rimane intrappolato all’interno e facilita lo sviluppo di virus, batteri o funghi.

Spesso la sinusite si risolve spontaneamente, senza bisogno di farmaci, in due o tre settimane (sinusite acuta). Alcune volte, invece, si protrae per mesi (sinusite cronica) e necessita di terapie farmacologiche.

Per rendere più veloce il decorso della malattia, è meglio evitare gli ambienti molto secchi, il fumo, gli sbalzi di temperatura repentini e le temperature rigide.

Se ti interessa una panoramica completa di tutte le cure per la sinusite leggi questo articolo.

Rimedi naturali antichi e moderni
In ogni caso, esistono rimedi naturali che ci aiutano ad alleviare i disturbi più fastidiosi, come il naso chiuso e il mal di testa. A partire dai suffumigi fino ad arrivare alle tisane…

Suffumigi. L’inalazione di vapore è la più classica e antica delle terapie drenanti ed è utile contro il dolore, la tensione muscolare del viso, la congestione e l’infezione. Ed è anche la più semplice: basta versare dell’acqua bollente in un recipiente, aggiungere erbe aromatiche oppure oli essenziali e inspirare profondamente. Ecco alcune “ricette”:

Allo zenzero: prendete circa 3 centimetri di radice fresca e sminuzzatela in pezzetti più piccoli. Fateli bollire in una tazza di acqua per due minuti. Respirate i vapori, coprendovi con un asciugamano. Se non avete a disposizione lo zenzero fresco, versate 2 cucchiaini di quello in polvere direttamente nell’acqua bollente.

All’aglio: in una scodella, pestate due o tre spicchi di aglio e aggiungete un cucchiaino di aceto di mele. Versate sopra mezzo litro di acqua bollente e inalate i vapori.

All’eucalipto: in mezzo litro d’acqua bollente, mettete un cucchiaio di foglie di eucalipto, un cucchiaio di timo e uno di gemme di pino. Inalate i vapori caldi due o tre volte al giorno.

Inalatori a getto di vapore. Sono i fratelli più giovani dei suffumigi e rappresentano un metodo più efficace per inalare vapore. Si acquistano in farmacia, ma possono essere anche noleggiati.

Utilizzateli per inalare acque termali (le più adatte sono quelle solforate e salsobromoiodiche, ossia di mare), oli essenziali come la lavanda, l’eucalipto e l’elicriso (azione antiallergica e disinfettante), propoli (azione antibatterica), limone, camomilla e bicarbonato (azione antisettica e lenitiva).

Va bene anche l’aerosol (con soluzione fisiologia) grazie alla sua funzione detergente e idratante.

Lavaggi nasali. Se non possedete né un inalatore, né un apparecchio per l’aerosol, potete fare dei lavaggi del naso con uno schizzetto o una siringa (senza ago). Perfetta in questo caso la soluzione salina, che aiuta a umidificare, detergere e disinfettare le mucose nasali. Si ottiene sciogliendo un quarto di cucchiaino di sale e un quarto di cucchiaino di bicarbonato di sodio in 30 ml di acqua.

Massaggi. Grazie al massaggio del viso e alla pressione sui punti indolenziti è possibile contribuire a sbloccare la congestione.

Massaggi al tea tree oil: spalmare alcune gocce dell’olio, che ha un’azione antisettica, sulle parti indolenzite, massaggiando con vigore per 30 secondi. Evitate, però, il contorno occhi.

Pressioni alla cannella: mescolate mezzo cucchiaino di polvere di cannella con sufficiente acqua in modo da farne una pastella. Applicate sulla zona del viso corrispondente ai seni paranasali intasati.

Bagni e docce. I vapori caldi aiutano a decongestionare le mucose. Appena svegli, fate una doccia calda: la mattina infatti è il momento più critico per la sinusite.

La sera, prima di andare a letto, godetevi il piacere di un buon bagno, a cui aggiungerete alcune gocce di oli essenziali: quello di lavanda ha proprietà antinfiammatorie, mentre quelli di bacche di ginepro, mirra e rosmarino aiutano a ridurre l’eccesso di muco e a disintossicare l’organismo (attenti però: durante la gravidanza e l’allattamento evitate gli oli di bacche di ginepro e di rosmarino).

