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Codice italiano di Deontologia Medica, pubblicata nell'autunno del 1998

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TOPIC_ICON7  view post Posted on 28/11/2014, 06:37
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La Risoluzione del Parlamento Europeo, che è organismo non scientifico, è dunque da considerare più che altro una presa d'atto della perdurante e diffusa prassi delle Medicine Alternative, delle quali sfuma i confini e non condanna, in linea di principio, l'impiego. Analogamente l'ultima versione e del Codice italiano di Deontologia Medica, pubblicata nell'autunno del 1998 non preclude ai medici il ricorso a medicine alternative pur con limitazioni, in quanto all'art. 13 afferma che "la potestà di scelta di pratiche non convenzionali nel rispetto del decoro e della dignità della professione si esprime nell'esclusivo ambito della diretta e non delegabile responsabilità professionale, fermo restando, comunque, che qualsiasi terapia non convenzionale non deve sottrarre il cittadino a specifici trattamenti di comprovata efficacia e richiede l'acquisizione del consenso." Le Medicine Alternative devono dunque essere considerate in questo documento perché esse fanno tuttora parte del panorama della prassi medica anche nel periodo di massimo sviluppo della Medicina Scientifica, in tal modo alimentando l'antichissimo filone di medicina con ispirazioni "magiche", sia nella concezione delle cause delle malattie che nella loro cura. Se si condivide l'allarme lanciato pochi anni orsono da un editoriale dell'autorevole Nature (30, 787, 1988) - secondo cui il problema della medicina alternativa costituirebbe la più minacciosa sfida alla medicina scientifica occidentale, in quanto ne mette in discussione i fondamenti - è evidente il dovere etico di una presa di posizione la quale implica, se possibile, la soluzione del problema posto da Karl Popper della demarcazione, costituito dalla necessità di individuare una linea netta di divisione tra scienza medica e pseudo-scienza. Si tratta di un problema molto complesso non solo perché richiede strumenti di discriminazione di sicura affidabilità - i quali peraltro esistono - ma anche perché realizzata la distinzione sicura tra le due aree, quella realmente scientifica e quella non scientifica, nel contempo non è automatico il ripudio di metodi di trattamento non scientifici, a condizione che la loro offerta ai pazienti avvenga in un regime di assoluta chiarezza e di onesta informazione. D'altro canto l'invocata e necessaria "demarcazione" deve tener conto anche degli errori, e delle non rare mistificazioni e manipolazioni che costituiscono riconosciuti aspetti negativi anche della medicina scientifica sperimentale che collocano non di rado i suoi metodi, la sua prassi ed i risultati al di fuori dell'area della scienza in quella della pseudo-scienza che può essere altrettanto, ed anzi più ingannevole delle medicine alternative a causa del maggiore potere di suggestione in un'epoca dominata dalla scienza e dalla tecnologia.

Le Pratiche di cura Alternative, nella loro attuale crescente diffusione anche nei paesi più sviluppati, rappresentano dunque un fenomeno di primaria importanza nell'analisi degli scopi attuali della medicina, dei suoi limiti e dei suoi rischi. Esse sono ereditate per la più parte dal lontano passato della medicina prescientifica ovvero, se recenti, hanno genesi e principi analogamente autonomi dalla scienza ufficiale galileiana. Si basano, in genere, su principi che la scienza biomedica non è in grado di verificare nella loro fondatezza, e su risultati pratici, specie in ambito terapeutico, che talora appaiono positivi, o sono ritenuti tali, anche in virtù delle componenti psicologiche suggestive che queste "terapie" sono in grado di evocare. Ovvero sono positivi, in determinate malattie, perché comportano manipolazioni fisiche (come la chiropratica, l'agopuntura cinese, l'elettropuntura, il massaggio zonale ecc.) non molto diverse, nel loro empirismo, dalle cure fisiche che vengono prescritte dalla medicina scientifica (massaggi, magnetoterapia, laserterapia, idroterapia ecc.). Le Medicine Alternative più note sono utilizzate da secoli nei paesi meno avanzati. Nei paesi occidentali, invece, le medicine provenienti da quei paesi si sono diffuse, assieme ad altre più recenti Medicine non convenzionali, in questi ultimi decenni e ciò proprio nel periodo in cui le scienze biomediche ufficiali hanno raggiunto i maggiori successi. Il vasto movimento di opinione che le sostiene guarda in genere alla scienza con scetticismo, oppure con sospetto se non addirittura con ostilità e vagheggia spesso un ritorno all'immaginario regno della natura incontaminata. Nelle Medicine Alternative sono comprese varie dottrine e/o numerose pratiche mediche indicate con diversi nomi: medicine naturali, medicine eretiche, medicine "dolci", medicine parallele, medicine non-ufficiali. Esse si fondano su dottrine e prassi che hanno uno statuto "scientifico" molto differente: alcune di esse sono pratiche essenzialmente empiriche, come l'erboristeria e la chiropratica; altre hanno radici lontane nel pensiero scientifico razionale; altre confinano con le tradizioni esoteriche o addirittura con la magia. Si possono distinguere prestazioni con organizzazioni e strutture (agopuntura, argillo-terapia, biofeedback, bioritmologia, chiropratica, macrobiotica, elettroagopuntura, fitoterapia, ipnosi, idroterapia, musicoterapia, omeopatia, riflessoterapia, training autogeno, vegetarismo, yoga); e prestazioni senza organizzazioni e strutture (antroposofia, auricoloterapia, medicina ayurvedica, cromoterapia, guaritori, iridologia, Hata-yoga, massaggio zonale del piede, pranoterapia).

