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Coltivazioni estive? Provate con le banane

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view post Posted on 6/8/2012, 18:32
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Il caldo di questa estate è frutto di un cambiamento climatico che sta da anni colpendo tutto il mondo a causa dello scarso rispetto che l’uomo ha del suo pianeta. Cambiamenti che mettono a dura prova le nostre colture, come ci stanno dimostrando la siccità ed i problemi nel nostro orto, ma che hanno dato spazio in Italia, ad esempio, alla coltivazione delle banane.

Non ci credete? Eppure è proprio così. La decisione di cambiare tipo di coltivazione per molti agricoltori ha rappresentato la possibilità di non soffrire più come in passato gli effetti disastrosi della siccità. E’ un cambio di abitudini colturali favorito dall’inarrestabile modifica del clima. Ecco quindi che alcuni giovani coltivatori della Coldiretti hanno deciso di lanciarsi nell’avventura di coltivare banane e spezie tropicali. Anche in alta quota a causa del cambiamento di clima i coltivatori si sono lanciati in un’impresa importante ma redditizia: quella dello sviluppo di vitigni internazionali, in grado di sfruttare a proprio favore l’aumento della temperatura.

In base a questa nuova concezione delle colture ora a Palermo è possibile imbattersi in piante di banane. Sono banani giovani, di circa quattro anni, in grado di sfamare con il suo lavoro diverse famiglie. E’ un progetto particolare, che vede però aumentare di anno in anno il numero delle piante. Il numero di caschi prodotti è limitato, appena 100 l’anno, ma la buona risposta del mercato sta portando i fautori dell’idea ad aprire la strada anche a coltivazioni di mango.

In puglia, grazie ai cambiamenti climatici, si è giunti a coltivare paprika, curcuma e zenzero: piante che teoricamente non dovrebbero trovare terreno fertile qui in Italia ma che a causa dei cambiamenti climatici non trovano particolare problema nello sviluppo e nella produzione dei loro frutti. I vitigni internazionali, dal canto loro, si comportano egregiamente: sulle alpi, dove prima non era possibile, vengono coltivati come merlot, cabernet, chardonnay e pinot nero . Anche in questo caso si tratta di un esperimento ben riuscito volto, almeno economicamente, a mettere un punto ai danni causati dall’incuria umana.


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