Tisane. Se siete appassionati di infusi e tisane, sappiate che la radice di tarassaco e quella di liquirizia sono perfette per l’eliminazione delle tossine, mentre il decotto di marrubio, issopo e tussilago è ottimo per fluidificare il muco.

Indicate anche questi infusi, semplici da preparare:

Zenzero: ha attività antinfiammatoria. Versate 1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato e un cucchiaino di miele in una tazza di acqua bollente. Bevete 3-4 tazze al giorno. In mancanza di quello fresco, utilizzate zenzero in polvere.

Fieno greco: è un buon decongestionante. Mettete un cucchiaino di semi di fieno greco in una tazza di acqua bollente e lasciate infondere per 15 minuti. Filtrate e bevetene 3-4 tazze al giorno.

Verbena è antinfiammatoria e astringente. Mettete 2 cucchiaini di verbena in una tazza d’acqua calda. Lasciate riposare per 10 minuti, filtrate e bevete, meglio se dolcificato con miele di lavanda.

Consigli e cure di
Deathena(©).
view post Posted: 26/10/2018, 05:24 Stanchezza ,dolori 😒Cambio di stagione e ripresa - Esperienze personali e richieste d'aiuto
Nel cambio di stagioni e utile un apporto di vitamine :quelle importanti .

Cambio di stagione e ripresa in pieno di studio e lavoro. È il momento di fornire in quantità, soprattutto al cervello, tutti i nutrienti indispensabili.

Non è facile riprendere il ritmo, ricominciare a concentrarsi e ad assimilare informazioni per diverse ore al giorno mentre il cambio di stagione chiede all’organismo uno sforzo di adattamento aggiuntivo.

Del resto non va meglio a chi, superata l’età di compiti in classe ed esami universitari, vengono chieste pronta reattività sul lavoro e prestazioni intellettive efficienti in qualunque periodo.

Il modo per evitare di veder compromessi resa e buonumore c’è e consiste nel trattarsi bene, fornendo soprattutto al cervello, ma anche al resto dell’organismo, tutti i macro e micronutrienti indispensabili per funzionare al meglio.

I macronutrienti non devono mancare
Carboidrati semplici e complessi nella giusta misura, sono essenziali per fornire alle cellule nervose e ai muscoli energia pronta all’uso.

E poi proteine, per non restare a corto di aminoacidi essenziali, sostenere il rinnovamento dei tessuti e la biosintesi dei neurotrasmettitori che mediano la comunicazione tra i neuroni.

Ma anche piccole dosi di grassi, necessari per il corretto metabolismo delle membrane cellulari in generale e di quelle delle cellule nervose in particolare, nelle quali sono presenti in abbondanza, rivestendo un ruolo cruciale per assicurare una corretta propagazione degli stimoli nervosi e neuromuscolari.

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E vitamine e sali minerali in abbondanza
Senza preziosi micronutrienti come vitamine e sali minerali, infatti, nessun processo metabolico del nostro organismo potrebbe funzionare.

Ecco, allora, come scegliere gli ingredienti per un’alimentazione che ci dia lo sprint necessario. Le regole da seguire sono sempre quelle della freschezza, della stagionalità e della varietà.

Anche in autunno frutta e verdura devono occupare un posto privilegiato sulla tavola perché, se consumate crude e appena acquistate, permettono di fare il pieno di vitamine preziose come la A, la C e la E, antocianine e flavonoidi.

Tutti composti caratterizzati da una spiccata attività antiossidante che aiutano il cervello a funzionare meglio e l’intero organismo a contrastare fatica e stress.

A ciò si aggiunga che alcune sostanze contenute in specifici frutti hanno dimostrato la capacità di migliorare la memoria (per esempio, il succo d’uva) o di prevenire l’invecchiamento cerebrale (mirtillo e altri frutti rosso-viola).

Un ulteriore aiuto viene dalla frutta secca, ricca di vitamina E, magnesio, zinco e acidi grassi essenziali della serie omega-3 e omega-6, utili oltre che sul fronte cardiovascolare anche per supportare la memoria e l’efficienza cerebrale.

