Succo di mirtillo contro le infezioni

SUCCO DI MIRTILLO CONTRO LE INFEZIONI

Il succo di mirtillo, nei secoli passati utilizzato come rimedio per le infezioni del tratto urinario, potrebbe essere efficace contro un gran numero di virus gastrointestinali: lo sostiene una ricerca presentata al 105esimo General Meeting of the American Society for Microbiology.

“Mettendo a contatto un normalissimo succo di mirtillo sul mercato con i virus intestinali ha causato una riduzione dell’attività virale fino al di sotto dei livelli di attività misurabili”, spiega Patrice Cohen, leader del team di ricercatori. Le infezioni da virus gastrointestinali sono responsabili di patologie in milioni di persone nel mondo, con costi sanitari di miliardi di dollari. Nei Paesi in via di sviluppo, poi, centinaia di migliaia di bambini muoiono ogni anno a causa di infezioni gastrointestinali.

“Negli ultimi 5 anni, un crescente numero di studi ha suggerito che il succo di mirtillo sarebbe un efficace prodotto commerciale per la riduzione delle infezioni del tratto urinario nelle donne”, aggiunge Cohen. Questi dati hanno fatto supporre che il mirtillo abbia proprietà antivirali.

Per verificare questa teoria, i ricercatori del St. Francis College di New York hanno utilizzato rotavirus intestinali SA-11 e un gruppo di reovirus intestinali come modello virale. Il trattamento di SA-11 con succo di mirtillo ha impedito al virus di infettare le cellule del sangue dell’ospite: al microscopio elettronico le cellule di norma infettate dal virus sono apparse del tutto libere.

“I nostri studi suggeriscono un effetto antivirale da parte del succo di mirtillo su agenti virali responsabili di patologie intestinali. Sono necessari ulteriori studi sui pazienti per determinare con precisione gli effetti benefici del consumo di succo di mirtillo nell’ottica di ridurre l’incidenza delle patologie intestinali virali”, conclude Cohen.

Fonte: American Society for Microbiology press release 2005.

DA : http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=11156&c=32&s=2

IL SUCCO DI MIRTILLO ROSSO AMERICANO PUO' AIUTARE LE DONNE

Ci sono alcune evidenze che il succo di mirtillo rosso americano (cranberry) diminuisce il numero di volte in cui le persone constatano di avere un'infezione delle prime vie urinarie (UVI): questo è quanto emerge da una recente revisione Cochrane. Queste conclusioni sono valide, in particolar modo, per le persone che presentano infezioni ricorrenti.

Le infezioni delle vie urinarie sono uno dei motivi più frequenti per cui si ricorre all'assistenza sanitaria di tipo ambulatoriale negli USA. Sempre in questo Paese, i ricoveri ospedalieri dovuti a questo tipo di disturbi sono più di un milione all'anno.

Il mirtillo rosso, specialmente sotto forma di succo, è utilizzato da diversi decenni per prevenire o per trattare le UVI. Il suo meccanismo di azione non è però del tutto chiaro. L'ipotesi più accreditata è che impedisca ai batteri patogeni(come l'escherichia coli) di aderire alla mucosa delle vie urinarie, evitando così lo sviluppo dell'infezione.

Un team di ricercatori Cochrane ha cercato di stabilire se ci fossero prove a supporto dell'efficacia del mirtillo esaminando i risultati di dieci diversi studi clinici. Questi studi, che nel complesso coinvolgevano 1.049 persone, confrontavano gli effetti di diverse preparazioni di mirtillo rosso contro il placebo o contro l'acqua.

I revisori hanno potuto concludere che ci sono alcune evidenze che il mirtillo, in succo o in capsule, previene le infezioni ricorrenti nelle donne. Non ci sono prove, invece, che sia di beneficio per i pazienti anziani (sia uomini sia donne) o cateterizzati.

«E'importante notare che, in questi studi, molti dei partecipanti hanno smesso di bere il succo. Ciò suggerisce che o questo non soddisfa il gusto di tutti, o che berne due bicchieri al giorno, come consigliato, è troppo gravoso», dice il ricercatore Ruth Jepson del Dipartimento di of Nursing and Midwifery, dell' Università di Stirling in Gran Bretagna.

«Rimane da stabilire quanto succo bisogna bere per ottenere dei benefici e quanto tempo ci vuole perché cominci a fare effetto,» dice Jepson

da : www.partecipasalute.it