Le Pratiche di Cura Alternative sono spesso svolte da persone prive della laurea in medicina che esercitano senza alcun controllo, ma anche da molti medici che le attuano con continuità, non è sempre chiaro se per reale convinzione o perché le ritengono economicamente più proficue. E' certo, comunque, che una quota non irrilevante della pratica medica comune fornite da laureati in medicina si basa su metodi alternativi che non risultano inseriti nei trattati ufficiali di medicina e chirurgia utilizzati nei corsi di laurea e di diploma. Solo alcuni di tali metodi - ad esempio l'agopuntura, l'omeopatia - sono attualmente oggetto di separati insegnamenti in alcuni paesi europei. Il CENSIS ha calcolato che, in Italia, già negli anni 1982-1983, circa 40.000 medici fornivano prestazioni di medicina non convenzionale - di cui circa 6000 in forma continuativa - e che attualmente circa 3,5 milioni pazienti vi fanno annualmente ricorso.Un'indagine ISTAT del 2001 indica una cifra molto maggiore di utenti pari a circa nove milioni . Negli USA Eisenberg e coll. hanno calcolato che, nel 1993, la spesa annua per medicine alternative fosse pari a circa 13.7 miliardi di dollari.

Negli ultimi anni il fenomeno si è notevolmente accentuato a tal punto che, secondo recenti dati pubblicati su JAMA nel 1998, quattro americani su dieci si sono rivolti, nel 1997, a qualche tipo di medicina non ufficiale, con un incremento del 50% rispetto al 1990 e con una spesa complessiva, sostenuta personalmente dai pazienti, di 27 miliardi di dollari, corrispondenti a circa 43.000 miliardi di lire. Mac Lennan e Wilson (1996), sulla base di 3004 interviste raccolte nel Sud Australia, hanno a loro volta calcolata una spesa complessiva di quasi 1000 milioni di dollari australiani per anno per farmaci e terapisti "alternativi". Circa il motivo di questo impressionante fenomeno è comune opinione che una delle cause principali - ma non l'unica, se si considera la tendenza generale dell'uomo a dar credito a concezioni non scientifiche, come l' astrologia - sia la frequente scadimento, nel rapporto medico-paziente che si realizza nella prassi medica "scientifica", dei benefici psicologici derivanti dal maggior tempo messo a disposizione dai medici che praticano le Medicina Alternative, medico, dall'empatia, dalla personalizzazione della cura, dalla capacità di suscitare speranze di risultati nelle malattie croniche, ed in generale dal fatto che i medici "alternativi" dedicano la massima attenzione alla salute del paziente più ancora che alla sua malattia. Se si cerca di analizzare il rapporto tra i pazienti (ed in generale l'attuale opinione pubblica) e la Medicina Scientifica, è inevitabile constatare la essenziale differenza che esiste, in questo periodo storico caratterizzato da una tecnologia sempre più avanzata, rispetto ai rapporti fra medicina e ciò che avviene per qualunque prestatore d'opera e fornitore di prodotti e servizi (professionista non medico, artigiano, industriale, commerciante ecc.) con i propri "clienti". Nella generalità dei rapporti, pur esistendo l'insidia della frode o dell'errore o dell'insufficienza, oggi si esige un'aggiornata competenza tecnica alla quale la scienza e la tecnologia hanno abituato tutti i cittadini.