Naturalmente, trattandosi di cibi molto calorici, non si deve esagerare: per un adeguato approvvigionamento di elementi utili bastano due-quattro noci, mandorle o nocciole al giorno.

B, buone per il cervello
Vitamine particolarmente preziose per assicurare la vitalità delle cellule nervose, sostenere l’attività intellettiva e contrastare irritabilità e stress mentale sono quelle del gruppo B. Otto in tutto: B1, B2, B6, niacina, acido folico, B12, acido pantotenico e biotina.

Si tratta di composti ampiamente diffusi negli alimenti, di cui però si può rischiare di restare a corto, specie quando il fabbisogno aumenta. Come avviene durante periodi di studio o lavoro intensi e in gravidanza.

Ecco i cibi più ricchi
La principale fonte di vitamina B1 è il lievito di birra. A seguire, le carni rosse e bianche, le nocciole, i legumi e in generale gli alimenti di origine animale, come uova e latticini.

I cereali ne contengono in abbondanza soltanto se integrali o specificamente arricchiti durante la trasformazione industriale, cosa che avviene ormai comunemente per farine, pasta e cereali per la colazione.

La vitamina B2, meglio nota come riboflavina, si trova praticamente in tutte le cellule di piante e animali che se ne avvalgono per produrre energia nelle fasi finali di trasformazione dei nutrienti. Pochi cibi, però, ne garantiscono un apporto significativo.

Tra quelli che ne sono più ricchi vanno ricordati il lievito di birra, il fegato (principale organo di immagazzinamento anche nell’uomo), il latte e i latticini in genere, la carne, le uova e le verdure a foglia verde. In quest’ultimo caso, però, l’assorbimento intestinale è decisamente scarso.

La vitamina B6 o piridossina si trova quasi sempre legata alle proteine, soprattutto quelle della carne, mentre la niacina è l’unica vitamina del gruppo B a poter essere in parte sintetizzata anche dall’organismo umano a partire dal triptofano, un aminoacido contenuto soprattutto in carne, latte e uova.

Quanto all’acido folico (vitamina B9) un suo apporto adeguato diventa indispensabile soprattutto in gravidanza, perché contribuisce a prevenire malformazioni nel neonato, in particolare a livello di cervello e midollo spinale (spina bifida).

Anche se presente in quasi tutti i cibi, la sola alimentazione non basta a soddisfare il fabbisogno quando è aumentato da particolari condizioni, perché l’intestino è in grado di assorbirne soltanto una quantità modesta.

La vitamina B12, fornita principalmente da alimenti di origine animale come carne, pesce, uova e latte, va invece integrata soprattutto se si soffre di malattie gastrointestinali che ne intralciano l’assimilazione o se si è vegetariani “stretti” perché la già scarsa quantità di B12 fornita dall’alimentazione priva di cibi di origine animale rimane intrappolata nelle fibre vegetali e, quindi, assorbita in minima parte.

Difficile, invece, sviluppare carenze di acido pantotenico (coinvolto nelle reazioni di biosintesi degli ormoni, del colesterolo, degli acidi grassi, dei fosfolipidi delle membrane cellulari, degli anticorpi e dell’emoglobina) e biotina, che in natura si trovano praticamente ovunque.

E nei periodi di maggiore impegno fisico e mentale può essere presa in considerazione la supplementazione: oggi esistono formulazioni adatte a tutte le esigenze, sia per i giovani sia per gli anziani.

Qualche consiglio in più
Oltre a nutrirsi, il cervello per funzionare al meglio ha bisogno anche di riposare, distrarsi e divertirsi. Quindi, se ci si vuole realmente assicurare una resa intellettiva ottimale è indispensabile:

mantenere ritmi di vita equilibrati e dormire un numero sufficiente di ore per notte, in media almeno sette-otto. In questo modo, ci si sentirà anche più in forma, reattivi e sereni, durante il giorno, riuscendo a fronteggiare meglio impegni e problemi ed evitando lo stress.
Anche quando si ha la sensazione di avere poco tempo e troppe cose da memorizzare o compiti da svolgere, poi, inutile strafare, rimanendo chini sui libri o incollati al monitor del computer ininterrottamente per intere giornate.
Dopo due o tre ore anche il cervello più resistente si affatica, l’attenzione si abbassa e la resa cala. A questo punto, molto meglio fare una pausa e riprendere lo studio o il lavoro dopo una decina di minuti con rinnovata vitalità.

