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PEDOFILIA: VIGILATE MAMME, L'ORRORE DILAGA SENZA FINE!

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TOPIC_ICON7  view post Posted on 9/11/2014, 06:53
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Solo il cuore delle mamme salverà gli angeli dall’inferno”

Un libro denuncia i soprusi che subiscono migliaia di bimbi italiani .

Gorle (Bergamo), Giugno.

http://www.associazioneprometeo.org/cms/le...a-a-frassi.html

«Warning – Attenzione! State per entrare nell’Inferno. Quello puro. Visiterete l’ennesimo girone dove l’infanzia viene calpestata, brutalizzata, annientata. Ma questa volta sarà diverso. Percepirete come mai vi è capitato prima la pura essenza del Male. La sua incomparabile follia. Lucida e incontrollabile al tempo stesso».

Comincia così uno dei capitoli più duri/ e drammaticamente veri, del libro L’inferno degli angeli di Massimiliano Frassi (Ferrari Editrice), attraverso il quale egli denuncia in modo inconfutabile le violenze sessuali che migliaia, sì proprio migliaia di bambini subiscono ogni giorno in Italia dai pedofili, o predatori, come li definisce l’autore, che è il presidente dell’associazione bergamasca Prometeo, ente che difende le vittime della pedofilia. «Sono esseri troppo disumani per chiamarli uomini», scrive Frassi, «disposti a tutto pur di nutrirsi. Vampiri dell’ultima generazione», che alimentano un fenomeno in crescita esponenziale e contro i quali la legge sembra fare ben poco.
Frassi è reduce da un successo editoriale inaspettato: con I Bambini delle fogne di Bucarest (Ferrari Editrice), un libro che denuncia le disumane condizioni di vita dei ragazzini rumeni costretti a dormire tra i topi delle cloache, al buio e sotto terra, ha venduto oltre 50mila copie. «Dopo aver raccontato l’orrore dei bambini rumeni che vivono sotto i tombini, di bimbi incatenati e venduti ai pedofili stranieri, tra cui tantissimi italiani, ho creato un’attenzione particolare attorno a questo argomento che mi ha portato a questo secondo libro, che ha un duplice scopo», racconta in esclusiva per Visto col suo modo sincero e schietto. «Chiudere le precedenti storie, tornare a raccontare dopo due anni cosa è cambiato in Romania e cosa è rimasto uguale o peggiorato, e dall’altra parte sfruttare l’ondata emotiva per parlare questa volta di ciò che accade in casa nostra, dei bimbi delle “fogne” di Milano, Bergamo, Roma, Napoli, Firenze, Bologna e così via, coprendo l’Italia tutta. Figli unici, in quanto soli, raramente creduti, ancora meno supportati». Una realtà che agli occhi della gente è ben nascosta, o peggio, che la gente finge che non esista. «Il fenomeno, senza voler fare del terrorismo, è in forte aumento. Il primo dato è che l’età media dei bambini vittime dei pedofili si è abbassata tantissimo. Oggi seguiamo bambini dai 2 ai 4 anni, mentre solo fino a pochi anni fa l’età era tra i 6 e i 10 anni. La bambina più piccola che ha subito violenza e che è sotto le nostre cure ha soltanto 16 mesi. Questo dimostra che è in atto una corsa feroce, incivile, verso un’età sempre più infantile: nelle perizie che svolgiamo per le Procure su fotografie recuperate su internet si vedono addirittura bimbi di pochissimi mesi».
Sconcertante, eppure c’è un mondo sporco e brutale che ogni giorno, ogni ora, abusa dell’innocenza di piccole creature per la propria malsana soddisfazione. Ma c’è anche di peggio. «Quello che notiamo», prosegue Frassi, «è che al di là dell’aumento del fenomeno di per sé, c’è un incremento dell’orrore nell’orrore: oggi il pedofilo non si accontenta più solo di abusare di un bambino, ma cerca emozioni pedofilo dal suo punto di vista sempre più forti. E in Paesi come la Thailandia, la Romania in parte del Sud-America, riesce a raggiungere anche l’uccisione del bambino, che è la sua massima aspirazione. Mi scuso coi lettori se detta così può sembrare cinica o volgare, ma è la pura verità. E voglio aggiungere che in Italia l’opinione pubblica ha “bisogno”, e mi scuso di nuovo per questa bestemmia”, che ci sia un bambino su un tavolo di un obitorio per ricordarsi che siamo in piena emergenza pedofilia. Quando questo accade, tutti si accorgono che esiste il problema, altrimenti le migliaia di bambini che ogni giorno subiscono abusi restano nel totale anonimato». Invece avrebbero bisogno di aiuto, di un grande sostegno per uscire dalla condizione disumana che i loro «padroni» li costringono a vivere. Predatori che spesso si trovano tra le mura domestiche: «Le statistiche nazionali parlano chiaro: l’82 per cento dei casi di pedofilia riguarda l’abuso familiare. Per quanto riguarda l’esperienza della mia associazione il dato è inferiore, anche se è sicuramente vero che il pedofilo conosce il bambino che vuole violentare. In tanti casi di abuso familiare il responsabile è il papa, poche volte la mamma, molto spesso il nonno o lo zio. In questi casi, per il bambino la ferita è ancor più devastante, perché un conto è che «l’orco» sia un quasi estraneo, il maestro per esempio, e allora i genitori possono attivarsi e proteggere il piccolo da una figura di cui aveva stima, ma comunque sempre esterna alla famiglia; un altro conto è invece che sia qualcuno della famiglia, che è parte del bambino.