Nel rapporto medico-paziente, invece, malgrado l'incessante elaborazione dei principi di informazione veritiera al malato e della sua autonomia, si insinua nel paziente, con elevata frequenza, la diffidenza circa l'efficacia dei trattamenti "ufficiali" unita al timore della sofferenze e dai rischi prodotti da prestazioni diagnostiche e terapeutiche invasive (comprese quelle farmacologiche) e della morte. La verità è temuta e la rassicurazione viene ricercata come un bene primario. Le suggestioni "magiche" che caratterizzano molta parte delle Medicina Alternative, anche in ragione dell'apoditticità delle prescrizioni, rispondono spesso a queste esigenze psicologiche e finiscono di frequente per esercitare un reale effetto, perlomeno "psicoterapeutico" in patologie minori, destinate per proprio conto alla guarigione spontanea ovvero bisognose, se croniche, di supporto anche psicologico. Queste realtà fattuali - la cui valutazione etica, per quanto attiene i medici e non medici che le realizzano, è inevitabilmente negativa perché si avvale di "verità" scientifiche in gran parte insussistenti o non verificabili - debbono tuttavia indurre ad analisi ponderate sul loro intimo significato di rifiuto ,apparentemente paradossale, del progresso medico scientifico e biotecnologico. In qualche misura si potrebbe apparentare questa situazione con talune posizioni del movimento ambientalista, quali ad esempio la diffidenza ed ostilità nei confronti dei cibi transgenici. Un più approfondito confronto tra i percorsi che caratterizzano la progressiva diffusione, in controtendenza, della medicina alternativa "dolce" - che di fatto ripercorre il cammino dell'antica medicina magica ed arcana - e quelli della Medicina scientifica ufficiale consente invero di individuare, nelle due aree, forme di rapporto con l'opinione pubblica abbastanza simili, sia pure con l'offerta di "prodotti" ben diversi tra loro .

La ricerca dei "clienti" si avvale infatti, in entrambi i casi, dei consueti strumenti della propaganda che, anche per la medicina scientifica, sono mutevoli di tempo in tempo e consistono spesso in proposte "autoritarie" provenienti dalle concezioni scientifiche del momento ed anche dalle pressioni commerciali. Si deve riconoscere che anche la Medicina Scientifica si avvale largamente, per ottenere il consenso alle prestazioni, di informazioni pubbliche e private che, talora per imprudente superficialità, molte più volte per necessità legate al singolo caso ed a limiti della medicina ed a quelli del medico, forniscono garanzie improprie ed insufficienti di scientificità del trattamento. I punti di contatto esistono dunque, non certo sui fondamenti - che diversificano radicalmente la medicina scientifica da quella alternativa - quanto sugli aspetti psicologici del rapporto medico-paziente che in entrambe le aree possono avvalersi di metodi suggestivi. E' su questi nodi, su queste aree di confine che deve applicarsi l'analisi bioetica la quale consiste primariamente nell'individuazione delle reali possibilità, e quindi dei limiti della Medicina Scientifica nella tutela della salute e dell'autonomia del paziente nei confronti della cura. Al fine di rendere il consenso realmente informato occorre infatti che il paziente tenga conto che anche i trattamenti "certificati" della medicina scientifica sono inevitabilmente imperfetti e spesso fallaci. Per quanto concerne invece la Medicina non convenzionale, accettabile solo in situazioni marginali e sostanzialmente innocue, è essenziale che l'informazione chiarisca quali sono le basi della cura proposta, anche e soprattutto quando esse sono sconosciute (come in gran parte dei casi). Il problema della patologia iatrogena - da farmaci e da interventi chirurgici - per la sua crescita esponenziale, impone una riflessione anche bioetica, del resto iniziata da tempo da alcuni autori, soprattutto per quanto riguarda l'ipermedicalizzazione della società. E' questo un problema che si inscrive nelle preoccupazioni crescenti per la realtà del mondo neoindustriale in cui le consuetudini al consumo dei prodotti della tecnologia hanno indotto bisogni ritenuti difficilmente rinunciabili, anche perché promossi da un potente intreccio di interessi che coinvolge enormi masse di persone.

5. Gli scopi della Medicina
www.governo.it/bioetica/testi/141201.html
 
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