Un consiglio a chi legge,evitate di esagerare con vitamine e proteine.
E UTILE SEMPRE UN CONSULTO MEDICO NUTRIZIONISTA.
Consigli e cure di Deathena(©).

....per completare e avere la cura effettiva consultatemi in privato.
onde evitare i furti continui in questo forum da parte di Dionidream che si spaccia da medico.
view post Posted: 23/10/2018, 06:21 PANCIA GONFIA...Colite rimedi naturali contro i gonfiori addominali - Esperienze personali e richieste d'aiuto
Il riso è noto per essere un alimento anti gonfiori per eccellenza. Nella sua versione integrale o semintegrale contribuisce anche a contrastare la stipsi. Se bianco (ovvero raffinato e senza fibre), invece, è adatto in presenza di diarrea. Stipsi e diarrea sono entrambe sintomi tipici di colite e si possono presentare in fasi alterne. Anche i semi di cumino, adatti in entrambi i casi, contribuiscono al benessere del sistema digestivo e sono indicati in presenza di colite in quanto migliorano la digestione, contrastano crampi, gas e gonfiori intestinali, stipsi e diarrea.

Colite rimedi naturali contro i gonfiori addominali
L’aggiunta di yogurt contribuisce a risanare la flora intestinale. Chi è intollerante al lattosio, può utilizzare uno yogurt delattosato, oggi disponibile anche al supermercato.

Colite rimedi naturali: la ricetta del risotto ai semi di cumino
Persone: 2
Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura: 20-35 minuti (a seconda del tipo di riso utilizzato)
Difficoltà: facile
Adatta per vegani: no (è adatta solo se si usa un’alternativa veg allo yogurt)
Indice glicemico: medio o
Note particolari: non aggiungere sale se utilizzi il brodo, in quanto questo già lo contiene.
Ingredienti
120g di riso Arborio semintegrale (in caso di stipsi; in presenza di diarrea, usa quello bianco)
2 cucchiai di carota e sedano tritati (non usare cipolla)
100g di yogurt naturale ricco di fermenti vivi
1 cucchiaino di semi di cumino leggermente pestati
2 cucchiaini di zenzero grattugiato
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
brodo vegetale q.b.
Preparazione
Fai scaldare l’olio in una casseruola e aggiungi il mix di carota e sedano tritati e i semi di cumino. Fai insaporire l’olio e, quando carote e sedano sono appassiti, unisci il riso prescelto. Mescola per 1-2 minuti e versa un mestolino di brodo bollente. Porta a cottura unendo poco brodo bollente per volta. Cinque minuti prima di togliere il riso dal fuoco, aggiungi anche lo zenzero e a fine cottura lo yogurt. Mescola delicatamente, lascia riposare per 3 minuti e servi in tavola.


Ricette di Deathena.(©).

Edited by *Deathena* - 26/10/2018, 06:24
view post Posted: 6/9/2018, 07:39 SCLEROSI MULTIPLA E INTEGRATORI APPROVATI - Esperienze personali e richieste d'aiuto
Un consiglio, con gli aminoacidi bisogno andarci piano. Gli unici che consiglio sono regolarmente, arginina , e melatonina. Attivano gli acidi a catena lunga. Con il tiobec serve sempre un vettore. Arginina e D3.
Esistono anche 3 gemmoterapici che riparano la mielina.
Inoltre acetilcarnitina.
Non conosco il tuo grado di sm, quindi non mi pronuncio oltre, puoi scrivermi in privato ,se vuoi mettere il tuo numero di telefono, ti contattero.
I risultati ci sono , ma da che lavoro non ho mai visto un paziente che sia uguale ad altri.
1572 replies since 8/10/2011