Questo lo fa sentire ulteriormente dannato, ulteriormente sporco». Quando la situazione è di questo tipo servono due generi di aiuti: il primo da parte di quei familiari che intuiscono che c’è qualcosa che non va e che devono necessariamente fare riferimento alle forze dell’ordine o a un’associazione come quella di Frassi; il secondo aiuto arriva dalla scuola: quando un bambino di sei anni ha la grande possibilità di uscire dalle mura di casa e frequentare una scuola, allora entrano in gioco gli insegnanti. «Ecco perché è importante, e dobbiamo esigere, che tutti gli insegnanti vengano adeguatamente preparati per affrontare il problema, che sappiano individuare gli indicatori di un possibile abuso e che poi possano intervenire affinché tale abuso termini». Solo in percentuale bassissima i pedofili sono sconosciuti. «Però il problema è che oggi troviamo la pedofilia in tutti quegli ambienti che frequenta abitualmente il bambino: all’interno della scuola, tantissimo negli oratori, tra i sacerdoti, tra gli stessi operatori sociali come me. Pertanto oggi la “bravura”, mi si passi il termine, del pedofilo è quella di saper indossare qualsiasi tipo di divisa, di essersi intrufolato benissimo nella cosiddetta società civile, che però gli consente ancora di esistere». Chi crede che i predatori facciano tutto questo per la sola soddisfazione sessuale si sbaglia: «Non è solo questo, è molto di più. Innanzitutto è la dimostrazione di un potere totale. Il soggetto che fa del male a un bambino è un Dio nei suoi confronti: decide della sua vita, costringe il piccolo al silenzio, fa crescere in lui dei sensi di colpa che poi sarà difficile recuperare e sanare. Sono soggetti che hanno il perfetto controllo delle piccole vittime». Ma se loro sono inermi, non così i genitori, quelli veri, che possono rivolgersi alle forze dell’ordine o alle Associazioni come Prometeo per denunciare gli abusi: «Prometeo ha il compito di occuparsi di pedofilia e io lo faccio di professione da sei anni. Vi sto dedicando tutta la mia vita. Per aiutare i bambini ogni anno organizziamo quasi 200 conferenze e corsi di formazione, oltre a stampare pubblicazioni, come quest’ultimo libro, per raccogliere fondi per la nostra attività; e poi ogni giorno incontriamo i bambini che hanno subito abusi e i loro familiari. In alcune città dove il lavoro di sensibilizzazione è stato portato avanti, la gente ora inizia a parlare, ma c’è ancora moltissima omertà: dove si è scoperchiata la pentola è fuoriuscito tutto, ma ci sono ancora tante città dove non se ne parla e non si fa nulla, al Nord come al Sud, dove c’è un silenzio che consente al pedofilo di vivere benissimo e ai bambini di stare male». Oltre all’età delle vittime anche quella dei pedofili è sempre più bassa: «In media i predatori hanno dai 20 ai 40 anni, e sono gli stessi che quest’estate prenoteranno un viaggio in Thailandia o in Romania, visto che l’Italia è il secondo Paese al mondo che pratica il turismo sessuale, dopo la Germania e prima degli Stati Uniti». Ma poi, questi carnefici non si fermeranno: «Quando torneranno in Italia e scopriranno che la bimba del pianerottolo sotto casa assomiglia a una di quelle conosciute all’estero, difficilmente aspetteranno un altro anno prima di concedersi un’altra “vacanza”». C’è un altro fenomeno che con l’estate aumenta e che lascia allibiti: «In questa stagione riceviamo tante segnalazioni di genitori che trovano la fotografia del proprio figlio su Internet, a loro insaputa». Anche questo è un fenomeno diffusissimo. Il bambino che gioca in spiaggia, magari senza costumino, può diventare merce di scambio. «Nessuno pensa che qualcuno possa eccitarsi guardando nostro figlio mentre costruisce un castello di sabbia, ma la “normalità”della pedofilia è anche questa». E di casi «normali» come questo il libro è pieno zeppo, con particolari raccapriccianti sulle violenze che vengono perpetrate sui bimbi, ma che francamente abbiamo preferito non riportare. Di fronte a una situazione – così destabilizzante per il futuro dei nostri bambini, la legge, che prevede il patteggiamento per questo reato, non può fare molto, anche se è al vaglio una nuova normativa molto più severa che consentirebbe di non lasciare circolare liberamente i predatori dopo che abbiano compiuto la violenza. In attesa, serve l’aiuto delle persone che vogliono davvero bene ai bambini, a partire dalle mamme: «Sono loro che salveranno i bambini dalla pedofilia. Sono loro che solo dallo sguardo dei piccoli possono accorgersi se c’è qualcosa che non va». E sono loro che devono avere il coraggio di denunciare anche un familiare,o il marito, se la violenza avviene tra le mura di casa. E se qualcuno pensa di chiamarsi fuori si sbaglia: può succedere ovunque e a chiunque. Per questo servono vigilanza e solidarietà.

