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Gesù è veramente figlio di Dio?

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TOPIC_ICON14  view post Posted on 27/12/2017, 07:36
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Gesù è veramente figlio di Dio?



Il vocabolo "Cristo" sta per molti a indicare quello che, per la Bibbia e il popolo ebreo, veniva chiamato il Messia. Infatti, «dal greco Χριστός, Christòs è la traduzione greca del termine ebraico מָשִׁיחַ (mašíaḥ, cioè "unto", dal quale proviene l'italiano Messia» (fonte: Wikipedia).
Il culto messianico della tradizione giudaica è alla base dell'alleanza tra Dio e il suo popolo; è l'ultima speranza che rimaneva al popolo d'Israele di riscattarsi da secoli di dominazioni subite, culminate negli anni di Gesù con la presenza dell'Impero Romano in Palestina.
In questo conteso storico si svolgono i fatti raccontati nei Vangeli; la nascita di un Messia non sarebbe giunta in un momento più necessario. Perché allora gli Ebrei non riconobbero (e tutt'oggi non accettano) la figura di Gesù come loro Christòs?

«Parlando fra loro, i giudei non dicono Iesciu, ma Iisciu, avvicinandosi di più al significato di maledizione contenuto in questa parola. Parlando della cosa alcuni anni fa con un ebreo, questi mi disse che quella parola non si può spiegare soltanto nel modo già detto, ma anche con le parole "Iesciu sceccher" ("menzogna") e "utoebà" ("abominazione"). Chi non rifuggirà con tutto il cuore da queste infamie? Eppure esse vengono pronunciate da quei circoncisi senza che nessun cristiano se ne possa accorgere. Quest'ebreo visse in Francoforte e nell'Hannover dove morì nel 1616. Svelandomi tale orrendo significato era scossa la sua stessa fede ebraica, tanto che egli non era affatto alieno dalla fede cristiana, a proposito della quale si intrattenne spesso con me e con DD. Amando Polano b.m.. Voglio spiegare, in fretta e di passaggio, altri due arcani della Cabala ebraica che si riferiscono a questo nome. È noto che molto spesso nelle Sacre Scritture gli israeliti sono avvertiti di non adorare "Eloè Neccar", cioè il dio o gli dèi stranieri. Ma cosa significa "Eloè Neccar"? Secondo la Numerologia della Ghematria, le lettere di queste parole valgono il numero 316; e altrettanto vale la parola "Iesciu". Ciò si può rilevare dal libro "Abrat rocchel", verso la fine. Essi, quindi, insegnano che quando Dio impedisce il culto degli altri dèi stranieri è come se impedisse il culto di Iesciu. Che malizia da serpente! L'altro segreto lo ha scoperto da molto tempo Antonio Margarita nel libro intitolato "La fede e la religione dei giudei". Nel testo di alcune orazioni ebraiche vi è una preghiera che comincia con la parola "Alenù". Nel corso di questa preghiera vi erano alcune parole una volta chiaramente espresse, ma poi, per paura dei cristiani, omesse. Al loro posto fu lasciato un debito spazio affinché i ragazzi o i sempliciotti fossero avvertiti che mancava qualche cosa. Le parole omesse sono queste: "Ammistasciavin Ieebel varic umitpallelim lelo ioscia", e cioè "Quelli che curvandosi rendono omaggio alla vanità e all'inanità e adorano colui che non potrà salvarli". Nonostante queste parole siano rivolte agli idoli in genere, tuttavia esse sono nascostamente riferite a Gesù Cristo, cui gli ebrei attribuiscono i titoli che abbiamo già detto, poiché, ripetiamo, la parola “qyrw” secondo la Ghematria equivale al numero 316, come la parola "Iesciu". Non appena essi si accorsero che i cristiani avevano capito, omisero queste parole nelle loro edizioni. Peraltro, ho con me un antico esemplare nel quale esse erano scritte e le ho trovate anche scritte a penna in altri libri ebraici. Credo che da ciò sia abbastanza chiaro che cosa voglia ottenere questa stolida gente con la corruzione di questo nome salvifico. Sperimenteranno eternamente vendicatore Colui, la gloria del cui nome eterno essi, per quanto possono, cercano di distruggere»
(cfr J. Buxtorf, "De Abreviaturis Hebraicis", 1640).

Per capire meglio il sentimento del popolo ebreo nei confronti di Gesù e del Cristianesimo, bisogna capire bene quali furono le sconvolgenti (per il Talmud) iniziative operate dai primi fedeli del nuovo culto; i protocristiani vollero da subito prendere le distanze dalla vera tradizione ebraica, introducendo appunto novità di non poco conto per testimoniare l'appartenenza religiosa delle persone. Incominciamo, ad esempio, a parlare del Battesimo.
«Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità»
(Gal 5, 6)
così scrisse San Paolo nella lettera ai Gàlati, in netta contraddizione con:
9 «Disse Dio ad Abramo: "Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione».
14 «Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza».
(Gn 17: 9 e 14)
In sostanza, San Paolo e il cristianesimo sorto dalla sua predicazione cancellò con un colpo di spugna l'obbligo ebraico della circoncisione, con il più pratico, indolore e soprattutto "invisibile" Battesimo. Questo permise di facilitare, di molto, il proselitismo della nuova religione. Non serviva più essere di nascita ebreo; non occorreva nemmeno aver impresso sul proprio corpo, in maniera indelebile, il segno della propria fede religiosa. Per essere cristiani serviva unicamente sentirsi tali e compiere un atto rituale chiamato battesimo.
12 «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.
13 E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito».
(1Cor 12, 12-13)
Si incomincia a intravvedere la trama del disegno che sottende al Cristianesimo; allo stesso tempo incominciamo anche a capire i motivi dell'avversione della cultura giudaica nei confronti della nuova fede. Il popolo ebreo capisce che verrà derubato, a causa della diffusione del Vangelo cristiano, del proprio primato. Da popolo eletto e custode della fede nell'unico e vero Dio, incominciarono a capire che, presto o tardi, nella nuova società cristiana sarebbero passati a occupare un ruolo da comprimari, da comparse nella scena che il disegno divino raccontato dalla Bibbia aveva promesso ai discendenti di David.
Basterebbe forse questo particolare a farci capire come la figura di Gesù, possa essere vista come una iattura per la tradizione giudaica; in fondo, per l'ebreo, il Nazareno rappresenta unicamente un usurpatore del titolo di Messia!
A questa considerazione iniziale, dobbiamo però affiancare l'analisi di svariate altre condizioni che portarono l'Occidente cristiano a prendere sempre più le distanze dalla tradizione biblica. Nella nuova religione troviamo l'abolizione di svariate leggi mosaiche; tanto per citarne una, pensiamo solo a come sia stato cancellato dai testi sacri propagandati dalla comunità cristiana, il secondo comandamento dettato da Yahweh a Mosè:
«Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti».
Cosa portò i Padri della Chiesa a una scelta così estrema? Il proliferare del culto dei santi non poteva avere la stessa forza evocativa e l'identica potenza emulativa, privata della rappresentazione scenografica che incominciava a proliferare nelle chiese cristiane. Il crocefisso stesso era necessario per propagandare efficacemente la dottrina della Passione; infatti, nei primissimi secoli della Chiesa, i crocefissi consistevano unicamente nel legno della croce; nessun corpo del Cristo veniva apposto a quei primitivi crocifissi. Successivamente, venne considerato più utile e proficuo aggiungere il corpo morente di Gesù, in modo che il fedele ricevesse un feed-back che rimanesse impresso nella mente del credente in maniera indelebile. Potremmo proseguire accennando alla soppressione del sabato come giorno santo dedicato al riposo:
12 «Il Signore disse a Mosè:
13 "Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica.
14 Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche lavoro, sarà eliminato dal suo popolo»
(Es 31, 12-14)
e sostituendolo con una più pragmatica domenica, il famoso “dies Solis” del pagano Sol Invictus, rinominato “dies Dominica” (giorno del Signore) dopo il 3 novembre del 383 d.C., giorno in cui si chiuse il celebre editto di Tessalonica.
Tutto quello esposto, dovrebbe aver fatto luce su come ne uscì la religione di Yahweh dal tritacarne che rappresentò la religione cristiana, agli occhi del popolo d’Israele.

Per questo motivo, mi sento di poter affermare che Gesù detto il Cristo non è poi così sicuro che fosse il figlio del Dio della Bibbia.


www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/1...natale/4047100/
 
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view post Posted on 17/1/2023, 15:55
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viva gli uomini che si radono e le loro ammiratrici

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Ma un test del DNA non si può fare?? :D :B): :rolleyes: ;)
 
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