Tratto da Visto n.° 26 – Anno XV, del 27-Giugno-2003 di Giorgio Barbieri

http://www.associazioneprometeo.org/cms/le...a-a-frassi.html







 
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view post Posted on 9/11/2014, 09:22
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inviterei i professionisti del sociale..gli educatori..gli insegnanti..(spesso è proprio a scuola che emergono certe situazioni) a formarsi adeguatamente circa questo tema......per non cadere in errore..ma soprattutto inivito i miei colleghi a una forte delicatezza nel trattare il bambino/a abusato......però devo dire una cosa..oggi sta accadendo a causa dell'informazione mediatica soprattutto...un distorcimento della realtà e anche della stessa informazione e poi spesso l'ignoranza e l'omertà la fanno da padrona..è vero che ci sono anche insegnanti che han sbagliato ma oggi (lo vedo a scuola di mia madre) sta diventando un..state attenti alle insegnanti solo a loro..quando invece la maggior parte degli abusi avvengono in famiglia..ora a scuola di mia madre hanno preso di mira la sua collega che invece è bravissima..basta una voce una sola..dettata da ignoranza di popolino e si può rovinare la vita di una persona innocente quindi si invito alcune mamme ad essere meno ipocrite e a parlare se la violenza avviene in casa propria..!!!! quindi mamme mettetevi una mano sulla coscienza e non cercate sempre...capri espiatori esterni.....di tutti gli orrori..perchè spesso è vostro marito o chi vi è vicino e voi lo sapete io non credo ad una sola mamma che mi dice "non me ne sono accorta" perchè ogni mamma conosce il proprio figlio..forse non si voleva vedere????

L'OMERTA' UCCIDE! E RICORDATE CHE UN BAMBINO ABUSATO..E' UN BAMBINO CHE HA PERSO L'ANIMA..E AVRA' UNA FERITA DENTRO CHE NON SI RIEMARGINERA' PIU'..MAI PIU'....
 
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